La Roma di Umberto Croppi, ex assessore Cultura e presidente Quadriennale d’Arte
È stato tra i fondatori di Nessuno tocchi Caino, lega internazionale per l’abolizione della pena di morte e apprezzato assessore capitolino alle politiche culturali
“Io candidato sindaco? Nel 2012 fui spinto a candidarmi da molti amici. Ritenevo di avere energie e che ci fosse spazio per una candidatura indipendente. Poi scese in campo Marchini, ma lui andava simbolicamente ad occupare un pezzo di quello spazio. In due sarebbe stata difficile. Oggi non ci sono le condizioni per rifare una cosa del genere. Di idee però ne avrei ancora. E le priorità mi sono evidenti: si deve partire dal termine economico“. Così il presidente della Quadriennale d’arte di Roma, Umberto Croppi, nel corso di un’intervista all’agenzia stampa Dire nell’ambito della rubrica DIREzione Roma.
“La prima cosa da fare – ha aggiunto – è mettere mano al bilancio. Ci sono strumenti di confronto con il Governo e poi bisogna far ripartire l’economia della città attivando un’altra leva, che è quella dell’urbanistica: ovvero pensare la città in funzione dei servizi e delle imprese. Bisogna mettere seriamente mano ad un piano di rigenerazione di quello che c’è e ridistribuire le funzioni. Di questo, però, non se ne parla mai. Infine serve cultura, come elemento di crescita sociale importante. Le esperienze recenti ci dicono che le città si stanno rigenerando con la leva della cultura e dell’arte. Trasporti e immondizia si risolvono dentro questo perimetro”.
Tor Sapienza e il Forlanini
“Cosa manca a Roma? Per prima cosa un museo delle Scienze, pur avendo materiali accumulati e frammenti di musei scientifici, tra cui quello della medicina del Santo Spirito, quello di criminologia alla Sapienza e quello della Mente al Santa Maria della Pietà, che ne potrebbero far parte di un museo unico. Intanto sta partendo finalmente la risistemazione dell’area di Guido Reni. Lì c’è anche il Borghetto Flaminio che è un’area sensibilissima sui cui stanno lavorando molto bene i comitati.
Poi c’è un intervento finanziato con 40 milioni dal Mibact per un’area a Tor Sapienza. Lì c’è un complesso di caserme destinato dal ministero dei Beni culturali a diventare una sorta di città della cultura: un annuncio fatto 3 anni fa di cui non si hanno più notizie. Infine aggiungerei il Forlanini: bisognerebbe riuscire a fare lì, non su tutta la struttura da 40.000 metri quadrati, ma sua una parte, un’operazione destinata all’arte”, spiega Croppi.
Il "Tram delle Arti"
“A Roma servirebbe un’idea di marketing culturale basata su leve semplici. La città non ha mai fatto tanta promozione all’estero mentre se si va in altre Capitali prima di partire si ha già il cartellone delle iniziative e si può fare un programma. Per uno straniero capire cosa c’è qui oltre il Colosseo e i musei Vaticani è difficile. Un esempio potrebbe essere quella di fare un ‘Tram delle arti’, ovvero una linea che vada dai Musei Vaticani a Testaccio, vicino la Centrale Montemartini, passando vicino al Macro, la Galleria nazionale di arte moderna e il museo Etrusco e le varie accademie”, commenta Croppi.
“L’ambiente creativo di Roma e l’essere Capitale di una nazione che, ancora oggi, è ritenuta la prima l’influencer in tema culturale nel mondo, favorisce la possibilità di produzione di arte contemporanea- aggiunge Croppi – Abbiamo 250 luoghi in cui si produce cultura e poi qui ci sono le accademie straniere ed esposizioni straordinarie oltre che teatri che funzionano e tanta musica: un’offerta complessiva superiore a quasi tutte le altre Capitali europee.
L’attività creativa è vivissima a Roma ma ci sono dei momenti in cui si sente di meno. C’è un problema di sistema. Per prima cosa ci sono le Istituzioni preposte che non si parlano tra loro e vivono in antagonismo o, quanto meno, in indifferenza, mentre invece dovrebbero mettere in rete le energie”.
"Con Quadriennale, effetto domino su area Porta Portese"
“Quello dell’Arsenale, futura sede della Quadriennale d’arte, al momento è l’unico cantiere di rigenerazione urbana aperto a Roma e si trova in uno snodo strategico della città, tra Trastevere e Testaccio. Appena fuori, sull’altro lato della strada dove la domenica si tiene Porta Portese, c’è ancora una parte di degrado. E poi ci sono altri edifici coevi già liberati e che sono proprietà del demanio accanto all’Arsenale. Per questi la Quadriennale sta cercando di creare un pool di investitori pubblici e privati interessati al loro riuso.
Il mio sogno sarebbe farne residenze d’artista a beneficio del padiglione dell’Arsenale – riflette Croppi. Sull’altro lato resta il problema di alcuni rivenditori di oggettistica per moto e auto e un deposito di auto del Comune. Ma questo intervento sull’Arsenale inevitabilmente produrrà effetti su tutta l’area. Dove fino ad ora si atteso a mettere mano ora ci sarà un effetto domino positivo”.
"Lo Pinto?, dopo De Finis torna un Macro Istituzionale"
“De Finis (l’ex direttore del Macro, ndr) è un amico ed è una persona che conosco e stimo: gli riconosco l’importanza dell’operazione che ha fatto del MAAM nell’ex fabbrica della Fiorucci. Da direttore ha fatto del Macro un grande laboratorio aperto a tutti, e per questo è stato oggetto di grandi scontri tra gli addetti ai lavori e nella comunità degli artisti. Un pezzetto della città ha vissuto questa esperienza con grande entusiasmo mentre il resto non se ne è accorta, come spesso succede per le istituzioni culturali.
Alla fine di questa esperienza si è tornati ad una personalità che vuole ridare il carattere istituzionale al Macro, Luca Lo Pinto. E anche in questo caso ci sono state alcune polemiche”. Così Croppi, parlando della decisione di Lo Pinto di mettere in mostra non la collezione permanente del Macro ma le foto della stessa. “Questo – ha aggiunto – è stato un errore dal punto di vista comunicativo: quando si annuncia un programma si devono dare indicazioni sulle cose che si fanno ma soprattutto insistere sulle linee guida.
Mettere troppa carne al fuoco comporta che chi ascolta si attacchi alle cose più deboli dell’esposizione. Ma questo è solo un pezzetto del progetto, Lo Pinto avrà tempo per tarare il progetto. Apprezzo e condivido invece il fatto che l’ingresso sarà gratuito anche perché l’apporto che può dare il prezzo del biglietto sul bilancio totale è quasi insignificante. Così si apre invece a grandi fasce della popolazione“. (Agenzia Dire)