L’anti-Pasqua anti-cristica di anti-papa Francesco: la fede invertita di Bergoglio
Questa Pasqua sarà da ricordare: l’antipapa Francesco ha dato il meglio di sé per farci capire che è volenterosamente anticattolico
Questa Pasqua sarà da ricordare: antipapa Francesco ha dato il meglio di sé per farci capire che non solo non è il papa, ma anche che è volenterosamente e inversivamente anticattolico. Questo gli è permesso dal fatto che, come sapete, non ha il munus di origine divina, il “marchio di garanzia” che sancisce l’assistenza dello Spirito Santo per i veri papi, eletti legalmente. Questo è infatti trattenuto dal vero Santo Padre, Benedetto XVI, l’emerito, cioè “colui che merita, che ha diritto” di essere papa in quanto è in sede impedita, cioè prigioniero, confinato. Qui tutta l’inchiesta.
Bisogna stare molto attenti: non si capisce facilmente con quale furbizia operi Bergoglio se non si conosce lo schema di base della sua personalissima “spiritualità”, che, come abbiamo analizzato qui, si trova agli esatti antipodi rispetto al Cattolicesimo, nonostante questo non si percepisca immediatamente.
La tecnica dell’antipapa è ESTREMAMENTE INSIDIOSA: dice o fa 99 cose banalmente giuste e/o che grondano sentimentalismo e raccolgono un facile consenso, lo mettono al riparo da critiche, ma poi la 100esima è il “bug” che inceppa tutto il meccanismo. I cattolici vengono quindi SPIRITUALMENTE AVVELENATI senza che se ne avvedano, con una goccia di arsenico diluita nella marmellata.
Ecco alcuni FATTI dalle prodezze antipasquali del nostro.
Tanto per cominciare, nella più solenne liturgia dell’anno, il cuore della fede cattolica, la Veglia di Pasqua, Bergoglio ha partecipato ma NON HA PRESIEDUTO. Ha assistito in CAPPOTTO, senza casula e senza STOLA, simbolo per eccellenza del sacerdote che agisce in nome e per conto di Dio. Questo fatto è passato quasi sotto silenzio e la gente non capisce il significato di questa scelta.
Invece, munito di casula e stola solenni si era fatto riprendere il Giovedì santo a lavare i piedi di alcuni detenuti, a favor di telecamera, nel carcere di Civitavecchia. “Ecco, vedete, che bello il papa, come è umile, accoglie i peccatori etc etc”: la dozzinale “botta” mediatico-emozionale che arriva è questa, ma la realtà è che si tratta di un gesto del tutto PROFANATORIO dell’episodio in cui Gesù lavò i piedi ai DISCEPOLI.
Per questo, nella Tradizione il papa ha sempre e solo lavato i piedi a SACERDOTI, in San Giovanni in Laterano, mentre Bergoglio ha chiesto un’esplicita deroga alla Congregazione per il Culto divino per inserire le DONNE, cosa che sotto la glassa del politicamente corretto, cela un gesto che, rivolto a una donna, si colloca chiaramente fuori della decenza prevista per un papa. Tra l’altro, la lavanda dei piedi viene peraltro eseguita ovunque, nei luoghi più vari, fuori da San Giovanni.
Per non parlare dell’inversione costituita dalla scelta dei “proprietari” dei piedi: islamici, carcerati, perfino un transessuale, qualche anno fa. Siamo dunque all’esatto contrario di quanto fece Gesù, che lavò i piedi a dei Santi: Pietro, Giovanni, Luca etc. Vi rendete conto?
Ma il “meglio” è stato il Lunedi dell’Angelo: Bergoglio ha fatto cantare in Vaticano un tizio-icona gay che promuove nelle sue canzoni omosessualismo (quindi il secondo dei quattro cattolici “Peccati che gridano vendetta al Cielo”), oltre a pornografia, turpiloquio, oscenità, droga, prostituzione, sballo e similia. Il giovanotto si è presentato al concerto vestito innocentemente con una semplice camicia bianca e ha cantato una delle sue canzoni più “pulite”.
Ma documentatevi pure sui contenuti di tutte le altre canzoni e pensate al danno devastante, a livello educativo, per migliaia di adolescenti che hanno ricevuto un “crisma” a tali contenuti nientemeno che dal presunto papa. Leggete cosa ha dichiarato l’organizzatore, don Fabio Falabretti: “Blanco, con i suoi testi che raccontano fatiche, speranze e ferite, dà voce alle inquietudini e agli stati d’animo dei ragazzi. […] Blanco è un regalo ricevuto e ridonato ai ragazzi.
Ed eccolo il pio regalo che offre il cantante in una sua canzone: “Dio, perdonami, ne ho diciassette sulle spalle, e sono nato peccatore, cresciuto in mezzo ai campi, tanto da dirti se hai libera un’ ora, se ci sei, se no fanculo, mi arrangio da solo, faccio un casino che poi scende il cielo, dal cielo sereno viene una tempesta, mi chiudo in casa poi mi scopo questa, mischiando amore e violenza”. A chi è rivolto quel “fanculo”?
La realtà è che si tratta di una vera e propria “corruzione dei giovani” su scala nazionale mascherata dietro mielose parole-truffa come “inclusione”, “accoglienza”, “dialogo” etc. A vedere quelle masse di poveri ragazzi, già macinati dal mainstream e dal consumismo più truce, sembra davvero di assistere a scene dalla fiaba del Pifferaio di Hamelin.
Non basta: poco prima, alla pseudo-benedizione Urbi et orbi, antipapa Bergoglio ha detto: “Facciamo fatica a credere che Gesù sia veramente risorto, che abbia veramente vinto la morte. Che sia forse un’illusione? Un frutto della nostra immaginazione? No, non è un’illusione! Oggi più che mai risuona l’annuncio pasquale tanto caro all’Oriente cristiano: «Cristo è risorto! È veramente risorto!”.
Questa frase ha destato scalpore anche tra i media più intorpiditi, ma in pochi hanno colto il meccanismo di banale programmazione neuro-linguistica: avanzare un DUBBIO che, comunque, prene forma nella mente degli ascoltatori, per poi negare e rientrare APPARENTEMENTE nel seminato.
E’ lo stesso escamotage di un politico che dicesse: “Pensiamo forse che i nostri avversari abbiano commesso brogli elettorali? No, ci rifiutiamo di pensarlo”.
Nell’intervista rilasciata a Lorena Bianchetti, c’è tutto un panegirico sulle donne che non finisce più, ma che non riesce a celare la frase-bug dell’antipapa: “Torniamo all’inizio, le tre del pomeriggio. Gesù muore, muore solo. La solitudine più piena, ABBANDONATO ANCHE DA DIO: “Perché mi hai abbandonato?” QUI.
ATTENZIONE! Questa affermazione è gravissima perché la frase che pronuncia Gesù sulla croce NON È AFFATTO DI DISPERAZIONE perché si sente abbandonato dal Padre, ma è di LODE, una suprema accettazione della volontà del Padre che riprende l’inizio del SALMO 21, cioè una preghiera che comincia con : «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?» e termina glorificando Dio: “Si parlerà del Signore alla generazione che viene; annunzieranno la sua giustizia; al popolo che nascerà diranno:
«Ecco l’opera del Signore!»”.
Il vero papa Benedetto lo spiegava benissimo nel suo libro “Gesù di Nazareth” del 2007”. Spiegano i teologi che la crocifissione è avvenuta con il “consenso trinitario”, cioè permessa e voluta da tutte e tre le Persone, Padre, Figlio e Spirito Santo per la redenzione dell’uomo.
Capite? Bergoglio suggerisce inversivamente che Dio possa aver abbandonato il Figlio, così come lo ha fatto con il cambiamento inaudito del Padre Nostro che vi fanno recitare a messa: la frase “non ci indurre in tentazione”, è stata abusivamente cambiata in “non ci abbandonare alla tentazione”. La premessa della frase corretta, nell’originale, è che Dio può mettere alla prova i Suoi figli, per temprarne la fede, mentre la frase di Bergoglio presuppone che Dio possa davvero abbandonare alla tentazione.
Come se chiedeste a vostro padre: “Babbo per favore, non avvelenarmi il caffè”. Nonostante la petizione, stareste supponendo che vostro padre possa avvelenarvi. Capite perché si tratta di una bestemmia?
L’intervista si chiude poi con il coup de theatre. La Bianchetti gli chiede: “Sono quasi le tre. Come dobbiamo vivere questo orario, oggi?” E Bergoglio si rinchiude in un mutismo con espressione di circostanza che dura un intero minuto. Chi lo ha criticato pensando che non sapesse rispondere non ha capito niente.
Era ovviamente un colpo ad effetto, da gran maestro delle emozioni quale egli è: un “commovente minuto di silenzio” che gli ha consentito di non sbilanciarsi sul mistero della Redenzione e del Sacrificio di Cristo per l’uomo. Il minuto di silenzio si dedica frettolosamente alle persone defunte, al politico o all’attore di turno, ma il Redentore è “morto per la nostra salvezza e asceso al Cielo”. Un vero papa avrebbe detto ben altro.
Cari cattolici, ve lo diciamo da un punto di vista laico: state in guardia, l’impostura di cui siete vittima è di una gravità di cui ancora si percepisce appena la superficie.