L’Europa delle ideologie colpisce ancora, con caricabatterie e quote rosa
Mentre infuriano guerra e crisi energetica (di cui è in parte responsabile), la Ue vara due provvedimenti politicizzati, cioè slegati dalla realtà: esattamente allora a cosa serve?
Casomai qualcuno avesse avuto dubbi in merito, l’Europa ha confermato ancora una volta di avere un particolarissimo senso delle priorità. Mentre infatti infuriano la guerra in Ucraina e la crisi energetica (a cui essa stessa ha parzialmente contribuito), le istituzioni comunitarie hanno varato due provvedimenti. Entrambi fortemente politicizzati, rectius completamente slegati dalla realtà.
Caricabatterie e quote rosa
C’è chi nei propri errori riesce a vedere un’occasione di crescita e maturazione, e poi c’è l’Europa. Incarnazione della proverbiale montagna che partorisce dei topolini, oltretutto scambiandoli nella sua atavica brevimiranza per clamorosi successi.
È accaduto così, per esempio, col famigerato European Green Deal. L’utopistico pacchetto per il clima che, come non ci stancheremo di ripetere, è il primo responsabile del caro bollette, che il conflitto russo-ucraino ha “semplicemente” aggravato.
Sulla sua scia si pone la decisione dell’Europarlamento di introdurre in tutto il Vecchio Continente il cosiddetto caricabatterie universale. Dall’autunno del 2024, riferisce Askanews, i cavi USB-C diventeranno lo standard per smartphone, tablet, videocamere e fotocamere digitali, e (con tempi più lunghi) computer.
Come precisa l’ANSA, l’intento è la riduzione dei rifiuti elettronici (con annessa «sostenibilità ambientale», qualunque cosa significhi), nonché un fantomatico «miglioramento dell’esperienza d’uso del consumatore». Di cui, soprattutto, in questo periodo storico, si sentiva proprio la necessità.
Ora Putin capirà che mettersi contro l’Europa non gli conviene
— Le frasi di Osho (@lefrasidiosho) June 7, 2022
La misura fa il paio con l’accordo tra Commissione, Parlamento e Consiglio Europeo su un altro progetto salutato con fanfare e squilli di tromba. È la direttiva Women on Boards, che impone almeno il 40% di quote rosa nei Cda delle aziende comunitarie quotate in Borsa. Incluse, pare, le società private, su cui la Ue non dovrebbe avere voce in capitolo.
Finally we have an agreement on the @EU_Commission‘s #WomenOnBoards proposal!
— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) June 7, 2022
Thank you to all those who worked on this key file for a decade.
This is a great day for women in Europe. It’s also a great day for companies.
Because more diversity means more growth, more innovation
L’Europa delle ideologie
Questa disposizione, come tutte le quote di ogni colore, sacrifica merito e competenze sull’altare di caratteristiche che dovrebbero essere irrilevanti per qualsiasi impiego. E tuttavia fanno molto politically correct – che vuol dire che per definizione sono illusorie, pevò mandano in sollucchevo gli intelliggenti con-due-gi. Perché il problema, in fondo, è “solo” che i Ventisette sono proni alle peggiori ideologie.
Tutto questo fa sorgere spontanee almeno due domande. La prima, più pratica: qual è esattamente l’utilità di questa Europa? La seconda, più filosofica: ma perché Bruxelles non si fa mai i… cavoletti suoi?