La società dei Buongiornissimi su Whatsapp, ma chi le fa quelle immagini?
L’autore di quelle immagini su whatsapp è cosciente di fare trash o si compiace dei suoi risultati artistici? Ci ricava anche dei soldi?
Oggi voglio parlare di quelle graziose immaginette che dilagano su Whatsapp e sui social, augurandoci ogni bene per la giornata / la notte / la settimana / il mese / la stagione che sta per iniziare. Soprattutto il buongiorno che, sottostando alla implacabile legge dell’inflazione, sempre più spesso viene rafforzato in Buongiornissimo. E poi via via specializzandosi, fino a “Buon Martedì pomeriggio. Un saluto al volo per chi è a casa e per chi è al lavoro”. O minatorio: “Dì la verità, stavi aspettando il mio buongiorno”.
Il fenomeno viene da lontano, vide la luce nei primi anni 2000. Nacque fra i giovani, con la progressiva stilizzazione e astrazione di immagini ritagliate dalla cultura corrente e gradualmente ridotte a “meme”, culto che ancor oggi i giovani hanno, ma in chiave satirica e di denuncia.
Ma curiosamente a questo punto subentrarono i vecchi, adottando quel metodo che mischia grafica e breve testo, ma per farne collage zuccherosi e ammiccanti; beneauguranti. I loro creatori devono avere una sterminata biblioteca di emoji – più gettonati soli ridenti & tramonti, placide ondine, mazzi di fiori, gattini, sveglie della nonna, santini, Topolino (quest’ultimo stranamente ovunque, nei più improbabili abbinamenti, compresa la celebrazione italiana del 2 Giugno)…
Su tutto campeggiano i cuori, in ogni declinazione. Questi creativi mischiano fantasiosamente i pezzi, incuranti di stile, colori, proporzioni, e anche ripetizioni (tipo “Buongiorno! Buona giornata!”). Per non parlare dei caratteri carnevaleschi o fumettistici o iper-romantici utilizzati per le scritte o slogan di accompagnamento. Capite subito che le possibili combinazioni sono infinite, le scorte ci basteranno per dieci vite.
Sulle prime credemmo – e in molti sperammo, per la salute delle caselle di posta e account social nonché dell’apparato digerente – che questa filiazione annegasse nella sua stessa melassa. Ma non fu così: è viva e vegeta, non dà segni di stanchezza, non ha bisogno di rinnovarsi perché vive di conferme.
Uno direbbe: ci insegnano che, perché un messaggio sia efficace in questa società della comunicazione a distanza, ci vogliono media manager preparatissimi che non lasciano nulla al caso; e quindi che prodotti così casuali e trash siano destinati all’oblio o a un sottobosco di anime candide e sprovvedute. Manco per niente! Queste cartoline hanno successo; che dico, sono virali. Presso le casalinghe di Voghera?
No! Presso un pubblico trasversale alle categorie socio-culturali, che abbonda negli uffici e in qualunque altro ambiente di lavoro con un computer o quantomeno uno smartphone a disposizione; te ne invierà quel tuo insospettabile amico, talvolta il tuo capo per mostrarsi spiritoso e alla mano; i tuoi parenti vicini e lontani hanno una chat che vive di quello. Ho esperienza diretta di un circolo culturale in cui era stata creato un gruppo whatsapp per le comunicazioni di servizio veloci; bene, questo utilizzo è stato rapidamente abbandonato perché quei messaggi affogavano in mezzo a un mare di gag ridanciane o sdolcinate a base di emoji (spesso gif in movimento convulso).
Ti chiedi: queste amenità sono in numero infinito; chi le compone? E lo fa in buona o in mala fede? Cioè, è cosciente di fare trash per un certo pubblico o si compiace dei suoi risultati artistici? E’ volontariato o ci ricava anche dei soldi? Tu fai tanto a limare la confezione della tua comunicazione sociale o commerciale, talvolta ricevendone magri ritorni, e poi vedi dilagare un Buongiornissimo! Kaffeeeeè? come un’ameba (grazie anche alla call to action: rispondi qualcosa e condividi!). Già, perché il caffè è un altro protagonista indiscusso: macchinette moka e tazzine fumanti campeggiano ovunque per un energico risveglio, non di rado drappeggiate nella bandiera italiana.
Il guaio è che questi messaggi sono moralmente inattaccabili, pena sentirti o essere visto come spregevole: inni alla vita, riscoperta della semplicità, della natura, antica saggezza (“Buongiorno. Dietro le nuvole c’è sempre il sole”), non di rado casi di coscienza; insomma, positività. Poco male che molti di questi messaggi celano ovvietà e luoghi comuni anche deteriori).
Sarebbe interessante che qualcuno ne facesse uno studio socio-antropologico: fonti, motivazioni, meccanismi di gratificazione, emulazione… Mi sembra strano che nessuno ci abbia ancora pensato. Se ne avete notizia, fatemi sapere.
E ora vi auguro una giornata straordinaria, fantastica, unica, come voi.
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