Roma Labaro e Prima Porta: dall’alluvione nulla è cambiato
A Labaro cumuli di rifiuti; a Prima Porta nessun sussidio
E’ passato ormai più di un mese dall’alluvione che ha colpito Roma lo scorso gennaio ma, come abbiamo avuto modo di documentare, sono ancora molti i disagi che i cittadini sono costretti a vivere quotidianamente.
Dopo aver elencato le strade chiuse e bloccate in varie parti della città, è la volta del quartiere Labaro. Come testimoniano le foto, “esiste una catasta di materiale di risulta portato dalla piena e ancora non propriamente smaltito. A guardarla da lontano sembra terra e fango. In realtà è un cumolo di immondizia, rami, plastica. E carcasse di animali morti” – spiega il consigliere di Roma Capitale Roberto Cantiani.
Ma c’è dell’altro. Stavolta a parlare è il consigliere regionale Adriano Palozzi, che denuncia l’immobilità delle istituzione nei confronti delle famiglie alluvionate di Prima Porta. “E’ immorale e tragico – dichiara – quello che stanno passando le tante famiglie di Prima Porta colpite a fine gennaio dalla tremenda alluvione, che ha devastato i territori nord della Capitale. Gente sfortunata che ha perso la casa e che, danno oltre alla beffa, attende da ormai due mesi sacrosanti risarcimenti. Denaro che, seppur parzialmente, avrebbe potuto già alleviare quella sofferenza materiale e psicologica, sottovalutata ancora dalle istituzioni. E invece a sessanta giorni da quella tragedia siamo ancora qui ad esortare il governo a fare presto e a calendarizzare quanto prima lo stato di calamità”.
Secondo Palozzi, è necessario che anche le istituzioni locali sollecitino e facciano “maggior pressing” nei riguardi del sindaco Marino e del governo “perché donne, uomini, bambini e anziani di Prima Porta non possono più aspettare”.