Lavoro: in Italia servono più di un milione di profili con competenze digitali. Ecco quali
Le aziende italiane sono messe alla prova dalla mancanza di figure specializzate, hanno difficoltà nel reperire i talenti necessari per l’innovazione digitale
Italia si trova in una posizione di svantaggio nella transizione verso la digitalizzazione del suo capitale umano. La carenza di competenze tecnologiche diventa ancora più critica considerando che le imprese richiedono annualmente circa 1 milione e 277mila profili altamente innovativi, corrispondenti al 23,2% del totale della domanda lavorativa. La sfida è grande: solamente il 45,6% degli individui in età lavorativa in Italia ha competenze digitali di base, inferiore al 53,9% della media europea.
Transizione digitale, mancano i giovani formati
Le aziende italiane sono messe alla prova dalla mancanza di figure specializzate, trovandosi in difficoltà nel reperire i talenti necessari per guidare l’innovazione. Questi dettagli emergono dallo studio “Capitale umano e transizione tecnologica: le competenze innovative necessarie per le imprese”, realizzato dalla Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, utilizzando dati dalla banca dati Unioncamere Excelsior. Lo studio è stato presentato all’Università di Firenze durante il lancio del Festival del Lavoro 2024.
I ruoli più difficili da trovare includono ingegneri elettrotecnici (90,4% dei casi), seguiti da ingegneri dell’informazione (80,7%), tecnici di reti e sistemi telematici (74,6%), dirigenti dell’industria manifatturiera (73,8%), esperti di risparmio energetico e energie rinnovabili (71,7%), matematici, statistici e analisti di dati. È evidente anche una marcata carenza di laureati in materie STEM (Science, Technology, Engineering e Mathematics), con solo 18,3 laureati ogni 1.000 giovani tra i 20 e i 29 anni, molto al di sotto della media europea.
Questa scarsità di competenze specializzate rende difficile per le imprese adattarsi a un mercato del lavoro in continua evoluzione. Il 56,4% delle imprese, non avendo le competenze ICT interne, si rivolge a consulenti esterni, aggravando il divario nella cultura dell’innovazione nel paese.
Anche nel Lazio una forte domanda
Il settore del credito-assicurazioni e quello dell’informazione-comunicazione trainano la domanda di profili specializzati, con rispettivamente il 94,5% e il 91,7% delle assunzioni concentrate in questi settori. La Lombardia si conferma leader nella richiesta di tali profili, con oltre 30 assunzioni su 100 nelle aziende. Anche il Lazio mostra una forte domanda (29,3%), mentre in Campania si evidenzia un significativo 22,4% di assunzioni per profili innovativi.
In Toscana, che ospiterà il Festival del Lavoro dal 16 al 18 maggio presso la Fortezza da Basso, i dati mostrano un bisogno di competenze leggermente inferiore alla media nazionale. L’intelligenza artificiale e la tecnologia stanno ridefinendo il panorama lavorativo, e la formazione continua è vista come la chiave per colmare il divario tra domanda e offerta e sfruttare le opportunità offerte dall’evoluzione tecnologica, come sottolineato da Rosario De Luca, presidente del Consiglio nazionale dell’ordine dei consulenti del lavoro.
Maria Paola Monaco, docente di Diritto del lavoro all’Università e delegata all’inclusione e alle diversità, evidenzia l’importanza di preparare gli studenti a un futuro coerente con le loro aspettative e a contribuire positivamente alla società. L’Università, data la sua storica attenzione ai temi del lavoro, patrocina l’evento, promuovendo un dialogo tra istituzioni, parti sociali, professionisti e studenti per affrontare questioni di rilevanza per la comunità accademica.