La Rugiada: storia dell’impresa del capitano che salvò i soldati malati
Giorgio Corrado racconta la storia del padre, attraverso i quaderni scritti durante la prigionia a Zeithain
Nell'ambito del ciclo di incontri aperti al pubblico, organizzati dal Comando Unità Forestali Ambientali Agroalimentari Carabinieri, il 20 novembre, alle ore 17:00, presso la Sala Serviana in via Antonio Salandra 44 a Roma, si terrà la presentazione del libro dedicato al Capitano Veterinario teatino che, nel campo di concentramento di Zeithain, cercò di strappare alla morte i soldati italiani malati di Tbc.
Il volume, intitolato "La rugiada" è stato scritto da Giorgio Corrado e racconta la vera storia vissuta da suo padre Federico.
Ex dirigente del Corpo Forestale, professore a contratto di Diritto forestale e ambientale all’università della Tuscia, Giorgio Corrado, ha deciso di rendere pubblici "i pensieri segreti" del padre. Una storia che il Capitano custodiva soltanto per sè e la propria famiglia in un cofanetto di ricordi, e che adesso, attraverso una sorta di dialogo scritto fra i due, diventa una lezione per tutti.
Le memorie del Capitano Corrado, annotate in vari quaderni, sono diventate un libro che racconta le sue cure verso i malati, le ultime drammatiche giornate di guerra, le fucilazioni di massa fino alla concitata fuga e al logorante viaggio per tornare a Chieti.
A dare il titolo al libro è stata un’idea dello stesso Capitano che intitolò proprio “La rugiada” uno dei suoi quaderni: per Corrado, la rugiada è «la differenza mostruosa tra la realtà imbarbarita dall’odio e dalla violenza ed una visione del mondo nella quale su tutto prevalga sempre la speranza dell’amore universale. La rugiada vuol rappresentare non già il pianto di dolore, di paura o di tristezza, bensì quello che inumidisce gli occhi quando si vive la gioia che si prova nel riabbracciare le persone che si amano». .
I militari italiani deceduti nel campo di prigionia di Zeithain, un comune della Sassonia, in Germania, sono stati ben 865.