Le strisce blu secondo Marino
Da settembre aumenteranno le tariffe dei parcheggi, e saranno coinvolti anche altri quartieri
Più strisce blu in centro e tariffe più alte.
E non solo: niente più abbonamenti (sia quelli che per 4 euro consentono una sosta di 8 ore, sia quelli da 70 euro: due alternative introdotte dalla pur contestata amministrazione Alemanno) e divieto per moto e motorini di parcheggiare negli spazi a pagamento.
Questi i primi provvedimenti della rivoluzione dei parcheggi nei progetti di Marino.
Al nuovo piano, sta lavorando l’Assessorato alla Mobilità sotto l’egida di Guido Improta.
Pare che l’intenzione della nuova amministrazione, sia quella di incentivare il più possibile l’uso del trasporto pubblico (certo: altrimenti la pedonalizzazione di via dei Fori Imperiali potrebbe rivelarsi un pericoloso boomerang).
Luigi Nieri, Vicesindaco di Roma, ha dichiarato che “in una delle prossime giunte sarà approvata la delibera, che comunque ha bisogno di una riflessione”.
“Abbiamo iniziato a discutere del piano tariffario della sosta – ha aggiunto – e nei prossimi giorni l’assessore Improta farà un lavoro più dettagliato”.
Per quanto riguarda proprio le nuove tariffe, si prevede che il costo orario dei parcheggi passi da 1 euro a 1,20 fino a 1,50 euro, dentro e fuori la Ztl, senza distinzioni.
Non si parla, dunque, solo del centro storico, o di quelle zone in cui i turisti ogni giorno affollano le strade della Capitale.
Si tratta di Prati, Trionfale, Parioli, Pinciano, Flaminio, Appio-Tuscolano, Monti, Trieste-Salario, Testaccio, Trastevere, Tiburtino, Castro Pretorio, Garbatella, Ostiense, EUR.
Per evitare rallentamenti e ingorghi, si sta discutendo anche della possibilità di cancellare per i residenti il diritto a parcheggiare gratis entro le strisce blu che si trovano in alcune zone di Roma, come via Cola di Rienzo o viale Trastevere, perché si tratta di “vie a vocazione commerciale”.
La zona a pagamento, inoltre, sarà estesa nel centro storico, coinvolgendo anche piazza Cairoli, via delle Quattro Fontane, via Due Macelli, via Tomacelli, via di Ripetta.
Per alcune di queste zone, si sta anche studiando un piano di pedonalizzazione.
Insomma, i romani, al rientro dalle vacanze, si troveranno a dover affrontare nuove tariffe e nuovi piani di mobilità che stanno passando nel (quasi) silenzio, in piena estate.
Soprattutto, ad essere penalizzati, saranno i lavoratori, quelli che quotidianamente si recano al centro con la propria auto, magari provenienti da Ostia, o altre zone lontane dalla città, e che hanno la piena ed esclusiva libertà di scegliere con quale mezzo di trasporto spostarsi.
Almeno fin quando non sarà disponibile un collegamento efficiente, un servizio di trasporti ineccepibile.
Sempre considerando che Roma – purtroppo o per fortuna – non potrà mai essere come altre grandi città europee, per questioni di storia, di planimetria, di fattezze della città, di vincoli archeologici e di bilancio.
E, ancora, sempre considerando che non tutti i cittadini romani hanno la fortuna di spostarsi con una bicicletta a pedalata assistita e con tre vigili di scorta al seguito. Dettagli.
Ma per il neo-primo cittadino, le strisce blu non sono dei garage a cielo aperto. Vero, verissimo. Ma non si possono nascondere riforme del genere dietro la bugia dell’ecologia. Perché per favorire l’utilizzo del trasporto pubblico, non basta rendere (di fatto) “illecito” l’uso del mezzo privato.
E a proposito di garage, procedendo con pseudo-pedonalizzazioni a destra e a manca, quanti disoccupati in più rischia di doversi portare dietro questa città?
Bisognerebbe procedere a piccoli passi, magari rafforzando dapprima il sistema di trasporto (aumentando anche il numero di autobus o scuolabus in circolazione, particolare totalmente tralasciato dalla giunta Marino), poi inserendo decenti piste ciclabili, carreggiate per soli autobus. Necessità che già all’epoca del De Bello Gallico erano avvertite.
Ma servirebbero corsie immense, di cui Roma non dispone. A meno che, sotto suggerimento di Carlo Verdone, non si asfalti il Tevere, tanto “nun ce serve”. Solo che quello di Verdone era un film, e lui è un attore comico. Roma è una realtà diversa, e dai politici ci si aspetta serietà.
In questo modo, l’appello al senso civico dei romani diventa un alibi. Anzi, i romani sono fin troppo civili, perché questa città è allo sbando, eppure mantengono la calma.
Da anni. Tutti anni in cui le amministrazioni che si sono succedute, non hanno fatto altro che gettare Roma ancora più in basso.
Insomma, anche all’Eur, per esempio, i lavoratori in un giorno, per parcheggiare, dovranno spendere circa 15 euro. Che in un mese fanno circa 300 euro. Che per molti giovani (e non solo giovani), con i contratti di lavoro attuali, fanno circa metà dello stipendio.
L’emergenza, caro Sindaco, non è il traffico. L’emergenza è il lavoro, il reddito, il carovita, il degrado.
E, in questo modo, si rischia di sacrificare ancora di più un mercato che sta già chiudendo i battenti.
Per non parlare delle mamme che devono accompagnare i figli a scuola, che dovranno farlo rigorosamente con i mezzi, altrimenti, poi, dovranno pagare 300 euro al mese di parcheggio.
Insomma, oltre al Tevere asfaltato, ci vorrebbero anche giornate di 36 ore.
Attualmente, con i costi di benzina, assicurazioni, bollo auto e revisioni, chi non può più permettersi il mezzo privato, già ne evita l’uso e si sposta con metro e autobus. Chi ne fa uso, è perché può farlo o, spesso, non ha altre alternative. Perché vive in quartieri con collegamenti pubblici del tutto assenti.
Il tempo necessario per mettere in pratica tutti questi cambiamenti sarà, casualmente, un mese. Quello di agosto.
Da settembre via libera alla rivoluzione del traffico, e i cittadini dovranno abituarsi alla nuova segnaletica in poco tempo. Giusto la prima mattina di lavoro al rientro dalle vacanze.
Ignazio Marino ha dichiarato che ci deve essere un continuo ricambio di auto, e che queste manovre sono necessarie per raggiungere questo scopo.
Ma l’unico ricambio possibile, è quello della politica.