Lo scandalo del sangue infetto in Inghilterra: una tragedia sanitaria evitabile
È il giorno della verità per le 30.000 vittime dello scandalo del sangue infetto, uno dei più gravi nella storia della sanità pubblica del Regno Unito
Sette anni di inchiesta, un rapporto di 2500 pagine e una condanna schiacciante per le autorità britanniche. È il giorno della verità per le 30.000 vittime dello scandalo del sangue infetto, uno dei più gravi nella storia della sanità pubblica del Regno Unito. Tra gli anni ’70 e ’90, migliaia di persone, tra cui molti bambini, sono state infettate con sangue contaminato durante trasfusioni e procedure mediche, causando oltre 3.000 decessi e devastando decine di migliaia di famiglie.
Le conclusioni dell’inchiesta sul sangue infetto
Il rapporto, redatto da Sir Brian Langstaff, giudice dell’Alta Corte, ha chiarito che non si è trattato di un incidente. Vari governi, infatti, hanno deliberatamente nascosto la verità e fornito alle vittime informazioni errate, affermando che “avevano ricevuto le cure migliori a disposizione ai tempi”. Langstaff ha sottolineato che “più di 30.000 persone sono state contagiate e oltre 3.000 sono morte, con un numero destinato a crescere poiché ogni settimana ci sono nuovi decessi”.
Davanti alla Methodist Hall di Westminster, migliaia di persone si sono riunite con magliette rosse recanti la scritta “sangue infetto” per accogliere il verdetto di colpevolezza contro le istituzioni che, pur consapevoli del problema, hanno rifiutato di accettare le proprie responsabilità. Secondo il rapporto, le autorità hanno addirittura distrutto documenti chiave per evitare azioni legali.
Il dolore della comunità
Kate Burt, amministratrice delegata della Haemophilia Society, ha dichiarato che la pubblicazione del rapporto dimostra come “per anni il governo abbia rifiutato di riconoscere il dolore e la sofferenza delle vittime e l’enormità del suo fallimento”. Molte persone sono morte credendo che nessun primo ministro avrebbe mai riconosciuto le responsabilità del governo. La comunità è stata profondamente danneggiata e marginalizzata dalle istituzioni create per difendere i loro diritti.
Le raccomandazioni e le scuse
Nel 2022, un rapporto ad interim aveva già rilevato “fallimenti individuali, collettivi e sistemici” e raccomandato risarcimenti immediati di 100.000 sterline per i parenti delle vittime. Tuttavia, fino ad oggi, non è stato creato un piano per un risarcimento adeguato, nonostante le raccomandazioni di Langstaff.
Il ministro del Tesoro Jeremy Hunt, ex ministro della Sanità, ha descritto lo scandalo come “il peggior caso mai affrontato” nella sua carriera politica. Hunt ha affermato che ogni politico dovrebbe vergognarsi per il tempo impiegato ad accettare i fatti. La genesi di questa tragedia risale a mezzo secolo fa, quando, per far fronte alla carenza di prodotti sanguigni, venne importato plasma dagli USA senza i dovuti controlli, trasmettendo epatite C e HIV a pazienti già vulnerabili.
I rischi della trasfusione di sangue e plasma
Lo scandalo del sangue infetto mette in luce i gravi rischi associati alle trasfusioni di sangue e plasma, soprattutto quando non vengono eseguiti controlli rigorosi. Le infezioni trasmesse tramite sangue infetto possono avere conseguenze devastanti, come dimostrato dalle migliaia di vittime di questa tragedia. È essenziale che le autorità sanitarie garantiscano la sicurezza delle trasfusioni attraverso test rigorosi e regolamenti stringenti per evitare che simili calamità si ripetano.
Le scuse pubbliche del governo, attese nel pomeriggio dal primo ministro Rishi Sunak in parlamento, rappresentano un passo necessario, ma non sufficiente. La giustizia per le vittime richiede un risarcimento adeguato e un impegno concreto a migliorare la sicurezza dei prodotti sanguigni. Solo così si potrà restituire un minimo di dignità a chi ha sofferto e garantire che tragedie simili non accadano mai più.