La velocità media del traffico a Roma è 20 km/h. Ma è la ricerca del parcheggio che rallenta di più
Quello che allunga i tempi di percorrenza in città non è il limite di velocità, gli studi sul traffico ci dicono che con un limite più basso, il traffico migliora
Le amministrazioni delle città del mondo devono affrontare i problemi legati al traffico eccessivo, ai tempi di percorrenza, all’inquinamento e agli incidenti stradali. Ridurre il limite di velocità a 30km/h è una misura che funziona per iniziare a cambiare. Qualcuno ci riesce, anche se chi guida non piace.
Coprendo 390 città, in 56 paesi e 6 continenti, il TomTom Traffic Index misura i tempi di viaggio nelle città di tutto il mondo, valutando così i costi del carburante e le emissioni di CO 2 e fornendo accesso gratuito alle informazioni città per città.
La città più lenta del mondo è Londra
Nella classifica dei tempi di percorrenza medi su 10km, Londra occupa il posto di città più lenta, con 36’20” per compiere il tragitto, equivalente a una velocità media di 14 km/h. La seguono Bengaluru (o Bengalore in India) con 29’10” e Dublino con 28’30”. Milano è la prima più lenta d’Italia e viene al 5° posto, dietro Sapporo, con 27’30”. L’altra italiana più prossima è Roma, 12° posto, con 25’40”, dopo Parigi che registra 26’10”. La media kilometrica di Milano è di 18 km/h quella di Roma è di 20 km/h.
Il traffico c’è ovunque e rallenta le nostre vite dappertutto
Le statistiche danno un quadro, una misura di un fenomeno ma non spiegano tutta la realtà, vanno interpretate. Ognuno di noi ha le proprie esperienze di viaggiatore e di residente. Non c’era bisogno di questa statistica per sapere che in città si procede piano, quando si va in auto. Per me, che a Roma ho passato una vita, devo dire che le file e le colonne di auto ferme sulla tangenziale sono un ricordo indelebile e un trauma che mi ha segnato per sempre. Odio le file. Se posso rifuggo dall’idea di doverne fare ancora.
Ho invidiato molto gli automobilisti di città come Siena, Viterbo, Modena, che ho sempre percorso con grande serenità. Dalla statistica invece sembra che la lentezza del traffico sia diffusa in gran parte del mondo, comprese le città italiane medie. Torino per esempio ha un tempo di percorrenza di 25’ e una velocità media di 21 km/h, solo 40” meno di Roma. Napoli che io pensavo tra le peggiori per ingolfamento da traffico ha un tempo di 17’10” e una velocità di 28Km/h e meglio ancora si scopre che a Firenze si procede a 30km/h e ci vogliono 16’40” per completare i 10km.
Non ci si crede. Firenze è un’altra di quelle città che si girano bene a piedi e l’idea di passare per i viali con l’auto mi ha sempre lasciato un po’ d’ansia per non sapere cos’avrei trovato. A Firenze la macchina non serve. Per lo meno al turista. Comunque molto simile a Bologna, che ha una velocità leggermente superiore a Firenze, 35km/h e un tempo di percorrenza di 13’40”: direi più che accettabile.
Milano vuole ridurre il limite di velocità a 30 km/h
Ha fatto discutere la decisione di qualche mese fa del consiglio comunale di Milano di approvare un ordine del giorno in cui si chiede alla giunta di introdurre un limite di velocità di 30 chilometri all’ora su gran parte della città. È una strategia che decine di città in Europa e in Italia hanno seguito o stanno seguendo, da Londra a Parigi, passando per Torino e Bologna, ma che ha i suoi numerosi avversari.
Se Milano si unisce all’elenco delle “città 30”, quelle col limite di velocità, ci sarà la rivolta degli automobilisti. Il provvedimento sarà in vigore a partire da gennaio 2024, secondo la delibera approvata da Palazzo Marino nella serata del 9 gennaio 2023. A differenza di quanto accaduto in altre città del nostro Paese, la misura dovrà essere rispettata in tutto il territorio del capoluogo lombardo, come già accaduto a Parigi e Bruxelles.
Salvini contrario ma non sa che a Milano i 30km/h sono un miraggio!
Se la velocità media in città è già inferiore ai 30 chilometri all’ora si potrebbe pensare che introdurre il limite non serva poi a molto o che sia addirittura inutile.
Come sempre succede il Ministro dei Trasporti e leader della Lega Matteo Salvini, non ha lasciato perdere la possibilità di intervenire su un tema che non comprende, con una vena ironica completamente fuori luogo: “Ricordo al sindaco e al Pd che la gente vorrebbe andare a lavorare”, ha scritto su Twitter, che è ormai lo scranno dal quale comunica col suo elettorato, anche se ne avrebbe uno in Parlamento apposito.
Il timore di Salvini è che, abbassando il limite di velocità si renderà ancora più lento il traffico. Un ragionamento che farebbe chiunque, anzi un uomo qualunque. Salvini è sempre quello che legge la realtà con la pancia e alla pancia degli Italiani parla.
Abbiamo appena visto che a Milano la velocità media di percorrenza è di 18 km/h, il limite di 30 quindi sarebbe un successone quando e se verrà raggiunto. Quello di 40 o 50km/h resterà un miraggio! Forse Salvini non se ne rende conto, visto che la scorta gli apre la strada quando sfreccia per Milano, ma la verità è all’opposto di quello che l’uomo qualunque pensa.
Se vai più veloce in città non è detto che arrivi prima. Se è l’alba di domenica mattina forse ma quando inizia il traffico urbano, i problemi impongono a ogni autista rallentamenti, stop e ripartenze. Sono i cosiddetti “stop and go”: le improvvise accelerate seguite da altrettanto bruschi rallentamenti che creano problemi. Una modalità di viaggiare che aumenta le emissioni, l’inquinamento acustico e accelera l’usura dei veicoli.
Sono altri gli interventi da fare per ridurre i tempi di percorrenza urbana
Riducendo il limite di velocità quindi -è provato- non si allungano i tempi di percorrenza ma si accorciano. Quello che allunga i tempi di percorrenza in città non è il limite di velocità, nessuno riesce ad avere una media di 50k/h. Lo sanno anche i bambini. I rallentamenti dovuti ai semafori, agli stop, agli incroci, alle curve strette e alle file, non li eviti. Ma più di ogni altro quel che rallenta è la ricerca del parcheggio, quando non esistono quelli a pagamento multipiano. Dagli studi e le ricerche fatte il tempo medio di percorrenza di 30km/h dovrebbe essere quello ideale e già, ripeto, c’è da festeggiare se riusciamo a raggiungerlo.
Eliminare i picchi per avere uno scorrimento più fluido del traffico
I guidatori sopravvalutano spesso quanto una maggiore velocità possa farli arrivare prima, mentre in realtà le continue accelerazioni possono avere addirittura l’effetto contro intuitivo di allungare la durata del viaggio. Si è scoperto che eliminando i picchi di velocità si ottiene effettivamente una riduzione della velocità media, anche se in genere molto minima. Tuttavia gli studi sul traffico ci dicono che con un limite più basso, il traffico diventa più fluido e meno a singhiozzo, permettendo il passaggio dello stesso numero di automobili, o persino un aumento, nello stesso spazio di tempo.
Questo presuppone la collaborazione degli automobilisti. Per esempio lasciare parcheggiata l’auto in seconda fila non aiuta. Superare le auto per poi tagliare la strada per re-immettersi nella fila, un’altra cosa che non aiuta. L’indecisione se girare a destra o a sinistra, non aiuta. Insomma gli amministratori fanno i piani ma se i cittadini non vogliono collaborare c’è poco da pretendere. Né possono essere i cittadini ligi al dovere quelli che fanno rispettare le regole agli altri. Questo farebbe scattare liti e baruffe che pure non aiuterebbero. Un rafforzamento dei controlli si rende necessario, anche da remoto, con le telecamere e i droni.
I vantaggi dei 30 km/h
Per tante ragioni dunque, il limite di 30 all’ora è considerato dagli urbanisti una sorta di “numero ideale” che, data l’attuale situazione degradata del traffico urbano, consente di ottenere il massimo dei vantaggi da tutti i punti di vista. Meno ripartenze rapide e frenate secche significa minor consumo, minor stress al motore e alle gomme, minor usura dei veicoli e della salute dei guidatori. Significa anche riduzione del rischio di incidenti e della loro gravità. Allo stesso tempo sembra che la riduzione del limite induca un 10% di persone a non prendere neanche l’auto.
Addirittura ad ogni 10 per cento di riduzione del limite, secondo alcuni studi, si riduce di un 10% la circolazione di auto e meno auto in movimento significano meno code e più parcheggi liberi. Tutte queste considerazioni dimostrano ancora una volta che la realtà è sempre complessa e bisogna fare uno sforzo per capirne le modalità. Quando la si vuole leggere superficialmente, forti solo della propria esperienza, si rischia di dire delle baggianate, anche se magari incontrano il pensiero (debole) di alcuni.
Nelle città future sempre meno auto private
Per ottenere dei risultati favorevoli le città che hanno adottato questo sistema della riduzione del limite di velocità, accompagnano la presenza dei cartelli con altre iniziative strutturali che ne facilitino la realizzazione. Allargano i marciapiedi stringendo le carreggiate e le curve diventano più strette. Se si vuole davvero ridurre il traffico urbano l’unica via seria è quella di aumentare le isole pedonali, le aree a traffico controllato o interdetto, potenziare il trasporto pubblico, specie quello underground, incrementare il numero dei taxi, e facilitare, laddove possibile, l’uso di biciclette, monopattini e car sharing.
Sono spesso misure che all’uomo qualunque non piacciono. Lui vorrebbe prendere la sua macchina e posteggiare davanti all’ufficio e al negozio per lo shopping. Purtroppo la vita in città può essere molto scomoda se lasciamo che ciascuno guardi solo alle proprie comodità. Le previsioni future non lasciano ben sperare per gli innamorati del volante. Se tutto va come si prevede, nel futuro ci saranno sempre meno auto private e sempre più car sharing. Sempre più trasporto pubblico e meno fuoriserie. Rassegniamoci.
Roma, sì del Campidoglio a nuova delibera ZTL Fascia Verde