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La Roma nel mirino: ultras in rivolta, Lina Souloukou sotto tutela per motivi di sicurezza

Dopo l’esonero di Daniele De Rossi, icona del club, la Roma è diventata bersaglio di contestazioni che hanno coinvolto la Ceo Lina Souloukou

Daniele De Rossi

Daniele De Rossi

La Roma è da settimane teatro di una profonda crisi interna. Dopo l’esonero di Daniele De Rossi, icona del club e beniamino della tifoseria, la società è diventata bersaglio di forti polemiche, in particolare per la scelta del successore, il tecnico croato Ivan Juric.

La scorta per la Ceo della As Roma

Il malcontento, però, non si è limitato alle discussioni sportive: le tensioni hanno preso una piega decisamente più cupa e preoccupante, con la general manager della Roma, Lina Souloukou, che si trova sotto tutela a causa di minacce e pressioni sempre più insistenti da parte dei tifosi.

Secondo quanto riportato dall’agenzia Adnkronos, il servizio di protezione è stato attivato dopo che la dirigenza americana, guidata dai Friedkin, ha deciso di allontanare De Rossi dalla guida tecnica. La tifoseria, già nota per la sua passionalità, non ha affatto gradito la decisione. Gli ultras giallorossi, considerati tra i più accesi nel panorama calcistico italiano, hanno visto nel cambio di allenatore un tradimento, un atto che ha messo in discussione un simbolo della Roma come De Rossi, soprannominato “Capitan futuro” per la sua lealtà e il suo impegno nei confronti del club.

Il legame tra De Rossi e la tifoseria: un mito intoccabile

Per comprendere l’escalation di violenza verbale e simbolica, è necessario addentrarsi nella complessa relazione tra De Rossi e il tifo organizzato della Roma. Il centrocampista romano, cresciuto nel vivaio del club, ha rappresentato per anni non solo un capitano in campo, ma anche un autentico portavoce dell’identità romanista, incarnando valori come il coraggio, la determinazione e l’attaccamento ai colori giallorossi. La sua carriera, durata quasi due decenni, lo ha reso una figura sacra per la curva sud, il cuore pulsante del tifo romanista.

Il passaggio di consegne in panchina da De Rossi a Juric ha scatenato una reazione feroce: non solo il croato è visto come estraneo alla tradizione romanista, ma il modo in cui è stato gestito l’allontanamento di De Rossi ha alimentato il sentimento di distacco tra i tifosi e la dirigenza. La proprietà americana dei Friedkin, già in bilico a causa di scelte poco popolari, è stata accusata di gestire il club senza comprenderne il peso culturale e storico.

Lina Souloukou nel mirino: minacce e insulti

Lina Souloukou, di nazionalità greca e CEO della Roma, è finita al centro della tempesta. Le tensioni si sono intensificate fino al punto in cui le autorità di sicurezza della Capitale hanno deciso di assegnarle una protezione personale. La situazione è divenuta ancora più grave quando gli ultras hanno preso di mira non solo la dirigente, ma anche la sua famiglia, compresi i due figli piccoli, di 3 e 8 anni, costretti a vivere sotto scorta.

Negli ultimi giorni, slogan violenti e insulti contro la Souloukou hanno inondato i social network, mentre per le strade di Roma sono apparse scritte e striscioni con messaggi altrettanto minacciosi. Uno degli esempi più emblematici è stato lo striscione esposto fuori dal centro sportivo di Trigoria: “Ddr mare di Roma… Lina il male di Roma!”, un gioco di parole che evidenzia il profondo legame tra De Rossi e la città, contrapponendolo alla figura della dirigente greca, vista come simbolo del declino.

Non è la prima volta che il tifo organizzato romanista manifesta con simili modalità il proprio dissenso. Già in passato, la tifoseria aveva espresso disapprovazione in maniera aggressiva, ma in questo caso la situazione sembra aver toccato un livello di pericolosità inedito. Gli adesivi contro la proprietà USA apparsi in vari punti della città sono solo l’ultimo capitolo di una contestazione che sembra non avere fine, e che sta diventando sempre più personale.

Ultras e proprietà straniere: uno scontro senza tregua

L’arrivo di proprietà straniere nel calcio italiano ha spesso generato una reazione ostile da parte delle tifoserie più tradizionaliste. Nel caso della Roma, l’avvento della proprietà americana ha acuito un senso di alienazione tra la dirigenza e i tifosi. La passione degli ultras per i colori del club, unita a una forte identità locale, li porta a vedere con sospetto chiunque venga percepito come “estraneo”. In questo contesto, la figura di Lina Souloukou, una donna di origini greche alla guida di un club tanto legato alla sua città, è diventata il bersaglio perfetto per canalizzare il malcontento.

Non si tratta solo di una questione calcistica, ma di un vero e proprio scontro culturale: da un lato, una tifoseria che sente di dover proteggere il proprio patrimonio identitario; dall’altro, una proprietà internazionale che cerca di gestire il club secondo logiche più moderne e globalizzate. Questo conflitto, già emerso in passato con l’addio di Francesco Totti, altro storico capitano giallorosso, ha trovato in De Rossi un nuovo casus belli.

As Roma, il rischio di una deriva violenta

L’assegnazione della scorta a Lina Souloukou e alla sua famiglia rappresenta un segnale preoccupante per il futuro. Il calcio italiano, da tempo segnato da episodi di violenza legati al mondo ultras, rischia di entrare in una spirale pericolosa, in cui le divergenze tra tifosi e dirigenti non si limitano più a semplici proteste, ma si trasformano in minacce concrete alla sicurezza personale.

La questione solleva interrogativi importanti sul rapporto tra calcio e violenza, su quanto le pressioni esterne possano influenzare le decisioni all’interno di un club e su quale sia il limite che una tifoseria non dovrebbe mai oltrepassare. Il ruolo delle autorità, che hanno deciso di intervenire per garantire la sicurezza di Souloukou e della sua famiglia, è ora cruciale per evitare che la situazione degeneri ulteriormente.