Le sanzioni sono un boomerang, e il caso tedesco ne è la prova definitiva
La Germania si aggrappa alla deroga canadese riguardo a una turbina di Gazprom per “salvare l’inverno”: e il gigante del gas teutonico Uniper chiede il salvataggio di Stato
Ci è voluto del tempo, ma alla fine le sanzioni euro-americane imposte alla Russia in relazione alla guerra in Ucraina stanno effettivamente venendo al pettine. Solo che la scriminatura è opposta rispetto a quella auspicata (e propagandata) dall’asse atlantico. Come dimostrano le recentissime vicende tedesche – nonché come volevasi dimostrare.
Il caso tedesco
Uniper, il gigante teutonico del gas, ha ufficialmente chiesto al Governo di Berlino un salvataggio pubblico. Lo riferisce Il Sole 24 Ore, aggiungendo che l’azienda potrebbe aver bisogno di circa 9 miliardi di euro, più del doppio del suo valore di mercato. E, guarda caso, l’AD Klaus-Dieter Maubach ha già anticipato un «enorme aumento delle bollette del gas il prossimo anno» a carico dei consumatori.
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— IlSole24ORE (@sole24ore) July 8, 2022
La dichiarazione ha preceduto di poco l’annunciata interruzione delle forniture di metano russo a causa di lavori di manutenzione al gasdotto Nord Stream 1. Operazioni che, scrive Sky TG24, dovrebbero durare 10 giorni, ma stanno già mettendo in allarme l’Europa, che teme uno stop permanente. Italia compresa, almeno alla luce del piano di austerity messo a punto da Palazzo Chigi.
Guerra del gas, inverno con riscaldamento basso e meno luce in strada #austerity #Gas #gazprom pic.twitter.com/pnD5z68hI7
— Le frasi di Osho (@lefrasidiosho) July 11, 2022
Le sanzioni sono un boomerang
Peraltro, Gazprom aveva già ridotto i flussi, lamentando, come riporta Il Fatto Quotidiano, la mancanza di componenti essenziali di fabbricazione occidentale, bloccati dalle prescrizioni internazionali. Tipo le turbine tenute in ostaggio dal Canada finché, come rileva l’ANSA, il pressing della Germania ha prodotto un «permesso revocabile e limitato nel tempo». Di cui beneficerà la (bavarese) Siemens, che ha la commessa per l’installazione di questi impianti.
La deroga è stata accordata sul presupposto che l’esportazione è diretta verso Berlino, anche se di fatto il destinatario finale è chiaramente Mosca. Ciò che l’Huffington Post ha definito un «escamotage per aggirare le sanzioni» (di cui la Germania, ovviamente, è corresponsabile) e «salvare l’inverno».
A conferma che aveva ragione SuperMario quando, a fine maggio, aveva affermato che «il momento di massimo impatto» delle misure punitive «sarà da quest’estate in poi». Il fatto che siano un boomerang che si ritorce contro chi le ha comminate (e non è nemmeno la prima volta) naturalmente è solo un dettaglio.