Lode a Giorgia Meloni e alla storica vittoria della Destra
L’escalation denigratoria prima del voto nei confronti della Destra con mistificazioni e virgole spostate ad arte, ha agevolato la vittoria di Giorgia Meloni
L’escalation denigratoria degli ultimi giorni di campagna elettorale nei confronti della Destra (già allora, “pericolosamente” vincitrice in pectore), con la regia di qualche anchorman del mainstream dell’informazione, ha visto un susseguirsi di falsità, mistificazioni, finte assonanze, virgole spostate ad arte, talmente plateali e pecorecce da togliere, all’elettore indeciso ma attento, qualsiasi dubbio su chi votare nell’urna faticosamente raggiunta dopo anni di governi mattarellocentrici.
Il post sulla pagina Fb di Giorgia Meloni
Di fronte a questi reflussi acidi della sinistra a guida cattocomunista, dedita ad una strana attività di truffa e raggiro ai danni finanche della sua stessa base e con l’aggravante di aver agito potendo indiscriminatamente e massicciamente utilizzare i quattro poteri dello Stato, anche il cittadino non ideologicamente vincolato ha deciso di votare a Destra.
Gli uomini e le donne del establishment della Sinistra con l’erre moscia, presenti in ogni ramo del potere, voraci detentori e indefessi elargitori del Reddito di Militanza (le cui erogazioni concesse attraverso sistemi diversi e diffuse in vari settori raggiungono cifre inimmaginabili), alla fine di una campagna elettorale portata colpevolmente avanti senza alcun contenuto serio, possono essere considerati in un solo modo: insopportabili.
Ha vinto la Destra, ha vinto il desiderio di una speranza
Una scelta, dunque, quella del popolo storicamente non vicino alla Destra, disperata in alcuni casi, consequenziale in altri, comunque motivata dal desiderio di procurarsi una speranza. La stessa speranza che li accomuna anche a coloro che, fedeli alla propria ideologia (oggi si dice idea o provenienza), dopo anni di difficile e bistratta appartenenza, potranno concretamente realizzare il cambiamento necessario a trasformare la speranza in realtà.
“The one shot” messo a segno da Giorgia Meloni era l’unico a disposizione della Destra che da oggi, oltre a poter essere fattivamente sociale sarà di governo.
Quanto all’alleato sconfitto della nuova edizione del Polo delle Libertà, possiamo dire che il tracollo della Lega è dovuto all’aver voluto a tutti i costi esercitare il potere occupando poltrone remunerative a fianco di forze politiche incompatibili. Come fortemente contraddittorie e altrettanto incompatibili sono risultate le concrete azioni all’interno del governo rispetto alle cantilene populiste delle dirette Facebook.
Alla Lega, firmataria superficiale e miope del reddito di cittadinanza, va addebitato per di più il salvataggio miracoloso del Movimento 5 Stelle che, appropriandosi (grazie alla scaltrezza del suo Avvocato) del “manuale pratico del voto di scambio”, lo ha rivisitato in una nuova modalità meridionalista utilizzandolo legalmente e alla luce del sole. E sfruttando al meglio l’inutile enfasi contrapponente di tutte le altre forze politiche.
“Il manuale pratico del voto di scambio”
Inutile e imprevidente la contrapposizione, poiché il mondo politico è sembrato aver dimenticato che fin dal dopo guerra l’utilizzo massiccio del voto di scambio ci ha regalato milioni di percettori permanenti di somme e prerogative ben più vantaggiose e ingenti rispetto alle poche centinaia di euro destinate ai poveri dei nostri tempi.
Una manifestazione di simpatia va concessa al voto senile espresso con Forza Italia, a cui va dato comunque, al di là del rispetto dovuto alla scelta elettorale di una buona parte dei nostri anziani, il merito storico di aver contribuito all’originaria affrancatura post missina di una destra finalmente abilitata a ruoli di governo.
Quanto al cosiddetto Terzo polo, come le coppie dei comici messi insieme per raccogliere un pubblico più numeroso ed eterogeneo, finito lo spettacolo potrebbe inevitabilmente separarsi a seguito del prevedibile conflitto che vorrà ridefinire i ruoli di spalla e primattore.
Quanto ai trombati, quelli più famosi e più o meno prevedibili, li lasciamo ai meme impietosi e divertenti dei social. In alcuni casi immeritati, in altri doverosi e giustamente ridicolizzanti, produrranno spesso l’autocritico commento: ”Come caxxo ha fatto a stare lì per tutto questo tempo?”.
Posto che anche un solo giorno dell’ex onorevole Antonio Di Maio al comando del Ministero degli Esteri ha rappresentato, universalmente, l’esempio purtroppo non unico della sistemica decadenza della nostra politica.
Ora la Destra di Giorgia Meloni non deve deludere
Dunque, la Destra ha vinto, viva la Destra. Ma sia chiaro, i benefit di questa storica affermazione dovranno concretamente realizzarsi. A vantaggio di chi ha creduto e di chi avrà ancora tempo per credere pur non votandola, in questa donna, minuta ma determinata, giovane d’età ma con una storia politica antica e vera.
Dovrà, Giorgia Meloni, dopo aver archiviato l’inevitabile e doveroso amarcord per il rispetto dovuto a chi non c’è più (quei molti personaggi della destra democratica che, nell’emarginazione troppo spesso ingiusta, hanno comunque posto le basi per il risultato odierno), affrontare un compito tanto gravoso quanto determinante per le sorti future di tutti gli italiani. Nell’ostilità pregiudizievole dell’Europa tanto necessaria quanto invasiva.
E investire ancora di più nel partito, curare la formazione di nuove classi dirigenti, non solo per poter ricoprire i ruoli di gestione del potere ma, anche e soprattutto, per sviluppare le basi ideologico politiche che dovranno mantenere il passo dei tempi o ancora meglio anticiparli in un’ottica progressista e universalista.
Non dovranno, Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia, commettere gli stessi errori della Sinistra spocchiosa e mistificatrice, nel monopolizzare a tutti i costi incarichi e posizioni dominanti anche in mancanza della necessaria facoltà e professionalità. Ma, al tempo stesso, non dovranno ignorare il fatto che i gangli vitali per l’esercizio strategico ed esecutivo del potere democraticamente conquistato, debbano essere necessariamente riformati e occupati secondo la logica dell’alternanza determinata dalla vittoria delle urne. D’altra parte, per chi è stato tanto tempo incudine, il martello dovrebbe essere uno strumento ben conosciuto e ancor meglio utilizzato.
E da parte di chi scrive, pur nella volontariamente malcelata simpatia verso lo schieramento che oggi è maggioranza del Paese, sarà dedicata grande attenzione ai protagonisti e ai fatti che accadranno in questa nuova stagione della politica nazionale.
Anzi, nel rispetto di tutti i lettori, ancor maggiore sarà il livello di critica verso le scelte e i comportamenti della dirigenza del nuovo governo, che inevitabilmente incideranno sul futuro di noi tutti. Nessuna acquiescenza, nessuna tolleranza. D’altra parte, è questo oggi il privilegio per aver voluto essere liberi, progressisti, fedeli a noi stessi e coerenti con i valori che ci permeano. Insomma, il privilegio faticoso di essere di Destra… orgogliosamente.