Laboratori socio occupazionali, servizio sospeso. Utenti e lavoratori nel caos
Grande incertezza anche per i 65 ragazzi disabili intellettivi medio gravi che erano stato inseriti nelle varie strutture
Un presidio davanti alla sede del Dipartimento delle politiche sociali del Comune di Roma a Viale Manzoni 16 per la mancata riapertura dei laboratori socio occupazionali gestiti fino a oggi da Comunità di Capodarco di Roma.
“Temiamo che il percorso dei laboratori – hanno spiegato Cgil Cisl e Uil -sia fortemente a rischio per i 65 destinatari e per i 13 lavoratori che operano nelle strutture con professionalità, competenza e dedizione. Non sono stati rispettati i tempi per la riapertura prevista per il 2 settembre, sollecitata nei mesi passati sia dal Comitato che dal Sindacato, né c’è certezza dell’inserimento per tutti i 65 ragazzi disabili intellettivi medio gravi che erano inseriti”, dichiarano le segreterie confederali Cgil Roma Lazio, Cisl Roma Capitale Rieti e Uil Lazio.
“I laboratori di cui parliamo sono stati creati nel 2004 e hanno assolto, fino al 31 luglio scorso, a una funzione di inclusione sociale importantissima, potremmo dire vitale, per le attività occupazionali, per la sollecitazione, sostegno e valorizzazione delle capacità residue degli utenti coinvolti. Queste strutture rappresentano, in sostanza, una valida e reale risposta alle esigenze riabilitative e di autonomia delle persone con disabilità cognitiva. Le attività che si svolgono nei laboratori migliorano e stabilizzano le condizioni e le competenze pratiche e intellettive dei ragazzi coinvolti e garantiscono il coinvolgimento dei ragazzi attraverso le attività nella rete territoriale di supporto al disagio sociale: la pasta prodotta dal laboratorio di pasta fresca ad esempio, viene donata e utilizzata dalla Caritas, parliamo di 50.000 pasti l’anno distribuiti nelle mense per persone che vivono in condizioni di marginalità ed esclusione sociale. Nei mesi scorsi è stata chiesta una proroga finalizzata a garantire la continuità delle attività fondamentali per i ragazzi e per i lavoratori occupati. Ad oggi non sono stati rispettati i tempi per l’affidamento né quelli per l’inserimento degli utenti: vige una situazione di caos e indeterminatezza che penalizza gravemente la condizione di fragilità psicologica degli utenti e delle loro famiglie e getta nell’incertezza occupazionale gli operatori”.
“Chiediamo – proseguono Cgil Cisl e Uil – l’immediata riapertura dei laboratori e a brevissimo la convocazione di un confronto sul merito della questione con tutti gli attori politici e amministrativi del Comune di Roma insieme alla Regione, per creare tutti i presupposti affinché non si ripetano più tali inaccettabili situazioni di disagio. Vogliamo che venga garantita la fruizione a tutti gli utenti fino ad oggi inseriti, l’ampliamento di tali servizi, da considerarsi un’efficace risposta riabilitativa e occupazionale adatta e necessaria a questa particolare e fragile utenza”.
“Chiediamo il coinvolgimento anche della Regione, dell’Assessorato alle Politiche sociali per la valorizzazione e il sostegno di tali esperienze e per la soluzione di problemi ciclici che si presentano ad ogni nuovo affidamento , che comportano disagi gravissimi per i disabili e per le loro famiglie. È il momento di affrontare seriamente e in modo fattivo il tema delle Politiche Sociali in questa Città e in questa Regione. Riteniamo che questa sia l’occasione per iniziare, partendo da scelte e interventi che non possono essere ulteriormente rimandati”, concludono i sindacati.