La proposta: spostare stadio AS Roma da Tor di Valle al Flaminio
Lettera aperta del M5S Roma al presidente della As Roma James Pallotta
È di qualche giorno fa l’intenzione, almeno dichiarata, del sindaco di Roma Ignazio Marino di portare a nuova vita lo stadio Flaminio, dove i lavori di ristrutturazione, in programma dal 2012, non sono ancora partiti. Attualmente, l’impianto, è in stato di “totale abbandono”, come osservano anche i consiglieri del M5S Roma – Marcello De Vito, Daniele Frongia, Virginia Raggi ed Enrico Stefàno.
I 4, da sempre si sono dichiarati favorevoli a uno stadio della Roma, o della Lazio, ma con un monito: “Sì allo stadio, no alla speculazione”. E il timore è che dietro “l’interesse pubblico” di questo stadio, si possa nascondere in realtà “l'ennesima occasione per dare libero sfogo agli ‘appetiti’ degli speculatori edilizi e dei politicanti di turno”.
Come evitarlo? “Abbiamo costantemente chiesto di valutare l’ipotesi di realizzarlo in corrispondenza dell’attuale impianto del Flaminio”, spiegano i consiglieri pentastellati in una lettera aperta al presidente della AS Roma James Pallotta: “In sostanza ci sembrava che la zona e l’impianto in questione fossero quelli che meglio rispondevano ai requisiti della cd. Legge sugli stadi (commi 304 e 305 della L. n. 147/2013), tanto sotto il profilo della necessità di dare priorità ‘al recupero di impianti esistenti o ad impianti localizzati in aree già edificate’, tanto per quanto attiene l’espresso divieto secondo cui ‘lo studio di fattibilità non può prevedere altri tipi di intervento, salvo quelli strettamente funzionali alla fruibilità dell'impianto e al raggiungimento del complessivo equilibrio economico-finanziario dell'iniziativa’ ”.
Ma la proposta, denunciano i 4, “è stata costantemente rigettata dagli attuali amministratori sul presupposto per cui, oltre che l'indicazione dell'area compete al proponente, era impossibile costruire lo Stadio della Roma al Flaminio, dal momento che quell’area sarebbe risultata già ampiamente gravata dagli interventi relativi alla realizzazione della Città della Scienza”. Veniva quindi stabilita “la pubblica utilità del progetto dello Stadio a Tor di Valle, in un’area non urbanizzata, dove sarà necessario realizzare circa 300 milioni di infrastrutture e dove, dunque, per determinare l’equilibrio finanziario dell’opera, verrà colato 1 milione di metri cubi di cemento per realizzare altrettanti uffici. Tutto questo in un quartiere, quello dell’Eur, già ampiamente gravato/danneggiato sotto il profilo urbanistico”. In sintesi, continuano, “lo ‘strettamente’ necessario si è ‘ampiamente’ trasformato nell’86% del progetto. Tale è la percentuale delle opere extra-stadio sul totale del progetto”.
Eppure, a quanto pare, di Stadio Flaminio si torna a parlare, viste le dichiarazioni del primo cittadino. “Quale migliore occasione di questa?”, si chiedono i 4 consiglieri del M5S: “La zona del Flaminio è sita ad un passo dal cuore di Roma, in un’area già urbanizzata, ben collegata e dove, quindi, l’intervento avrebbe un impatto urbanistico minimo. Pertanto, presidente Pallotta, noi lanciamo questa proposta: realizzi lo stadio della Roma al Flaminio”.
Secondo le considerazioni, si rileva che “la zona del Flaminio è centrale e dunque facilmente raggiungibile da tutti, oltre che maggiormente prestigiosa; è già sufficientemente collegata (si pensi alla vicinanza della tangenziale e della metro A); non richiede quindi la realizzazione di importanti interventi strutturali per rendere fruibile lo stadio, interventi che, nel progetto di Tor di Valle, dureranno molti anni (con diverse stagioni da disputarsi ancora all’Olimpico, se è vero come è vero che dovranno essere ultimati prima dello Stadio) e costeranno quasi 300 milioni; può adeguatamente supportare un afflusso di 50mila persone; comporta un intervento urbanistico nettamente meno invasivo ed è quindi maggiormente e pienamente conforme ai principi della legge sugli stadi”.
“Per mantenere in equilibrio economico finanziario l’opera non sarà necessario, e il proponente non potrà, realizzare un milione di metri cubi di cemento”. E allora, la domanda sorge spontanea: non sarà mica “questa la ragione per cui viene fatto lo Stadio della Roma a Tor di Valle? Lo Stadio configura il presupposto minimale (14%) per poter realizzare l’ennesima colata di cemento di 1 milione di metri cubi di cemento, pari all’86% del progetto? Roma non ha davvero bisogno di questo. Da cittadini romani, glielo assicuriamo. Il nostro territorio è già stato ampiamente devastato e saccheggiato”. E quindi l’appello: “Presidente Pallotta, dimostri a Roma ed ai romani di essere un imprenditore diverso da quei pochi soliti noti che negli ultimi 40 anni hanno fatto del nostro territorio, del territorio romano, la loro ‘America’ ”.