Lettera ad Aldo M. Valli: Benedetto XVI o papa Francesco? Non eludete il Codice Ratzinger
Andrea Cionci scrive una lettera al vaticanista Aldo M. Valli per sottolineare perché Benedetto XVI non ha mai rinunciato al Pontificato
Caro Aldo,
ben conosci la stima professionale e la simpatia umana che ho per Te e spero che tu possa perdonarmi se Ti sollecito ancora una volta a mezzo stampa, nell’inspiegabile impossibilità di interloquire direttamente. Non mi permetterei mai se non ci fossero di mezzo alcune questioncelle laterali un poco pressanti, tipo il possibile scoppio di una Terza guerra mondiale, la fine della Chiesa cattolica e l’annullamento del nostro Paese nel progetto novomondialista che ben conosci e ottimamente divulghi.
L’inchiesta di Andrea Cionci in 200 articoli
Già il 5 novembre 2021, ti scrissi su Byoblu QUI una lettera aperta chiedendoTi di dedicarmi mezzora, il tempo di un caffè, per illustrarTi i risultati di una mia inchiesta durata due anni, prodotta con un totale di circa 800 ore di lavoro (gratuito), esplicitata in 200 articoli in italiano su almeno 3 testate nazionali, più altri 500 articoli, considerando le traduzioni effettuate spontaneamente da vari siti stranieri. All’inchiesta, riordinata in modo sintetico su Byoblu, hanno partecipato una quantità di canonisti, teologi, latinisti, giuristi, avvocati, storici, psicologi, psichiatri molti dei quali di rango universitario.
Insieme al prof. Massimo Viglione, altro interpellato, non avete risposto. Francamente ci sono rimasto un po’ male, dato che ho sempre mantenuto toni di estrema cordialità: mi aspettavo che, tra professionisti, si potesse addivenire a un cordiale confronto su basi oggettive, soprattutto considerando la choccante novità dei risultati della mia inchiesta, la loro pubblicazione su testate di un certo peso e le dirompenti conseguenze storiche che potrebbe sortire.
Vengo al dunque e cito la recente intervista che Ti ha rivolto Armando Savini di Databaseitalia.it:
L’intervista
D. Da due anni a questa parte, alcuni canonisti hanno messo in discussione la validità dell’elezione di Bergoglio, dimostrando come Benedetto XVI sia ancora il legittimo papa, in quanto non avrebbe mai rinunciato espressamente al munus come richiesto dal Codice di diritto canonico, ma avrebbe semplicemente dichiarato lo stato di sede impedita, come BEN DOCUMENTATO anche da Andrea Cionci (qui). Crede che monsignor Viganò si riferisca a questa ipotesi, quando scrive che «occorre far luce sull’abdicazione di Benedetto XVI»?
R. Alcuni fra i canonisti che hanno studiato il testo della rinuncia di Benedetto XVI sottolineano che il papa distingue tra il munus (potremmo dire l’essere papa) e il ministerium (il fare il papa). Non voglio entrare in questa distinzione, rispetto alla quale, del resto, nemmeno gli esperti concordano. Osservo che, in ogni caso, Benedetto XVI ha sempre detto di aver rinunciato al pontificato ed ha egli stesso invitato a convocare un conclave per eleggere il successore. Non vedo margini per poter parlare di vizio di volontà, senza contare che Ratzinger dopo la rinuncia ha sempre riconosciuto Bergoglio come legittimo papa regnante. Tutto ciò non toglie che si debba indagare sul ruolo avuto dalla cosiddetta Mafia di San Gallo nel mettere oggettivamente in difficoltà Benedetto XVI, fino a porre le condizioni per la rinuncia”.
Munus e ministerium
Capisco bene che noi giornalisti possiamo trovarci spaesati di fronte al diritto canonico, ma, anche se Tu non vuoi “entrare in questa distinzione” fra munus e ministerium, LA CHIAVE DELL’INTERA FACCENDA SI COLLOCA ESATTAMENTE IN QUESTA DISTINZIONE. Anche perché le pressioni esercitate dalla Mafia di San Gallo, di cui Tu stesso parli, avrebbero potuto ben plausibilmente condurre Benedetto a un “Piano B”, un autoesilio in sede impedita esattamente per scismare i suoi nemici.
Così, abbiamo due partiti fra i canonisti: quelli che dicono che la rinuncia al papato è valida, e quelli che sostengono si tratti di un autoesilio in sede impedita. Chi avrà ragione? Se il papa è uno solo, quale sarà? Capisci bene che questo non è un mero dettaglio burocratico, perché se Benedetto è in sede impedita, come sostiene la fazione n. 2 dei giuristi, egli è ancora il papa, Bergoglio è antipapa, non ha l’investitura da Dio, non è assistito dallo Spirito Santo, potrebbe insegnare qualsiasi cosa a un miliardo e 285 milioni di persone e mi pare che qualche leggerissimo indizio in questo senso l’abbiate già individuato.
Il diritto canonico
Allora, come facciamo noi poveri giornalisti a orientarci se non siamo esperti di diritto canonico? Una strada maestra potrebbe essere, ad esempio, quella di ascoltare L’AUTORE STESSO DI QUELLA DECLARATIO: PAPA BENEDETTO XVI.
Ora, tu liquidi l’inchiesta dello scrivente, dipanata in 200 articoli, con una frase di 140 battute: “Benedetto XVI ha sempre detto di aver rinunciato al pontificato ed ha egli stesso invitato a convocare un conclave per eleggere il successore”.
Questo – perdonami – equivale un tantino a dare dello sciocco al sottoscritto, il quale avrebbe sprecato due anni di vita ad arrampicarsi sugli specchi e a mettersi in ridicolo mentre tutto era già chiarito in modo così piano. Se Benedetto ha già spiegato che ha rinunciato al pontificato, perché tutta questa fatica?
La questione non è così semplice e te lo dimostro in due parole: Benedetto ha dichiarato di aver “rinunciato al ministero”, ma siccome sai bene che il munus e il ministerium si traducono entrambi con la parola “ministero”, egli si sta riferendo alla rinuncia da lui fatta, in modo differito e mai ratificato (impossibile per un’abdicazione), al ministero-ministerium, ovvero all’esercizio pratico del potere, cosa che lo manda, secondo i canonisti della fazione n. 2, in sede impedita.
Benedetto non ha mai detto di aver rinunciato
Non ha MAI detto che ha rinunciato al pontificato. Peraltro, ha aggiunto semplicemente che il prossimo (vero) papa dovrà essere convocato da coloro a cui compete, (cioè dai cardinali di nomina pre-2013, come ha sottolineato il 5 aprile Mons. Viganò) cosa che non corrisponde affatto ad avallare il conclave del marzo 2013. E’ un’altra frase oggettiva, che ci ricorda come, alla morte di Benedetto, il prossimo conclave, l’unico valido, dovrà comprendere solo i VERI cardinali, non quelli di nomina antipapale.
Vedi bene che non tutto è così chiaro come a Te sembra. Ma non voglio indugiare sul diritto canonico, ambito nel quale nessuno di noi due ha delle qualifiche accademiche.
Però, sull’italiano, il linguaggio e la comunicazione, qualcosa dovremmo pur capirne! Questo è il pane nostro. E quindi, da parte tua, che sei un giornalista di primissimo ordine, ex vaticanista del Tg1, NON POSSO ACCETTARE una risposta tranchant del genere perché l’inchiesta del sottoscritto, che pure Ti è stata sottoposta più volte, si basa per il 70% esattamente sulla comunicazione di papa Benedetto, sull’italiano, sulla logica-base del linguaggio che, come certificato da specialisti di rango universitario, linguisticamente rivela proprio la realtà canonica sostenuta dalla fazione n. 2 dei canonisti: la sede impedita. Mi spiego?
Le due posizioni fra i canonisti
Riformulo: se ci sono due posizioni fra i canonisti, una avrà torto e l’altra ragione. Se però è l’autore stesso dell’atto giuridico a spiegarci “in soldoni” cosa ha fatto, con un linguaggio non canonico, ma comune, alla portata di noi giornalisti, e ci dice che lui stesso si è autoesiliato in sede impedita, possiamo credergli oppure no? Pensi che papa Benedetto abbia voce in capitolo per spiegarci che cosa ha fatto in quell’11 febbraio 2013?
Quindi, il fatto che Tu, da vaticanista e da cattolico, pur considerando le possibili, catastrofiche conseguenze per la Chiesa e per il mondo intero, non abbia ancora voluto esaminare con la MASSIMA E SCRUPOLOSA ATTENZIONE il più avanzato, accurato e completo studio esistente sull’aspetto logico-linguistico della comunicazione di papa Benedetto, ambito che, pure, fa parte delle Tue precipue competenze professionali, anche considerando la Tua autorevolezza, Ti espone, purtroppo, al rischio di accollarti pesantissime responsabilità storiche.
Perdonami se parlo chiaro, ma è esattamente così. Poi magari Cionci sbaglia, chi lo sa: magari le mie interpretazioni logico-linguistiche possono essere confutate, ma ME LO DOVETE DIMOSTRARE. E su OGNI FRASE, ogni anfibologia, ogni messaggio in Codice Ratzinger che ho individuato, analizzato, sviscerato e anatomizzato con l’ausilio di decine di specialisti serissimi, dovete fornirmi una spiegazione alternativa che si attagli perfettamente a un’unica visione canonica legittimista di Bergoglio.
Funziona così in qualsiasi disciplina, da quelle umanistiche, a quelle scientifiche: un nuovo accurato studio su una realtà misteriosa, deve essere confutato NEL MERITO, punto per punto. L’inchiesta riassunta in 60 capitoli è raccolta in fondo a questo articolo, i capitoli dedicati al Codice Ratzinger vanno dal 6 al 14.
Sperando che non Te la sia presa per qualche accento un po’ diretto, resto sempre a disposizione, con amichevole cordialità, per questo caffè. Offro io.
Un caro saluto,
AC