Le morti improvvise sono veramente in aumento negli under 50?
La morte improvvisa è una sindrome clinica ben distinta dall’ infarto cardiaco. E’ il decesso improvviso del paziente in assenza di sintomi
e segni ascrivibili all’ infarto del miocardio o all’ evento acuto cerebrovascolare (ictus ischemico o emorragia cerebrale). I giornali e anche gli istituti di statistica italiani ed europei – seppure prudentemente – darebbero la morte improvvisa in UE in forte crescita soprattutto nelle fasce di età più giovani cioè sotto i 45-50 anni con un picco (sembra) specie nei giovanissimi: questo trend statistico sarebbe avvenuto a partire dal 2021, estendendosi a tutto il 2022.
Naturalmente, in una società geriatrica come la nostra, i decessi prematuri in età giovanile e lavorativa mettono grande preoccupazione. Generalmente in questa fascia di età si assisteva prima soprattutto a decessi per traumi stradali, mentre era molto rara la morte improvvisa. Quindi prima di tutto bisogna capire bene il fenomeno dal punto di vista numerico. Bisogna cioè capire se è un dato reale e soprattutto quanto esso incida sulla società.
L’ ISTAT deve, quindi, fare pienamente il suo lavoro (ente pubblico di ricerca) e renderlo disponibile subito ai media. Infatti, abbiamo tutti diritto di conoscere la verità, così come è stato per gli effetti avversi dei vaccini Covid 19 (effetti collaterali direbbe qualcuno) e conosciamo bene il ruolo di AIFA nella comunicazione ai media. In una società che si definisce democratica, non esiste libertà vera se non ci sono prima la verità e la giustizia. La mancanza di questi capisaldi democratici porta dritti alla tirannide e da lì alla discriminazione del diverso e del dissenziente e infine alla Guerra.
Quindi va capito bene il fenomeno delle morti improvvise nei giovani, ma ciò va fatto non a colpi di iniziative legislative per esempio su come vanno fatte le autopsie in queste situazioni. Perché la verità scientifica sul fenomeno va raggiunta lasciando libero il medico di esercitare bene la sua professione clinica e forense, ricercando nei tessuti umani la prova sulla noxa patogena (l’origine del danno) alla base della interruzione della vita. Vuoi che sia un danno elettrico da miocardite subclinica (come alcuni sosterrebbero), vuoi che sia altro.
La morte improvvisa, quella vera ed inspiegabile, dovrebbe subito condurre di prassi e di routine al riscontro autoptico e a una approfondita analisi dei tessuti del paziente deceduto. Con particolare riferimento al miocardio, all’ encefalo e ai polmoni. La verità clinica non può essere demandata a frettolose indagini di rito della magistratura (cioè tanto per farle) alla presenza magari di periti poco formati e soprattutto densi di pregiudizi.
Solo una vera ricerca della verità potrà condurre con certezza al chiarimento sul fenomeno clinico della morte improvvisa giovanile e cioè a verificare se esistono nessi di causalità certi con fenomeni occorsi nell’ ultimo bienni pandemico (per esempio malattia Covid, infezione da Sars Cov 2, inoculo vaccinale Covid). E’ già capitato in passato con farmaci immessi e commercializzati nel mercato a dover essere precipitosamente ritirati (ossicodone e derivati, talidomide, ecc) dalle autorità regolatorie.
Dott. Francesco Russo
Medico – Chirurgo
Ricercatore Confermato
Dipartimento di Scienze Chirurgiche
Università di Roma Tor Vergata