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Le big si annullano tra loro, l’Inter allunga: la ventitreèsima di Serie A

Pareggi a reti bianche in Milan-Juventus e Lazio-Atalanta: ne approfittano nerazzurri, il Napoli che raggiunge i rossoneri e la Roma, sola al sesto posto

La carica di Edin Dzeko, che decide Inter-Venezia al 90'

La carica di Edin Dzeko, che decide Inter-Venezia al 90'

La Serie A va alla sosta di fine gennaio con due scontri diretti che accontentano le avversarie. Milan, Juventus, Lazio e Atalanta si dividono la posta in palio e così ne approfittano Inter, Napoli e Roma. Anche la Fiorentina rallenta.

Tra Milan e Juventus vincono botte e sbadigli

Il Milan per rimanere in scia all’Inter prima del derby, la Juve per superare momentaneamente l’Atalanta al quarto posto. A San Siro c’erano i presupposti per vedere una partita di alta classifica ma al termine dei 90 minuti ha vinto solo la noia. Tanta intensità in mezzo al campo, contrasti duri sin dall’inizio ma emozioni con il contagocce. Gli alibi non mancano – campo in pessime condizioni, scenografia fortemente limitata dal Covid, grande freddo – ma la sensazione finale è che le squadre in campo si siano accontentate del punto ottenuto. Forse l’emozione più grande è l’uscita dal campo di Ibrahimovic al 28′ per un dolore al Tendine d’Achille. Il Diavolo perde quota e viene raggiunto dal Napoli, la Juventus non supera l’Atalanta e non pareggiava 0-0 dal settembre 2019. Un pareggio che accontenta tutti e nessuno.

Col guizzo di Dzeko l’Inter allunga, il Napoli è secondo

Doveva essere un turno favorevole e così è stato, ma il “come” non è stato quello previsto. L’Inter sfrutta i rallentamenti altrui e va a +4 (e potenzialmente a +7) su Napoli e Milan, ma che fatica con il Venezia. Una partita cominciata male, con il gol preso da Henry a difesa schierata. Arrivato il pareggio col tap in di Barella, i nerazzurri hanno faticato a creare occasioni, bloccati da pochi spazi ed un buon Lezzerini tra i pali. Quando il pareggio sembrava irrimediabile, al 90′ è arrivata l’incornata di Dzeko, la quarta in questa Serie A, a sbrogliare la matassa, su cross di Dumfries. Ancora una volta i sostituti di Lukaku e Hakimi. Simone Inzaghi può così andare alla sosta con un buon margine sul Milan, con il derby al rientro fondamentale per provare a estromettere i cugini dalla corsa Scudetto.

A pari punti col Milan c’è il Napoli dopo la convincente vittoria nel derby campano con la Salernitana. Al cospetto del fanalino di coda, per giunta decimato dalle assenze, decidono i gol dei due difensori centrali, Juan Jesus e Rrahmani, più le realizzazioni dal dischetto di Mertens e Insigne, con quest’ultimo che eguaglia il numero di reti di Maradona in maglia azzurra. Quanto mai interlocutorio il pareggio granata, arrivato con un’incursione sporadica ed efficace nella metà campo per il gol di Bonazzoli. Un 4-1 senza storia che riporta il Napoli a braccetto con i rossoneri, posizione condivisa per tante giornate a inizio campionato: una buona notizia anche per l’infermeria che si sta svuotando.

La Lazio non batte un’Atalanta decimata, Roma al sesto posto

Nell’altra sfida di alta classifica arriva un altro 0-0 con ben altro significato. Se Milan e Juventus hanno giocato su un’equilibrio massimo, per Lazio e Atalanta è un pareggio da valutare diversamente. Il bicchiere mezzo pieno è per Gasperini, perché è sceso a Roma con una squadra decimata e con diversi giocatori adattati a un ruolo non loro. Nonostante questo, la Dea non si è disunita e si è giocata le sue carte. La Lazio da par suo crea poco e si ferma al palo a portiere battuto di Zaccagni e non accorcia sul quarto posto, ancora in possesso dei bergamaschi.

Chi invece accorcia è la Roma, devastante per 45 minuti, sopita per altri 45. Basta la bellissima versione del primo tempo, che realizza quattro gol in meno di un quarto d’ora con i piedi educati in mezzo al campo di Mkhitaryan e Sergio Oliveira, le sgroppate di Zaniolo e la fame di gol di Abraham, autore di una doppietta. Tra Serie A e Coppa Italia, nel 2022 viaggia alla media di un gol a partita. Nella ripresa, i giallorossi quasi si specchiano e permettono all’Empoli di rientrare in partita, dimezzando lo svantaggio, ma Mourinho può issarsi al sesto posto solitario, staccando Lazio e Fiorentina, fermata a Cagliari.

Centrogruppo: rammarico Cagliari, altro colpo dello Spezia

Nelle retrovie pesa come un macigno il gol di Sottil, che impedisce al Cagliari di vincere con la Fiorentina. In una partita condizionata dagli sprechi dal dischetto (rigori sbagliati da Joao Pedro e Biraghi), i rossoblù erano avanti di un gol e di uomo prima del pareggio viola sul finale, togliendo ai sardi due punti fondamentali per avvicinarsi alla zona salvezza. Poteva valere il sorpasso ai danni del Venezia quart’ultimo. Un passettino in avanti lo fa anche il Genoa: alla prima in panchina per il tecnico tedesco Blessin, il Grifone pareggia a reti bianche con l’Udinese e si porta quota 13, a cinque lunghezze del Venezia. Nell’anticipo del venerdì Caprari e Kalinic nel finale consentono al Verona di rimontare il Bologna, mentre sempre negli ultimi minuti il Sassuolo recupera il Torino. Al tocco sotto misura di Sanabria risponde il guizzo combinato di Berardi-Raspadori dopo tanta sofferenza per i neroverdi. A proposito di nuovi allenatori, il nuovo corso di Giampaolo alla Samp inizia con una sconfitta nel derby ligure con lo Spezia, alla seconda vittoria consecutiva dopo il colpaccio di San Siro. Per Thiago Motta, vicino all’esonero poche giornate fa, sono quattro vittorie nelle ultime cinque e ora la zona rossa è alle spalle di ben otto punti.

Ci Piace e Non Ci Piace: Gianluca Caprari e San Siro

In una giornata di livello tecnico medio-basso si potrebbe premiare la doppietta di Abraham (con geniale avvio al terzo gol di tacco), ma alla fine è giusto sottolineare un altro tacco, quello che è valso il gol del pari dell’Hellas col Bologna. Un colpo di tacco di Manciniana memoria che mette ancora più in mostra la splendida stagione che sta facendo Gianluca Caprari. Per il classe ’93 sono già quattro gol in altrettante partite nel 2021, otto in totale: la migliore stagione della carriera che, a proposito di Mancini, potrebbe aprigli anche la porta della Nazionale.

Malus che diamo invece al campo di San Siro, ridotto ai minimi termini dopo che è stato calpestato per 8 volte negli ultimi 17 giorni, in particolare due volte nel giro di 27 ore. Le lamentele arrivate dai giocatori, più l’infortunio al Tendine di Ibrahimovic in Milan-Juve sono emblematici in tal senso. È l’ennesima dimostrazione di una mancanza di visione e programmazione nel calcio italiano: i calendari vanno rivisti, rimodulati, ripensati da capo, magari con 18 squadre in Serie A.

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