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Lei è sempre seduta all’ingresso del supermercato, ha bisogno di 18 euro per la bambina

Mi chiede diciotto euro, quanto basta perché la sua bambina possa andare in gita con la classe. Per il maschio, mi dice, ha risolto con altri aiuti

Ingresso supermercato Conad

Lei è sempre là, seduta sul muretto prima dell’ingresso del supermercato, come sempre. La bambina è con lei, come tutte le domeniche. Mi vede arrivare e sgrana i grandi occhi neri. Mi avvicino. E come sempre piego le ginocchia perché la mia testa sia vicina alla sua e le mie orecchie possano ascoltare il bisbiglìo intriso di vergogna e imbarazzo con cui mi parla per non farsi sentire da altri.

Mi chiede diciotto euro, quanto basta perché la sua bambina possa andare in gita con la classe. Per il maschio, mi dice, ha risolto con altri aiuti. Ma per lei ancora no. Mi assicura in ogni modo che non sta mentendo. Lo fa farfugliando e abbassando gli occhi. Osservo le dita poggiate sul grembo che si muovono nervosamente il lieve rossore che man mano che sussurra si dipinge sulle guance, lo sguardo sfuggente. Ho trentacinque anni di esperienza con malattie, dolore, sofferenze, ascolto voci, osservo volti, prendo mani, conforto e cerco di dare speranza.

Non mi servono le sue rassicurazioni. Io so. Conosco il sapore del dolore e della solitudine, quello della paura e della vergogna. Saprei di lei anche se non bisbigliasse. La fermo. Ora sono io che la rassicuro. La bimba andrà in gita. Non servono altre parole. Lei mi guarda in silenzio con quei suoi occhi neri sgranati e la bocca che si apre.

Percepisco il suo respiro veloce. Attendo perché so che che vuole dirmi altro.

“Perché lo fai?”, mi chiede.

“Cosa?”

“Perché tu credi a quello che dico?”

“Perché in te vedo me. Tu sei me e io sono te. Perché potrei essere io qui seduto a chiederti aiuto. Vorrei che ti fermassi e mi ascoltassi. E se non avessi 18 euro per mandare mia figlia in gita, te li chiederei”

“Gli altri non pensano così”

“Ma io sì. Sono fatto così”

“La mia non è una bugia”

“Se lo fosse, non cambierebbe nulla”

“Mi credi se ti dico che ieri in tutto il giorno ho fatto 10 euro? Tutto il giorno sotto la pioggia, ma ho potuto comprare qualcosa da mangiare per loro. Per questo non ho 18 euro per la gita di mia figlia”.

“Ora li hai. E domenica prossima io sarò qui, a quest’ora. Facciamo la spesa insieme”.

Il suo grazie mi raggiunge mentre varco la porta del supermercato e quando esco ci guardiamo senza parlare. Anche lei sa. Sa che mi ha dato molto più di 18 euro. Mi ha dato il suo sorriso.

Non servono commenti. Racconto queste cose non per ricevere un applauso che mi imbarazza solo e non desidero, ma perché possiamo tutti riflettere sul poco che ci vuole per cambiare il mondo. Perché sono i sorrisi che lo cambiano, questo mondo.

Non le bombe atomiche.

Credetemi. Se non mi credete, venite domenica prossima con me. Andiamo tutti in gita al supermercato. Costa 18 euro…

Luca Laurenti