Legge sul divorzio compie 50 anni: denaro oggi tra le prime cause
L’intervista all’avvocato Laura Vasselli: la legge sul divorzio incontra ancora resistenze e difficoltà sociali
Abbiamo intervistato l’avvocato Laura Vasselli, in occasione del 50esimo anno dall’istituzione della legge sul divorzio, una legge storica, che ha cambiato le abitudini sociali degli italiani.
“La legge sul divorzio compie 50 anni. Si tratta di una legge complessa, epocale. Ha determinato tantissime modifiche in fatto di costumi e non solo di diritti. Soprattutto in capo alle mogli, un tempo relegate a un ruolo che non consentiva loro di esprimere la loro personalità e di grande compressione di diritti in termini anche economici. La legge sul divorzio ha infatti anche abolito l’istituto della dote e ha determinato la parità giuridica ed economica tra i coniugi.
Legge sul divorzio, un cambiamento difficile da accettare
Oggi su Facebook è dedicata una conferenza a questa ricorrenza alle ore 14:00 e vogliamo evidenziare soprattutto come gruppo di giuristi che esercitano la professione nel campo dei divorzi, per sottolineare vantaggi ma anche disfunzioni. Sotto alcuni profili infatti, dopo 50 anni, le legge sul divorzio ha ancora difficoltà a decollare. Soprattutto per ciò che riguarda l’accettazione personale e sociale dello scioglimento del matrimonio, considerato ancora con quella sacralità originaria. C’è ancora oggi la volontà di resistere a tutti i costi invece di prendere atto che un’unione non funziona o implica terze persone. Non si vuole accettarne la fine anche quando il matrimonio diventa una prigione.
All’alba di questa legge i giuristi si divisero tra coloro che la appoggiavano e coloro che la rifiutavano, ma i primi erano consapevoli del fatto che in Italia ci fossero moltissimi figli illegittimi. Il matrimonio, ricordiamo, non è un contratto, ma è un negozio. Esso ha profili contrattuali caratterizzati da affetti e affari ed è un misto tra volontà reciproche e accordi economici. Le separazioni oggi avvengono soprattutto per motivi economici, interferenze della famiglia di origine e tradimenti.
Il reato di tradimento
Un tempo era previsto l’arresto in caso di tradimento, che veniva identificato come reato di adulterio. Adulterio è un termine eliminato dalla legge italiana (oggi significa solo tradimento ma non implica reato), quindi questa legge ha trasformato anche il nostro modo di parlare e intenderci. Oggi il comprovato tradimento comporta solo addebito ma non colpa, che un tempo determinava perfino il carcere. Tuttavia la relazione deve durare da almeno due anni e si deve provare che la relazione extra coniugale è stata la causa della rottura. Prova di causa-effetto molto difficile da dimostrare.
Prima la separazione: una caratteristica tutta italiana
In Italia ci sono ancora molte persone che non accettano questo tipo di cambiamento, situazioni di ancoraggio alla concezione del vecchio matrimonio. Spesso le donne perché purtroppo ancora guadagnano meno, ma anche gli uomini con richieste di mantenimento in numero crescente. Un’altra caratteristica italiana è la separazione prima del divorzio. In quasi tutti gli altri paesi si accede direttamente al divorzio. Un tempo il passaggio giuridico impiegava 5 anni, ora sei mesi. Sei mesi per riflettere sulle opportunità di riconciliazione o di conferma della decisione presa. In Italia c’è questo strano fenomeno per cui alcuni non divorziano mai. Forse indice di una sfiducia verso altri eventuali partner o forse per un legame che non si è mai davvero spezzato. Questo conferma che il matrimonio resta in nuce un istituto romantico e prezioso”.