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La Politica vuole asservire la Magistratura: direzione dittatura

La confusione e le lotte senza regole tra Politica e Magistratura favoriscono l’avanzamento della dittatura della Globalizzazione

Magistratura

La confusione e le lotte senza regole tra Politica e Magistratura favoriscono l’avanzamento della dittatura della Globalizzazione.

L’azione del Governo, il piano di ripresa e resilienza (Pnrr) e le riforme

A giudicare dalle dichiarazioni degli esperti del Cts ed altri, sembra che la terza ondata della pandemia da Covid-19 si stia esaurendo. Resta però il “pericolo” delle varianti: dopo l’inglese, avanza quella indiana, la cui capacità di diffusione sembra ancora più elevata. Prova ne è l’incremento esponenziale del contagio in India, favorito fortemente dal comportamento della popolazione durante la festa tradizionale di purificazione sul Gange.

Nel nostro paese è stata modificata la colorazione delle regioni, che passano in maggioranza al giallo.

Pertanto il governo, pressato dalle opposizioni, ha deciso delle riaperture graduali per le attività che consentono un minimo di vita sociale, pur confermando lo stato di emergenza sino alla fine di giugno. Soltanto per la scuola ha voluto la massima riapertura, dal 50 al 100%, giudicando l’attività di essa più necessaria e sicura, contro molte critiche.

Per la vaccinazione sono stati fatti passi avanti, anche se non si è ancora raggiunto il traguardo delle 500 mila inoculazioni al giorno prefissato come necessario per raggiungere l’immunità di gregge.

Il Pnrr: “Ce lo chiede l’Europa”

L’altro compito fondamentale che il governo dei migliori si era assunto, era quello di modificare e varare al più presto il Pnrr. Sembra che questo sia stato fatto, anche se non se ne conoscono i dettagli.

Apprendiamo però da alcuni ministri e dallo stesso presidente Draghi che sarà essenziale progettare e attuare almeno tre grandi riforme: del lavoro, della pubblica amministrazione e della giustizia.

Sono i temi di cui si parla da anni e sui quali non si è mai riusciti a mettere le mani, se non con leggi parziali, come ad esempio il Jobs Act renziano.

Stavolta però c’è Draghi, che ha tutte le intenzioni di affrontarli con forza perché ritenuti necessari alla rinascita del Paese e perché ce lo chiede l’Europa, come condizione all’erogazione dei fondi del Next Generation UE.

Certamente le idee riformatrici di SuperMario dovranno scontrarsi con le ideologie e gli interessi di parte della variegata area politica che lo sostiene e delle forze economiche.

Intrecci perversi tra Giustizia e Politica. Accuse e diffamazioni. La nuova Massoneria

In particolare sulla Giustizia, sulla quale si è abbattuto uno tsunami travolgente, a causa delle ultime rivelazioni del magistrato Palamara e dell’avvocato Piero Amara.

Il primo, radiato dalla magistratura per il suo tentativo di pilotare, insieme al collega Cosimo Ferri, nomine direttive di procure importanti (Roma e Perugia) secondo interessi di parte politica (Renzi), ha reagito pubblicando un libro (Il Sistema) scritto insieme al giornalista di Berlusconi, Sallusti, ove afferma che esiste ormai da tempo un sistema di spartizione della magistratura tra tutte le forze politiche. Noto e accettato da tutti, di cui oggi si finge di scoprire l’esistenza e si esibisce lo scandalo della scoperta.

Il secondo, difensore dell’Eni, è stato già condannato per corruzione.

Aveva infatti cercato di manipolare il processo a carico della società per il metodo da questa usato per accaparrarsi i giacimenti di petrolio della Nigeria (le tangenti ai politici africani, con cui De Scalzi aveva battuto la concorrenza).

La loggia Ungheria

Indagato da più di quattro anni, ad un certo punto, senza essere stato sollecitato, Amara ha rivelato un metodo molto più ampio e profondo di corruzione. Ovvero l’esistenza di una loggia massonica denominata Ungheria, di cui farebbero parte alti prelati, politici, magistrati, vertici militari.

Codesta Loggia ha condizionato il Paese negli ultimi anni: ha diretto i grandi affari economici, orientato nomine di politici e persone ai vertici delle istituzioni.

In particolare, secondo l’Amara, “la Loggia e le sue relazioni erano in grado di condizionare il Csm (il Consiglio Superiore della Magistratura)”.

Ha affermato pure di avere un elenco di affiliati, in cui ci sarebbero anche diversi nomi di magistrati; elenco che però non ha consegnato (dice che sia una fotocopia, finita in un paese arabo).

Ora, i verbali degli interrogatori di Amara, resi alla procura di Milano, sono coperti dal segreto istruttorio. Il sostituto procuratore Storari, che li aveva studiati, non avendo avuto dal suo superiore, Francesco Greco, l’avallo a proseguire le indagini con l’iscrizione di nuovi nomi, nell’aprile scorso inviò copia dei verbali al magistrato Piercamillo Davigo. Ciò allo scopo di cercare un appoggio autorevole, informandolo delle oscure manovre sul Csm.

Ombre sinistre sulla magistratura e revenge della politica corrotta

A questo punto lo tsunami raggiunge il culmine, scatenando un vero pandemonio nella magistratura: tutti contro tutti, con grande soddisfazione della politica che la attacca da sempre.

La copia non era firmata, ma Davigo sentì comunque l’esigenza di avvisare il Presidente della Repubblica tramite il vicepresidente del Csm, Ermini. A suo dire, fu poi ringraziato da Mattarella, che auspicava che ci si muovesse con cautela sulla delicata questione.

In seguito, copie dei verbali tenute dalla segretaria di Davigo arrivarono ad alcuni giornali (Il Fatto Quotidiano, Repubblica) che non li pubblicarono subito per non compromettere le indagini.

Infine, quando il magistrato Di Matteo ha parlato dell’esistenza di un dossieraggio su alcuni membri del Csm, in particolare su Sebastiano Ardita, basato su false accuse di Amara, lo stesso Consiglio non ha manifestato alcuna reazione.

Successivamente, Ermini ha dichiarato che è in corso un’opera di delegittimazione del Csm con lo scopo di alimentare la sfiducia dei cittadini nei confronti della magistratura.

E’ da notare però che, sia Ermini che Ardita hanno criticato l’operato di Davigo: un magistrato non potrebbe dare avvisi a colleghi e superiori sulla base di prove informali come le copie dei verbali senza firma. Infine, il sostituto Storari è sotto inchiesta a Roma, passibile di procedimento disciplinare.

Perciò esulta il centrodestra, che da sempre vuole l’asservimento della magistratura alla politica.

Ricordiamo che già nel 2006 il leghista Castelli, nel governo Berlusconi, aveva tentato di introdurre la separazione delle funzioni (inquirente e giudicante) ad inizio carriera per mezzo di un concorso con in più un test psicoattitudinale. La riforma non riuscì per l’opposizione dell’allora presidente Ciampi; successivamente fu modificata da Mastella.

La politica e il tentativo di depotenziare e dividere la Magistratura

Oggi però, sfruttando l’occasione, quasi tutta la politica vorrebbe la separazione delle carriere e addirittura l’istituzione di due Csm.

Anche il centrosinistra, che ha i suoi guai con la giustizia, vorrebbe limitare la forza della magistratura, aumentando il controllo su di essa; magari con un Csm in cui i componenti designati dal parlamento siano in maggioranza rispetto ai togati.

Non dimentichiamo che Palamara era stato presidente dell’Anm (Associazione nazionale magistrati), l’organismo rappresentativo della categoria per la tutela dei valori costituzionali e dell’indipendenza e dell’autonomia della magistratura.

Poco dopo la conclusione del processo con il quale fu espulso, fece un appello da Radio Radicale, in cui sosteneva la necessità di una riforma che sancisse la separazione delle carriere e l’abolizione dell’obbligatorietà dell’azione penale.

La giustizia nella nostra Costituzione. I tentativi di sottometterla agli interessi dei potenti

Manipolazione delle coscienze e dittatura strisciante

Che sono i due punti fondamentali sui quali la Costituzione incardina l’ordine della magistratura con lo scopo di garantire una giustizia eguale per tutti i cittadini; l’art. 101 recita: “La giustizia è amministrata in nome del popolo. I giudici sono soggetti soltanto alla legge”.

L’art. 104 : La magistratura costituisce un ordine autonomo e indipendente da ogni altro potere

Il Consiglio Superiore della Magistratura, presieduto dal Presidente della Repubblica…è composto per due terzi di magistrati eletti dalla categoria, e per un terzo da esperti di diritto (docenti universitari e avvocati) eletti dal parlamento. Il 107, che riconosce la facoltà dell’azione disciplinare al ministro della giustizia, stabilisce che tutti i magistrati sono uguali, distinguendosi soltanto per la funzione esercitata.

Infine, il 112 afferma l’obbligatorietà dell’azione penale. Il Pm competente per legge deve quindi avviare l’indagine su qualsiasi reato di cui abbia notizia: non è necessaria denuncia dalla parte lesa.

Ciò costituisce una garanzia per la società civile; immaginiamo se non si potesse perseguire un omicidio o un reato di mafia, per i quali manchino le denunce per paura, connivenza o omertà.

L’esempio di Mani Pulite

Ma la politica corrotta vorrebbe limitare o eliminare il suddetto principio e condizionare la libertà dei magistrati. Tentativi e leggi in questo senso avvengono sin dai tempi di Mani Pulite. Ad esempio, in uno dei governi di Berlusconi è stato depenalizzato il falso in bilancio.

Si è fatta la distinzione artificiosa tra giustizialisti e garantisti: nella prima definizione, i magistrati attivi e coloro che li appoggiavano (intellettuali, politici, opinione pubblica); nella seconda, tutti gli altri. Dimenticando che la riforma del 1989 istituì la normativa del giusto processo, secondo cui l’imputato deve essere informato e la costruzione dell’accusa deve avvenire con la partecipazione della difesa nel procedimento istruttorio.

Dopo il ciclone di Mani Pulite, in seguito a cui avvenne il collasso dei vecchi partiti, la politica ha cercato poi di ricomporsi e difendersi, accentuando il carattere populista dei governi, delle vecchie e nuove formazioni (Lega di Salvini; M5S), dirette e manipolate da pochi individui.

A tutti, anche egli epigoni della sinistra scampata al disastro per mancanza di prove, sta scomodo il potere della magistratura. Ricordiamo che il governo D’Alema tentò di coinvolgere Berlusconi nella riforma della costituzione con la proposta della Bicamerale, che non riuscì.

La dittatura soft della manipolazione

Ma oggi, sotto la direzione di Draghi, le convergenze parallele disattese del passato potrebbero facilmente divenire convergenze puntuali per la difesa di interessi di parte.

Avendo inquinato le coscienze e confuso le menti con i veleni diffusi a piene mani, c’è una forte possibilità che si faccia una riforma che, magari gradualmente, assoggetti la giustizia all’esecutivo.

Cosa che sarebbe gradita non soltanto dai grandi imprenditori del nostro paese, ma anche e soprattutto dalle lobbies finanziarie globali che stanno rafforzando il loro strapotere sovranazionale.

Se i cittadini non aprono gli occhi, esiste il rischio concreto della costituzione di una dittatura, soft nella manipolazione delle coscienze con il pensiero unico. Soft, diciamo così, tuttavia capace di soffocare con maniere forti qualsiasi dissenso all’origine.

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