La pandemia da Covid-19 rallenta le cure oncologiche: ecco i dati
Le cure e le diagnosi che hanno a che fare con l’oncologia sono diminuiti di molto nel periodo della pandemia
Gli ultimi due anni non sono stati di facile gestione per il mondo sanitario: la pandemia da Covid-19 ha aumentato di molto i ricoveri e diminuito i posti in terapia intensiva. La gestione ospedaliera non è stata facile e quasi tutto ciò che non riguardava il Covid è stato messo in secondo piano.
Dati allarmanti
E’ stato così anche per una realtà delicata: quella delle malattie oncologiche. Dati allarmanti sono quelli che giungono proprio da questo ambito. Un milione di malati sono rimasti senza cure, saltando anche visite di controllo o screening che hanno fatto perdere per strada molte diagnosi secondo l’Associazione di Oncologia Medica (Aiom). Quando si parla di questo determinato tipo di malattie i ritardi possono diventare anche fatali.
Un problema già esistente
Il problema sussisteva già nel 2020, con la prima ondata di contagi. Dopo tutti questi mesi, però, la situazione non è cambiata e ci si è fatti trovare ancora impreparati. I dati a confronto con gli anni precedenti mettono in mostra questo disuguaglianza paurosa. Nel 2019, infatti, i ricoveri sono stati 2 milioni in più rispetto al periodo da inizio pandemia. 600.000 gli interventi mancati e circa 4 milioni gli screening andati persi.
La denuncia di Equisalute
La Società Italiana di Chirurgia (Sic) ha stimato un calo di interventi importanti. Una percentuale compresa tra 50 e 80. “Sembra che non sia cambiato nulla dal marzo del 2020, quando con la prima ondata si decise di fermare tutti gli interventi non urgenti. Siamo nel 2022 eppure non siamo stati in grado di organizzare un modello che consenta di non bloccare le altre prestazioni sanitarie. In pratica i pazienti non Covid possono contare sull’Ssn solo sei mesi l’anno, da maggio a ottobre, e questo è grave perché a pagare sono solamente i malati cronici”, denuncia Tonino Aceri, presidente di Equisalute.