Le vie della truffa sono infinite: papaline taroccate e i falsi anelli di Papa Francesco
Hanno fatto il giro del mondo le papaline taroccate e i falsi anelli di Papa Francesco. Un altro colpo a segno delle truffe online
Hanno fatto il giro del mondo le papaline taroccate e i falsi anelli di Papa Francesco. Un altro colpo a segno delle truffe online.
Truffe online sui cimeli papali
Un furbissimo commerciante on line di Torino ha infatti ha venduto una quantità straordinaria di cimeli papali (e non solo) con tanto di certificazioni da lui stesso contraffatte attraverso un’attività che gli ha consentito di lucrare somme di danaro per almeno centomila euro.
Tra i materiali venduti che venivano spediti con le generalità di un morto, gli altri “pezzi forti” erano costituiti dai biglietti da visita firmati dalla Regina Elisabetta II, dai calzoncini indossati da Sylvester Stallone nel mitico film Rocky, dai vinili autografati dai Beatles, da Freddie Mercury, da Vasco Rossi e da molti altri. Oltre alle classiche maglie da calcio dei massimi campioni, sia di oggi che del passato; per ogni pezzo “certificato” si partiva da 100 euro per le magliette per poi arrivare a migliaia di euro per i pezzi più sofisticati e pubblicizzati come “rari”.
Ci sono volute le attente indagini dei militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Torino per individuare questo abile truffatore trentasettenne che ha dedicato il suo tempo a questa sistematica e redditizia quanto illecita attività commerciale.
L’identità di una persona trapassata
I primi sospetti sono stati confermati dagli esiti di ricerche da parte dell’Agenzia delle dogane e dei monopoli su partite di merci ritenute sospette proprio per via dell’uso di un nome appartenuto a persona deceduta. Tant’è che – a seguito dei necessari pedinamenti – sono state tracciate le spedizioni delle merci contraffatte che egli aveva pubblicizzato nei vari portali di e-commerce.
Inutile dire che questi fenomeni della contraffazione e del commercio fraudolento di prodotti non autentici danneggiano gravemente il mercato ma soprattutto le imprese che rispettano le regole. Anche se nel caso di alcuni notissimi prodotti di pelletteria, la ripetuta e costante contraffazione consolidata del marchio ha reso possibile addirittura una compensazione del lucro con il danno, favorendo di fatto la diffusione pubblicitaria dei prodotti.
Tuttavia, nel caso di questo astuto (ma non troppo) furbacchione piemontese, gli elementi della truffa contrattuale ci sono proprio tutti perché, tra artifizi e raggiri a più non posso, con tanto di inganni ripetuti in danno ai malcapitati creduloni, gli son ben costate le gravi accuse per i delitti di falso, ricettazione e frode in commercio con tanto di sequestro dei beni contraffatti e del denaro accumulato da profitto tratto da attività illecita.
Morale della favola: chi di traccia ferisce, di traccia perisce.