Le Bioplastiche biodegradabili e compostabili
Conoscere e riconoscere i nuovi materiali della filiera della chimica verde
Presso il Punto Informativo del Comando Unità Forestali Ambientali e Agroalimentari dei Carabinieri (CUFAA), in Via Antonio Salandra, 44 Roma, è in programma per martedì 13 marzo 2018 alle ore 18 il nuovo appuntamento de "I Martedì della Natura". Questa settimana si parlerà di bioplastiche biodegradabili e compostabili, argomento di vitale importanza, su cui tutti noi dovremmo alzare il livello di attenzione. La plastica è un materiale con una struttura chimico-fisica composta da macromolecole che, nel caso di specie, sono i polimeri. Prodotto di sintesi che fin dalla seconda metà del diciannovesimo secolo (1860 circa) ha conosciuto tappe fondamentali per lo sviluppo della società industriale: rayon, nylon, la bellissima bachelite (ricordiamo i telefoni neri presenti per lungo tempo nelle case degli italiani), il cellophane, la formica delle cucine simbolo del “boom” economico.
Circa un secolo più tardi rispetto alla creazione del primo prodotto, arriva la scoperta del premio Nobel Giulio Natta, commercializzata come “MOPLEN”. Nell’arco temporale di un secolo e mezzo, una grande quantità di studi e ricerche hanno condotto all’introduzione sul mercato di materiali utili, pratici e sempre più di larga diffusione. Tuttavia, il polimero di sintesi nato con la rivoluzione industriale, ha solo sostituito un predecessore naturale contenuto nel corno, nell’ambra, nel carapace di tartaruga, materiali usati da sempre e che infatti, si trovano spesso come “reperti fossili” per contenere e conservare. Dunque, perché demonizzare la plastica, che svolge la stessa funzione ? Semplicemente perché il polimero della plastica non solo non è biodegradabile ma, in quanto tale, per sue proprietà e caratteristiche chimiche è un vero e proprio macigno per l’ambiente, che impiega tempi lunghissimi a “digerirlo”. Negli ultimi decenni l’incidenza del binomio iperproduzione di materiali plastici più inadeguate strategie di smaltimento dei rifiuti ha seriamente inficiato la capacità rigeneratrice della Natura.
Come possiamo oggi risolvere il dilemma? Con una geniale inversione di tendenza: la plastica biodegradabile. Com’è fatta, che vuol dire davvero, al di là del significato letterale, la parola “biodegradabile”, qual è il reale beneficio apportato al pianeta impiegando, ad esempio, le buste “verdi”, sottili come un velo, introdotte in maniera sempre più massiccia nella grande distribuzione, anche a seguito di importanti modifiche normative. Ce lo spiegheranno i relatori del prossimo 'Martedi della Natura' Marco Versari – Presidente AssoBioplastiche; Carmine Pagnozzi – Direttore AssoBioplastiche ed Alessandro Mostacchio – Segretario Generale Movimento Consumatori.