La neolingua è già realtà: due casi esemplari di cronaca orwelliana
Dagli antisemiti filo-Hamas spacciati per sostenitori del popolo palestinese, agli eco-vandali fatti passare per attivisti green: così, per colpa del mainstream politically correct, “1984” è già in mezzo a noi
Nel suo capolavoro 1984, lo scrittore britannico George Orwell ha immaginato un futuro distopico in cui vige la cosiddetta “neolingua”. Un idioma artificiale finalizzato a riplasmare il pensiero e rendere impossibile qualsiasi critica all’ideologia del regime totalitario al potere. E che in qualche misura, nella concreta dimensione del nostro hic et nunc, sta già diventando realtà.
La neolingua di Orwell è già in mezzo a noi
Le scienze cognitive si chiedono da sempre se sia il pensiero a determinare il linguaggio o viceversa. È molto probabile che in realtà i due fenomeni siano strettamente interconnessi, ma il dilemma dà perfettamente l’idea di quale sia la forza delle parole. E quindi, di riflesso, quale impatto possano avere modifiche linguistiche anche minime sulla Weltanschauung di ogni singola società.
Alcune edulcorazioni sono in effetti relativamente innocenti, benché a livello pratico poco efficaci. Per dire, un netturbino potrà anche farsi chiamare “operatore ecologico”, ma ciò non toglie che dovrà comunque raccogliere l’immondizia.
In altre circostanze, però, i vocaboli sono branditi come armi per “creare la realtà” (come affermava lo psicologo austro-americano Paul Watzlawick), o quantomeno influenzarne la percezione. Gli esempi in tal senso potrebbero essere molteplici, ma in questa sede ci concentreremo su quelli che la cronaca recente sta mettendo maggiormente in evidenza.
Il primo riguarda le proteste di piazza contro la guerra di Gaza, ormai dilagate anche nelle università di mezzo mondo. I cui protagonisti vengono sovente descritti come sostenitori del popolo palestinese, quando de facto sono antisemiti pro-Hamas che vorrebbero negare a Israele perfino il diritto all’esistenza.
Un caso concettualmente analogo è quello delle azioni dimostrativo-teppistiche dei fanatici dell’affermazionismo ambientalista. Spacciati volentieri per attivisti green dai media mainstream, che invece dovrebbero più correttamente definirli eco-vandali.
La guerra è pace, la libertà è schiavitù, l’ignoranza è forza, erano gli slogan incisi sulla facciata dell’orwelliano Ministero della Verità. Grazie alla narrazione politically correct, la neolingua è già in mezzo a noi.