Roma, la volpe azzannata da un cane nel parco è un segnale di degrado
La mattina del 9 gennaio, a Villa Pamphilj, un’esemplare di volpe dopo essere stato azzannato al collo da un cane è rimasto per due ore agonizzante sul terreno
La mattina del 9 gennaio, a Villa Pamphilj un’esemplare di volpe dopo essere stato azzannato al collo da un cane è rimasto per due ore circa agonizzante sul terreno, senza che le Forze dell’ordine abbiano saputo e potuto fare alcunché di utile alla sopravvivenza del povero animale. L’Associazione amici per Villa Pamphilj nella sua ricostruzione dell’accaduto critica l’inadeguatezza degli agenti di Polizia Municipale, guidati da protocolli di intervento inutili e perditempo: “Il vile, ovvero il padrone di un bracco nero che recuperato velocemente il proprio cane dice a coloro che hanno assistito al fatto “esco un attimo, vado a chiamare i soccorsi”, ovviamente era una scusa per allontanarsi e non rispondere di quel che era successo, ché quel suo cane aveva appena scovato ed azzannato una volpe, lasciandola moribonda sul viale. Il protocollo di intervento, due vetture della Polizia di Roma Capitale e cinque agenti al telefono per segnalare, chiedere interventi, istruzioni, informare, aspettare, spiegare che dovevano aspettare, rispettare determinati codici di comportamento…la nostra volpe che alzava ogni tanto il musetto ad implorare aiuto, tutto intorno i cittadini basiti, dispiaciuti…anche un po’ contrariati da questo tergiversare e rimanere appesi al protocollo. La cavalleria, due agenti del reparto a cavallo della Polizia di Stato che finalmente, con altri della Municipale accorsi con degli scatoloni, raccolgono con tutte le precauzioni del caso la povera volpe…sempre più agonizzante; sono ormai le 11.30, una delle vetture la condurrà a Villa Borghese, presso il centro di recupero della fauna selvatica gestito dalla Lipu…giusto il tempo di istruire gli agenti su quale strada fare per raggiungerlo. La volpe, un’altra, l’ennesima vittima della mascalzonaggine e della viltà umane, destinata a morire o ad essere soppressa, che due ore di attesa per un “possibile” soccorso sono oggettivamente troppe. Vittima anche di certi “protocolli”: I cani lasciati liberi di aggredire da proprietari irresponsabili che non pagano mai per la violazione di norme e leggi.
Le Forze dell’ordine, impreparate ad intervenire con tempestività ed efficacia su eventi ormai ricorrenti all’interno di una grande area verde, prive di attrezzature ed istruzioni, addirittura ignare di chi interpellare e di come raggiungerne la sede; La Lipu, che pur avendo ricevuto una decina d’anni fa una struttura all’interno di Villa Borghese, riceve gli animali feriti…ma non è attrezzata / supportata / sostenuta (vai a capire perché) per poter intervenire efficacemente sul campo; I politici, gli amministratori, i funzionari comunali e certi responsabili di associazioni ambientaliste, sempre pronti a rilasciare interviste dal bordo del lago del Giglio o dai casali di Villa Pamphilj, proprio sulla ricchezza di fauna e flora e storia racchiusa in questo spazio meraviglioso; soprattutto, ben protetti da quei protocolli che non cambiano, non elaborano, non aggiornano, quelli che non li vedono mai responsabili di quanto avviene, anche di una volpe lasciata due ore ad agonizzare su di un viale a Villa Pamphilj. Nonostante il cemento dominante agli occhi dei più, l’inquinamento atmosferico e acustico, nella Capitale sono presenti delle oasi di verde dove si muovono numerose specie di fauna e avifauna: aironi, volpi, martin pescatori, picchi e falchi sono solo alcune di esse. Una volpe avvistata in città è una notizia che suscita sorpresa, non siamo abituati a vedere questi animali in un contesto urbano o forse siamo ormai troppo distratti per accorgerci della loro presenza. “In realtà le volpi a Roma non sono affatto rare, io stesso ne ho avvistate al Parco della Caffarella, al Parco di Centocelle e in diverse aree verdi della città, sia in zone semi centrali che periferiche”, ci ricorda Alessandro Fiorillo, socio Lipu e attivista del Wwf Pigneto – Prenestino. “Quello che a noi ha un po’ sorpreso – continua Fiorillo – è stata la presenza della volpe in un’area che per quanto molto interessante sotto il profilo naturalistico, resta comunque abbastanza circoscritta e circondata da un contesto urbano tra i più cementificati e trafficati; è probabile che sia arrivata lì seguendo i binari della ferrovia che passa proprio accanto al lago e al parco (lago ex Snia, a 2 km da Termini), altrimenti dovrebbe aver attraversato strade cittadine molto trafficate mettendo a serio repentaglio la propria sopravvivenza. Uno dei grandi problemi per la biodiversità negli ambienti urbani (e non solo) è rappresentato dalla frammentazione degli habitat, ossia da aree verdi sempre più piccole e circoscritte e senza corridoi ecologici in grado di metterle in connessione tra loro. Man mano che avanza il cemento, la situazione si fa sempre più critica e molte specie rischiano di scomparire del tutto”, conclude così la sua analisi l’attivista Wwf e socio Lipu Alessandro Fiorillo. (Con la collaborazione dell’Associazione per gli amici di Villa Pamphilj).