Licenziata per aver sbagliato WC, una sentenza del tribunale di Milano la reintegra
La dipendente si era recata non nel bagno assegnatole per via delle restrizioni Covid, ma in un altro
L’azienda aveva ritenuto di porre fine unilateralmente al rapporto di lavoro, sostenendo che la decisione della lavoratrice di chiedere aiuto al sindacato fosse diffamatoria nei confronti dell’azienda stessa.
“Grave violazione disciplinare”
Inoltre, la direzione aziendale aveva ritenuto “una grave violazione disciplinare” la decisione della lavoratrice di recarsi, per una volta, non nel bagno assegnatole per via delle restrizioni Covid, ma in un altro, visto aveva trovato i servizi igienici in questione occupati.
San Cesario sul Panario (Modena)
Adesso, però, la diretta interessata aspetta di essere reintegrata. È la storia di una dipendente della Lag di San Cesario sul Panaro, ditta produttrice di ruote, il cui licenziamento deciso dal titolare, Fabio Tarabini, è stato annullato ieri dal Tribunale di Modena.
Importante sentenza
“La sentenza – commenta Paolo Brini della Fiom di Modena ricostruendo la vicenda in una nota – risulta per il nostro sindacato particolarmente importante per due ragioni di fondo.
Lavoratrice reintegrata
La prima è che conferma l’applicazione prevista dall‘articolo 18 dello Statuto dei lavoratori della reintegra del lavoratore, per cui il licenziamento viene giudicato privo di fondamento poiché il fatto non sussiste”.
Segnalazione stress lavoro
In secondo luogo, continua il sindacato della Fiom ( Federazione Impiegati Operai Metallurgici), “la sentenza dichiara legittima la scelta della lavoratrice di rivolgersi al proprio sindacato. Inoltre, dichiara altresì perfettamente legittimo e non diffamatorio il testo della segnalazione fatta dal sindacato, nell’esercizio delle sue funzioni, di stress lavoro correlato non solo alla direzione aziendale, ma anche alla Medicina del lavoro”. (Lud/ Dire)