Lo stato di emergenza è morto: lunga vita allo stato di emergenza!
Termina il regime straordinario pandemico, però resta quello umanitario. Ma ormai l’eccezionalità è la nuova normalità, anche in tema di compressione delle libertà
E dunque da oggi, 1° aprile, non è più in vigore lo stato di emergenza pandemico (con tutte le conseguenze del caso sulla crisi sanitaria). Tuttavia, dal momento che permane quello “umanitario”, il ritorno alla normalità resta ancora ben lontano dai nostri orizzonti. Salvo che non si voglia considerare come “nuova consuetudine” proprio questa persistente anomalia.
Le novità sulla pandemia
Addio al sistema di colorazione delle Regioni, al Comitato tecnico scientifico e al Commissario straordinario per l’emergenza coronavirus. No, non è un Pesce d’Aprile da abuso di Speranza (Roberto): sono alcuni degli effetti della fine del regime straordinario legato alla pandemia di SARS-CoV-2.
Tra le altre novità, come enuncia TGCom24, le principali riguardano il certificato verde rafforzato (ottenibile mediante profilassi o guarigione, ma non col tampone negativo). Che fino a fine mese resterà obbligatorio per cinema, teatri, piscine, palestre, centri benessere, discoteche, feste, banchetti nuziali, convegni, congressi, concerti ed eventi sportivi al chiuso. Sarà invece sufficiente il Green pass base, come specifica il Corsera, per accedere a bar e ristoranti al chiuso, stadi, spettacoli all’aperto, aerei e treni.
A partire dal 1° maggio, poi, il pass sanitaire dovrebbe essere abolito dappertutto. Già da oggi, comunque, non servirà più per negozi, uffici pubblici, banche, poste, alberghi, B&B e dehors. Nonché sui mezzi pubblici, dove però bisognerà continuare a indossare la mascherina Ffp2.
Cambiano anche le regole per la scuola, dove dovranno andare in Dad solo i positivi. Inoltre, si potrà fare lezione in presenza anche con più di quattro contagiati in classe, ma col vincolo di portare la Ffp2 per dieci giorni.
Infine, il 15 giugno decadrà l’obbligo vaccinale per personale scolastico, forze dell’ordine e over 50. Per l’ingresso sul posto di lavoro, però, basterà il passaporto sanitario base, dunque non scatterà più la sospensione da funzioni e stipendio per i non immunizzati.
Lo stato di emergenza è morto: lunga vita allo stato di emergenza!
Tuttavia, alla svolta sul Covid-19 non corrisponde il cambio di regime straordinario. A inizio marzo, infatti, il Governo del Premier Mario Draghi ha deliberato lo stato di emergenza per la guerra in Ucraina fino al 31 dicembre. Un provvedimento di cui, come scrivevamo, si fa onestamente fatica a capire il senso e la necessità.
Per esempio perché la legislazione speciale può essere dichiarata solo «in costatazione di uno stato di fatto», come aveva puntualizzato Sabino Cassese, giudice emerito della Consulta. Il quale aveva aggiunto che lo stato di emergenza “preventivo” non ha alcun fondamento giuridico.
Eppure, dopo oltre due anni sembriamo assuefatti a questa condizione di costante deroga assurta a nuova abitudine. E questo a dispetto perfino delle «compressioni delle libertà» fondamentali denunciate dallo stesso Cassese.
Uno scenario gattopardesco che fa davvero venire il dubbio che le continue proroghe dell’eccezionalità siano in realtà motivate dall’istinto di autoconservazione del potere. In analogia con gli antichi Re francesi, lo stato di emergenza è morto: lunga vita allo stato di emergenza!