Lotito: “Mi hanno minacciato di morte”
Il Presidente della Lazio all’assemblea di Lega parla a tutto tondo, da Hernanes ai mancati acquisti
E’ un Lotito che non fa sconti a nessuno quello che parla a Milano dopo le polemiche per la cessione di Hernanes ed i mancati acquisti: “Vogliamo ringiovanire la rosa senza depotenziarla. Esiste ancora l’assioma ‘più spendi più vinci’, una grande fesseria. Atteggiamento da cambiare. La Lazio è società sana. Ho investito 150 miliardi delle vecchie lire prendendomi dei debiti. C’è chi vuole vivere in questo sistema a spese degli altri. Bisogna ridurre le squadre professionistiche, altrimenti salta il sistema. O cambiamo le norme per tutelare le società, altrimenti andiamo avanti così”.
Su Hernanes non si assume responsabilità: “Hernanes ha deciso lui di andare via, aveva già l’accordo con l’Inter. Io cosa dovevo fare? Lui sarebbe rimasto da scontento. Se vuoi andare via, devi dirlo. Gli agenti quando portano un giocatore a scadenza, guadagnano milioni di euro, sono stati abituati male dal sistema. Abbiamo già creato un processo di crescita funzionale al futuro del club, guardate la nostra Primavera”.
Sui rifiuti rivelati da Reja in sala stampa: “Quagliarella ha detto no, voleva restare a Torino, Biabiany mi è stato proposto da Ghirardi, avevamo l’accordo e il giocatore ha rifiutato un’offerta sontuosa. Klose venne da noi e non al Milan a metà stipendio. Talvolta i calciatori, per la loro mediaticità, quando smettono non continuano il percorso di un certo tipo. Diventano allenatori o ds, ma se hai una società debole diventa succube del giocatore che smette. Sono estorsioni vere. Nessuno ha il coraggio di dire la verità. Io ho sempre detto che una società deve avere un padrone e la Lazio è stata senza un padrone per anni”.
Poi la rivelazione choc: “Ho ricevuto tra le 50 e le 80 minacce di morte al telefono. ‘Ci stai rovinando’ mi ha detto uno dei tifosi. E quando gli ho chiesto chi fosse, lui mi fa: Sono un ragazzo normale…”.