Le nostre città non sono sicure: Roma lo è più di Milano ma meno di tutte le altre
A Roma denunce in crescita del 5% rispetto al passato. A essere maggiormente colpiti sono i turisti che ogni anno affollano il centro storico
Roma lo è più di Milano ma meno di tutte le altre. Se ci sono città molto pericolose è perché attraggono affari e investimenti. Quando c’è troppa tranquillità e sicurezza l’altra faccia della medaglia è l’abbandono, la fuga dei cervelli, la disoccupazione giovanile alle stelle.
Si parla spesso di sicurezza, relativamente alla vita in città, magari è sicura ma poi ci sono quartieri meno sicuri di altri, dove neanche la polizia mette piede. La sicurezza è quella che non si verifichino troppi incidenti stradali. Oppure la possibilità di non subire aggressioni, furti d’auto e furti in casa. Poi c’è la sicurezza dovuta alla possibilità di essere e non essere aiutati in caso di bisogno. Quante volte abbiamo letto di persone in difficoltà e nessuno che abbia mosso un dito?
Sappiamo delle aggressioni di bande minorili alle fermate della metropolitana, nei pressi della Stazione Termini. La tendenza che si va facendo strada purtroppo è quella di far finta di niente, di non intervenire, per non essere coinvolti in qualcosa di spiacevole per non subirne le conseguenze. Come quel ragazzo che a Milano voleva salvare una ragazza dalle percosse del fidanzato ed è finito all’ospedale con sospetto trauma cranico, malmenato dagli amici del fidanzato aggressore, senza che nessun passante lo abbia difeso.
Milano è la città con più denunce di reati, Roma è terza
Nella classifica delle città più pericolose che il Sole 24 Ore ha pubblicato ad ottobre, sui dati del Viminale, Roma è dietro a Milano. Se c’è un record negativo sulle infrazioni, i delitti, la pericolosità, Milano è sempre davanti a Roma ma questo non ci deve far sorridere, si tratta pur sempre di classifiche negative. Milano è prima per scippi e con una crescita delle denunce del 3,5%, quasi 7.000 reati denunciati ogni 100mila abitanti. Inoltre conta ben 15mila episodi di rapine per strada come nel 2007 e il dato è in crescita per quest’anno.
Nel 2022 Milano ha registrato reati come furti, rapine, omicidi volontari, violenze sessuali, sfruttamento della prostituzione e pornografia minorile, percosse, danneggiamenti, truffe e frodi informatiche, violazioni alla proprietà intellettuale. Dopo Milano e prima di Roma c’è Rimini con casi di borseggi, furti negli appartamenti, violenze sessuali, eventi che stanno preoccupando sia gli abitanti del luogo che i turisti che, ogni anno, affollano la cittadina d’estate. Tra i reati maggiori troviamo anche l’evasione fiscale, che cresce parallelamente alla crisi economica ed è in netto peggioramento.
Roma sta regredendo per i reati, mentre Napoli è la meno peggio delle prime dieci
Al terzo posto c’è Roma con denunce in crescita del 5% rispetto al passato e 26mila denunce nel 2022, come succedeva nel 2013 e 2015. A essere maggiormente colpiti, com’era immaginabile, sono i turisti che ogni anno affollano il centro storico e i mezzi di trasporto della città. Ignari del rischio che corrono o distratti dalla bellezza dei monumenti, vengono derubati dei portafogli e altri effetti personali. In diminuzione, invece, i reati più violenti come violenze sessuali e omicidi. A incidere sulla criminalità romana sono i vari clan presenti nell’area metropolitana, che si concentrano, attualmente, su nuovi mercati come quelli dell’alcool e della droga. I furti riguardano maggiormente borseggi, auto, appartamenti e luoghi di interesse artistico e archeologico.
Il primato dei furti d’auto spetta a due province pugliesi
Seguono Bologna, Firenze e Torino, che occupano rispettivamente la quarta, quinta e sesta posizione. Subito dopo si collocano Imperia, Livorno, Prato e Napoli. La città partenopea, da sempre etichettata come culla di violenza e inciviltà dunque conquista l’ultimo posto delle prime dieci città capoluogo italiane. Si potrebbe pensare che Napoli sia la capitale dei furti d’auto, invece la provincia campione di furti d’auto è in Puglia, una delle più giovani province, quella di Barletta, Trani, Andria.
Sapevo che da quelle parti c’è una forte tradizione nel settore futi d’auto, legata alle criminalità organizzata, che fa capo a Foggia, ma mi accorgo che viene per seconda, superata proprio dall’altra provincia pugliese. Una piaga che ha portato alla esasperazione i cittadini di quelle zone, con un repentino cambiamento nel voto e una giunta di sinistra per la prima volta eletta in un feudo della destra. Per cambiare davvero le cose occorrono prese di posizione drastiche e impopolari da parte delle autorità. Vedremo.
Il disagio e l’instabilità sociale ci danno una fotografia di un’Italia che sta regredendo
Si resta sorpresi anche dal fatto che due province liguri siano in testa per i reati connessi con lo spaccio e il consumo di stupefacenti: La Spezia e per i reati di percosse e contraffazioni: Imperia. Due cittadine apparentemente tranquille e che mai immagineresti coinvolte a questo livello nei reati descritti. Sono dati che fotografano una realtà italiana non più interpretabile con i pregiudizi classici, ma che mostra segni di cambiamento, in peggio, che ce la fanno apparire in grave difficoltà. Aumenta la crisi economica, l’instabilità, la disoccupazione reale (perché gli aumenti di occupazione di cui parla il Governo sono legati a contratti a tempo, anche di brevissima durata).
L’insicurezza del futuro porta come conseguenza stress, tensione, cedimento verso i reati, da parte delle fasce più bisognose. Anche molte fasce giovanili delle classi medio alte, che pure non dovrebbero avere problemi, sono vittime di un evidente nichilismo, della noia e della conseguente ricerca di emozioni in gesti al limite o non consentiti dal Codice civile. Il fenomeno del bullismo, quello delle gang che postano video di gesta eclatanti, come nel caso dell’incidente di Casal Palocco col Suv che ha ucciso una bambina e ferito suoi familiari per errore del guidatore, poco più che ventenne.
Il caso dei testi delle canzoni Trap o Rap, messe sotto accusa per il maschilismo esasperato, che non ti aspetteresti dai ragazzi di oggi. I fenomeni di stupri di branco, commessi a danno speso di compagne di scuola, amiche, ex fidanzate. L’uso dei social come dileggio e messa alla berlina di ex o di vittime del bullismo. Sono tutti reati che non fanno dormire i genitori, quando i loro figli, maschi e femmine, escono di sera.
Le città più sicure sono anche quelle con meno opportunità
Di contro dove si vive la maggior sicurezza in Italia? Sempre secondo il Sole 24 Ore l’indice più basso di criminalità si registra ad Oristano. Solo 2500 denunce su 100mila abitanti. La cittadina sarda del Campidano conta poche denunce per furti e lesioni dolose ma ha un numero elevato di estorsioni, truffe e frodi informatiche, riciclaggio e rapine.
“Oristano è da tanti anni ai vertici di questa speciale statistica e si conferma città virtuosa, -scrive il sindaco Massimiliano Sanna nel sito del Comune. – È un primato che conforta anche se non tutti i cittadini percepiscono questa condizione. Anche qui da noi succedono cose spiacevoli, cose di poco conto rispetto a altre realtà, ma che comunque dimostrano che i problemi ci sono anche qui”.
Soprattutto una città dove non c’è criminalità organizzata potrebbe essere attrattiva per gli investitori, ma ci viene il sospetto che il problema si ponga al contrario, ovvero che sia proprio questa zona della Sardegna a non attrarre investitori, neanche quelli della criminalità organizzata! Lo diciamo con profondo dispiacere per una terra bellissima, spesso dimenticata, sfruttata e massacrata e mai valorizzata come meriterebbe.
Pordenone è talmente tranquilla e sicura che i giovani scappano da un’economia che non offre opportunità
Subito dopo Pordenone, estremo nord, nel Friuli luogo di confine, ex regione delle servitù militari, ora terre baciate da un’agricoltura importante e dalla crescita delle gastronomie locali ma purtroppo incapaci di trattenere le migliori menti giovanili. Ad andarsene sono soprattutto quelli con titolo di studio più elevato, che spesso scelgono di scappare dalla Regione già al momento dell’iscrizione all’università. Non basta a trattenere i ragazzi neanche una situazione occupazionale tutto sommato positiva, certamente migliore rispetto alla media regionale e italiana, anche se lontana da quella europea.
Negli ultimi anni l’invecchiamento della popolazione è aggravato da un flusso continuo in uscita che riguarda soprattutto i giovani con titolo di studio elevato. Negli otto comuni della provincia i giovani sono solo l’11,1%. I giovani fra i 18 e i 39 anni rappresentano quasi il 50 per cento delle persone dell’area vasta che hanno deciso di intraprendere un percorso di vita all’estero. Fra le mete preferite, Regno Unito, Germania, Stati Uniti e Francia.