“La Russia darà grano gratis all’Africa”. E l’Occidente che fa?
L’annuncio di Vladimir Putin in caso salti l’accordo sul Mar Nero, mentre gli Usa (e l’Onu) perseverano col neo-colonialismo: che può avere solo effetti nefasti, anche sull’Italia
La Russia potrebbe donare all’Africa il frumento che attualmente parte dai porti ucraini sul Mar Nero nell’ambito della cosiddetta “Black Sea Grain Initiative”. L’annuncio arriva direttamente dal Cremlino, e ha sparigliato ulteriormente le carte del conflitto con Kiev. Soprattutto considerando che l’Occidente persevera con un atteggiamento da centro dell’universo che non potrà che risultare un boomerang, destinato a colpire anche il Belpaese.
L’asse tra Russia e Africa
Se l’accordo sul grano, che per la Russia scadrà il 18 maggio, non sarà ulteriormente rinnovato, Mosca fornirà gratuitamente i prodotti agricoli «ai Paesi particolarmente bisognosi dell’Africa». Lo ha affermato, come riporta l’Agenzia Nova, il Presidente Vladimir Putin, rinsaldando ancora di più i già stretti legami con la “grande dimenticata” della guerra in Ucraina. Che, come spiegavamo, sta soffrendo più di tutti la crisi cerealicola, essendo fortemente dipendente proprio dalle importazioni dalle due Nazioni belligeranti.
Con questa mossa, l’ex funzionario del Kgb ha evidenziato una volta di più l’inutilità delle sanzioni euro-americane. Mettendo oltretutto all’angolo quelli che dovrebbero essere i suoi competitor internazionali – e il condizionale non è casuale, visto l’andazzo.
Si prenda il recentissimo caso dell’Uganda, il cui Parlamento – scrive France 24 – ha approvato una legge che prevede fino a 10 anni di prigione per omosessualità. Tale norma è naturalmente inconcepibile per le società nostrane. E infatti, aggiunge RFI, ha suscitato le ire dell’Onu e degli Stati Uniti, che hanno minacciato ritorsioni economiche qualora il Presidente Yoweri Museveni dovesse promulgarla. E non è nemmeno la prima ingerenza, se si pensa che avevano già condizionato il sostegno allo sviluppo alla diffusione di aborto e gender.
Si dà però il caso che, come rileva Africa News, i cittadini ugandesi siano per lo più favorevoli al provvedimento. Come dimostrano anche i commenti social che in gran parte sottolineano come non spetti agli Usa determinare i valori per il resto del mondo. A meno di non essere imbevuti di quell’odioso neo-colonialismo che, per usare un’espressione di Lenin, evidentemente è la “malattia infantile” del capitalismo.
Il neo-colonialismo può avere solo effetti nefasti, anche sull’Italia
Quest’aura di supponente superiorità non può che indispettire sempre di più il Continente Nero, con le inevitabili e nefaste conseguenze (in primis economiche) del caso. Anche sull’Italia, che in zona ha interessi anzitutto energetici – per non parlare del fatto che l’iniziativa putiniana farebbe inevitabilmente impennare le quotazioni dell’oro della terra.
A livello geopolitico, poi, se l’asse atlantico non viene percepito come una valida alternativa l’Africa sarà vieppiù attratta nell’orbita della Russia. E anche della Cina, che ne è il principale investitore mondiale, con 254 miliardi di dollari di scambi commerciali nel solo 2021, ricorda l’Atlantic Council. Non a caso, appena prima della visita del Presidente Xi Jinping, Mosca aveva ospitato un meeting coi rappresentanti di 54 Paesi africani, inclusi 43 Capi di Stato.
In questa circostanza, tra l’altro, lo Zar ha assicurato il supporto del Cremlino al Continente Nero nella resistenza «all’ideologia neo-coloniale imposta dall’estero». E benché sia onestamente difficile pensare che sia spinto da puro altruismo, non si può negare che la sua retorica sia efficace quanto ben calibrata. Parafrasando l’immenso Totò, “poi dice che uno si butta su Mosca (e Pechino)”…