“Libertà o terrorismo”: il viaggio tra macerie e distruzione
Si è conclusa con una Santa messa per pace in Siria la mostra sul patrimonio archeologico siriano organizzata da Solid
In viaggio tra macerie e distruzione. E’ una scoperta amara, quella che ha atteso la maggior parte dei visitatori della mostra fotografica “Libertà o Terrorismo”. A quasi quattro anni dall’inizio della guerra terroristica in Siria, infatti, il drammatico deterioramento del prestigioso patrimonio archeologico siriano è uno tra gli argomenti meno conosciuti. Così, dai saloni di via della Greca 3, a due passi dalla Bocca della Verità, è stato possibile familiarizzare con un problema mediaticamente sottovalutato. Il viaggio fotografico, tra macerie e distruzione, è stato organizzato dall’associazione Solidarité Identités, in collaborazione con il Ministero del Turismo siriano, allo scopo di documentare, rovina per rovina, ciò che resta della cultura millenaria che ha sempre affascinato l’Occidente. “Ogni persona civile in questo mondo deve dire che ha due patrie, la propria e la Siria”, disse l’archeologo francese André Perrot, unendosi alle fila di quelli che – da Shakespeare a Caravaggio – rimasero folgorati dalle meraviglie artistiche dell’antica terra di Levante.
Una proiezione desolante. Il dato che emerge dall’esposizione è allarmante. Complessivamente sarebbero 300 i siti archeologici bersagliati, molti dei quali sono indicati nella lista dei beni patrimonio dell’umanità dell’Unesco. La mostra, che offre una panoramica dei principali luoghi d’interesse, rivela come per molti di essi non ci sia più nulla da fare, alcuni danneggiamenti sono così gravi da esser ormai irreversibili. Aleppo, Damasco, Palmira, il Krak dei Cavalieri di Homs, Mari, Ugarit, Bosra: sono solo alcuni dei tesori caduti sotto i colpi dell’artiglieria, presi in ostaggio dalle cellule terroristiche come basi e depositi di armi, saccheggiati e dati alle fiamme perché ritenuti “eretici”. Una proiezione desolante, che trova conferma nel dossier dell’Istituto delle Nazioni Unite per la formazione e la ricerca (Unitar). Dalle immagini satellitari risulta che 24 siti sono completamente distrutti, 104 hanno subito danni importanti, 84 sono stati parzialmente danneggiati e altri 77 con danni da verificare. Tra i luoghi più colpiti spiccano Aleppo e Palmira. “Regioni come Aleppo, dove gli insediamenti umani risalgono a 7.000 anni fa, Damasco, il Krak dei Cavalieri, Raqqa e Palmira, hanno subito danni importanti”, ha fatto sapere l’Unitar.
La storia di Krak dei Cavalieri di Homs. La fortezza crociata costruita dalla dinastia di califfi arabi degli Abbassidi intorno IX secolo, situata nei pressi di Homs – al confine con il Libano -, è parte del patrimonio Unesco dal 2006. Il Krak dei Cavalieri, perfettamente conservato fino allo scorso anno, è stato teatro di un feroce combattimento per la sua riconquista: prima finito in mano ai ribelli e utilizzato come deposito di armi, lo scorso 20 marzo è stato riconquistato dall’esercito regolare siriano a caro prezzo. “L’esercito siriano ha issato la bandiera sul Krak dei Cavalieri, in provincia di Homs, dopo aver stroncato i ribelli che si nascondevano al suo interno”, annuncia la televisione siriana, trasmettendo le immagini dei soldati che entrano nel forte liberato dopo pesanti bombardamenti.
La Santa Messa per la Pace in Siria. Sin ora molto impegno è stato profuso dalle religioni. Attraverso il dialogo interreligioso, le missioni e la preghiera, le diverse confessioni hanno cercato di contribuire al processo di pacificazione in Siria. In linea con questo orientamento, a conclusione della mostra – che è rimasta allestita sino a domenica scorsa –, si è tenuta la Santa Messa per la Pace in Siria. Il rito solenne è stato officiato da Mons. Hilarion Capucci, arcivescovo di Gerusalemme, presso Santa Maria in Cosmedin, in piazza Bocca della Verità.