Lavoro: imprenditori… con il weekend lungo, si produce di più
Lavorare un giorno di meno a settimana aumenta la produttività aziendale e consente più tempo libero e più consumi e soddisfazione dei dipendenti
Lavorare un giorno di meno a settimana aumenta la produttività aziendale e consente più tempo libero e più consumi, con maggiore soddisfazione da parte dei dipendenti. Anche in Italia qualcuno la sta già adottando.
Ha iniziato l’Islanda, tra il 2015 e il 2019, ha sperimentare la settimana lavorativa di soli 4 giorni e sta diventando una realtà in diversi paesi europei. Se ne parla ovviamente anche per l’Italia. In Islanda, in alcuni settori professionali, si lavora ormai 35-36 ore a settimana e i risultati sono stati così buoni che la produttività delle aziende è cresciuta dell’86%. La Nuova Zelanda ha seguito l’esempio islandese e dal 2018 la Unilever ha introdotto il giorno lavorativo in meno, poi rilanciato dal Governo.
In Italia alcune aziende hanno iniziato la Four Days Week
In Italia siamo in ritardo sul piano legislativo e questa non è una novità. Con tutti i problemi che hanno al Governo figurati se si preoccupano di proporre disegni di legge per la settimana lavorativa corta. Sulle prime penserebbero che se lo possono permettere solo i parlamentari mentre gli altri dovranno lavorare duro per recuperare le crisi che si stanno affrontando. Invece no, i privati hanno studiato la situazione e hanno capito che può essere un affare.
Alcune aziende hanno volontariamente ridotto l’orario di lavoro a 4 giorni, lasciando libero un week end da giovedì sera a lunedì mattina. La Team System è tra queste aziende, ma anche la Mondelez International, Pa Advice, Velvet Media, Awion Italia, Carter&Benson, e anche Intesa SanPaolo, il maggiore gruppo bancario italiano, ha offerto ai suoi 74mila dipendenti la possibilità di concentrare il monte ore settimanale su quattro giorni anziché cinque e di estendere lo smartworking fino a 120 giorni l’anno. Questa nuova modalità lavorativa “va incontro alle esigenze di conciliare gli equilibri di vita professionale e lavorativa delle proprie persone e dimostra attenzione al loro benessere”, ha comunicato la banca.
Di recente, anche Lamborghini ha previsto l’altenranza di una settimana lavorativa di quattro giorni a una tradizionale, mentre EssilorLuxotttica ha esteso ai propri dipendenti la facoltà di avvalersi della settimana breve per un totale di 20 settimane all’anno.
I test in Gran Bretagna e Spagna hanno dato risultati positivi
I risultati del test condotto in Gran Bretagna, tra giugno e dicembre dell’anno scorso, su ben 61 imprese con quasi tremila dipendenti, ha avuto risultati positivi. Erano aziende di software, industrie non profit e di ristorazione, ricerca di candidati da assumere e i risultati hanno superato ogni più rosea previsione. Di tutte le aziende che hanno adottato la sperimentazione 38 l’hanno estesa nel tempo e 18 l’hanno adottata in modo permanente.
Una sperimentazione che avrà la durata di sei mesi è stata appena avviata in Germania, coinvolgendo 45 aziende sparse in tutto il Paese. Stessa cosa in Spagna dove il test triennale avviato nel 2021 vuole ridurre a 32 ore settimanali su 4 giorni la settimana lavorativa. Diverse aziende spagnole comunque l’avevano già introdotta: da Delsol (software) a La Francachela (ristoranti), da Ephimera (eventi) a Microsoft. L’anno scorso anche il Belgio ha introdotto la “settimana corta”, ma senza tagliare le ore: l’idea è concentrarle in quattro giorni, previo accordo tra datore di lavoro e dipendente, con un periodo di prova di sei mesi. Su questa strada seguono anche gli Stati Uniti, la Svezia e il Giappone.
Se la settimana corta non la fanno tutti però si creano problemi
Il governo della Repubblica Dominicana ha annunciato che i dipendenti guadagneranno lo stesso stipendio ma la settimana lavorativa verrà ridotta da 44 a 36 ore, dal lunedì al giovedì. Sono anche gli insegnati della scuola pubblica -per esempio- a chiedere la settimana corta. Già che gli stipendi non sono un gran ché e l’orario li costringe a stare sempre chiusi in classe, un giorno libero a settimana consentirebbe tutti quei vantaggi che sappiamo, compreso anche quello di arricchirsi culturalmente con corsi di formazione e master specifici per insegnanti. Con un unico problema. Dove parcheggiano i figli le famiglie? Se la settimana corta non la fanno tutti si possono creare problemi.
Cosa ci guadagna il dipendente?
Quali sono i vantaggi per i dipendenti? Chiederete voi, sospettosi del fatto che piaccia così tanto alle aziende. I vantaggi sono tutti dimostrabili e inconfutabili. Dal punto di vista del dipendente avere un giorno in più da collegare al week end, significa avere quel giorno libero in cui molti uffici sono aperti e poter sbrigare pratiche e impegni senza dover chiedere permessi, ferie e cose del genere. Significa meno stress. Passare più tempo in famiglia o con il partner per chi è fidanzato. Significa risparmiare carburante, usare meno il mezzo di trasporto per andare al lavoro. Significa ridurre il traffico e con esso l’inquinamento delle città. Dove già si pratica, come nella ristorazione in Danimarca, per esempio, molti impiegati usano quei tre giorni liberi per fare un viaggio breve a Parigi, a Berlino, a Barcellona.
Un viaggio che può essere di svago ma anche per aumentare le conoscenze del dipendente, per crescere culturalmente. Avere tre giorni liberi consente di andare a teatro o al cinema per due sere di seguito. Vedersi con gli amici a cena. Andare a trovare i parenti. Se non si vuole viaggiare si può sempre frequentare un corso per imparare un nuovo idioma, frequentare un master di qualificazione, anche solo fare vacanza o fare quegli acquisti che nel corso dei giorni di lavoro non si riescono a fare. Cambia la vita!
Per le aziende significa meno spese e più produttività
Per le aziende significa concentrare in 4 giorni quello che si faceva in 5, senza perdere produttività, ma anzi guadagnandola grazie al fatto che il personale è più motivato a lavorare intensamente perché sa che avrà il venerdì libero. Non va trascurato l’aspetto riduzione dei costi: meno spese elettriche, meno consumi in azienda, meno spese per riscaldamento, meno pulizie. L’intera organizzazione del lavoro viene rimodulata su 4 giorni.
Come segnala l’Osservatorio del Politecnico di Milano, vanno anche considerati gli impatti sui processi operativi e sulla necessità di coordinamento tra chi lavora quattro e chi cinque giorni, sia all’interno che all’esterno dell’azienda. I dipendenti poi sono anche consumatori e se gli lasci un giorno feriale libero stai pur certo che spenderanno de soldi, che non avrebbero potuto spendere se li tenevi al chiodo a lavorare fino a venerdì sera. Quindi alla fine conviene anche allo Stato, perché si vedrà aumentare il gettito fiscale dovuto agli acquisti aumentati.
Uno studio condotto dal team di Juliet Schor, economista del Boston College e lead researcher del “Four Days Week Global” che ha condotto le sperimentazioni in Gran Bretagna e Stati Uniti, ha dimostrato che una diminuzione del 10% delle ore di lavoro si traduce in un abbattimento dell’8,6% delle emissioni di CO2.
La produttività in Italia tra le più basse, chissà che la settimana corta non dia una mano a incrementarla
Questa formula dovrebbe trovare applicazione rapidamente da noi perché secondo la OCSE, in Italia la produttività è più bassa che altrove. Da noi ogni lavoratore produce in media una ricchezza annuale in termini di Pil pari a 70.894 euro, contro i quasi 80mila della Germania e gli 86mila della Francia. Negli ultimi vent’anni la produttività del lavoro in Italia è cresciuta di appena il 31%, contro il 50% della Francia, il 51% della Germania e il 55% della Spagna. Nel caso dell’Italia, quindi, l’introduzione della “settimana breve” potrebbe essere l’opportunità per incrementare una produttività finora poco brillante. Chissà che con la prospettiva di una vacanza di fine settimana più lunga, l’impiegato italiano non si decida a impegnarsi maggiormente.
Un sondaggio in Germania rivela che 2 datori di lavoro su 3 sono per la settimana di 4 giorni
In Germania un sondaggio Forsa ha rivelato che il 71% dei lavoratori del paese sarebbe favorevole alla possibilità di lavorare solo quattro giorni a settimana, mentre poco più di tre quarti degli intervistati sono favorevoli all’idea che il governo esamini la possibilità di introdurre la settimana lavorativa di quattro giorni. Tra i datori di lavoro, più di due su tre sono favorevoli a questa idea. La maggioranza (75%) ritiene che una settimana di quattro giorni sarebbe auspicabile per i dipendenti, e una percentuale significativa (59%) ritiene che dovrebbe essere realizzabile anche per i datori di lavoro. Quasi la metà dei datori di lavoro (46%) ha dichiarato che ritiene “fattibile” sperimentare una settimana di quattro giorni sul proprio posto di lavoro.