La reazione del Milan, Inter e Roma si annullano: i temi della diciassettesima di Serie A
In attesa del derby ligure Spezia-Sampdoria, la rincorsa di Atalanta e Lazio e i colpi salvezza di Genoa e Fiorentina
Terz’ultima giornata di andata per la Serie A, con il Milan che, approfittando del big match alle sue spalle, si avvia a conquistare il platonico titolo di campione d’inverno.
Milan: reazione da applausi e titolo d’inverno molto vicino
È vero, a San Siro è arrivato un Torino che lotta per non retrocedere, ma la reazione psicologica del Milan era tutta da dimostrare. I rossoneri non hanno affatto steccato e si portano a +3 sull’Inter grazie a una prestazione solida per tutti i reparti. Al netto di vari episodi arbitrali Pioli può essere soddisfatto, perché Leao continua a convincere là davanti e perché l’infermeria comincia a svuotarsi: anche Ibra è tornato in campo dopo un mese e mezzo.
Inter e Roma si rallentano a vicenda: sintomo dell’equilibrio lì in alto
Nel lunch match dell’Olimpico l’Inter non risponde ai cugini – e si rammarica per la sconfitta di Genova – mentre i giallorossi mancano l’aggancio ai nerazzurri in seconda piazza. Un 2-2 pirotecnico che mostra come entrambe possano ambire ad un ruolo da protagonista ma allo stesso tempo che manca ancora qualcosina per essere da titolo.
Prima mezz’ora di Roma che va in vantaggio, prima e dopo l’intervallo sale in cattedra l’Inter che adopera il sorpasso, ultimo quarto di partita ancora dei giallorossi che pareggiano su calcio piazzato. Le verticalizzazioni da una parte, le discese imperiose di Hakimi dall’altra, ma anche delle “pause” pericolose: Roma e Inter si pestano i piedi e sono attese da altri importanti scontri diretti, i derby di Roma e d’Italia.
Dietro vincono tutte: affollamento intorno al quarto posto
Ne approfitta la Juventus, che per la prima volta in stagione infila tre vittorie consecutive, ma non è tutto oro quel luccica, al netto di una continuità che Pirlo sta trovando. Nonostante la superiorità numerica non è stato facile battere un Sassuolo nella sua versione più compatta e pericolosa anche in 10, che riesce a pareggiare il vantaggio di Danilo. Ma alla fine i bianconeri ne vengono fuori, anche con CR7 poco brillante, autore però del gol della sicurezza allo scadere. Potenzialmente pesanti anche le uscite per infortunio di McKennie e Dybala.
Avanzano anche le altre big: la Lazio supera il Parma al Tardini con due splendidi in gol in costruzione, anche senza lo zampino di Immobile, mentre il Napoli passa all’ultimo a Udine con la zampata al 92′ di Bakayoko. Al sabato anche l’Atalanta trova continuità con i lampi di Muriel ed Ilicic e nel recupero infrasettimanale potrebbe balzare al terzo posto. Ora la classifica è ancora più compatta: tra la terza (Roma) e il Verona (nono e vincente col Crotone) ci sono 7 squadre in 7 punti.
Zona salvezza: vittorie preziose per Genoa e Fiorentina, crisi Udinese e Cagliari.
Nella parte destra della classifica i due scontri diretti premiano il Genoa di Ballardini sul Bologna e la Fiorentina di Prandelli sul Cagliari. Il Grifone si tira fuori momentaneamente dalla zona rossa, scoprendo e ritrovando bomber, rispettivamente Shomurodov e Destro. La Viola batte di misura il Cagliari in una partita dove chi vinceva inguaiava l’altro: merito condiviso di Dragowski che para un rigore a Joao Pedro e Vlahovic che mette a segno il sesto gol stagionale. Male i sardi che non vincono da 10 giornate e l’Udinese (3 punti nelle ultime 6 partite), ora vicinissimi alla zona retrocessione.
Ci Piace e Non Ci Piace: Gattuso e Conte
Stavolta i premi li diamo a due allenatori. Gattuso nel post-partita critica il calcio di oggi e l’ambiente della piazza partenopea: Rino quando parla lascia sempre il segno, anche a costo di crearsi qualche inimicizia.
Palma del peggiore ad Antonio Conte. Pareggiare a Roma non è di per sé un risultato brutto, ma le critiche per la gestione della panchina negli ultimi 10 minuti di partita sono legittime. Le parole poi nel post-partita sanno di difesa senza grande convinzione. L’Inter è quasi “condannata” a vincere lo Scudetto, e la pressione non potrà che aumentare: per il tecnico pugliese all’orizzonte 5 mesi di pressure test.