Lotito, ricordi il discorso ai laziali dopo la vittoria in Coppa?
Ci sarebbero tante azioni che possono favorire il ritorno dei laziali allo stadio e della lazialità in città
Dobbiamo tornare ai tempi della Lazio di Giammarco Calleri, il presidente che di lì a qualche anno avrebbe venduto la Lazio a Sergio Cragnotti, per vedere un esonero lampo prima che cominciasse il ritiro precampionato. La Lazio veniva, l'anno precedente, dagli spareggi di Napoli e i ragazzi di Eugenio Fascetti, allenatore turbolento e riottoso che fece breccia nel cuore dei tifosi per la sua forza da grande trascinatore, portò a casa la serie A. Dopo pochi giorni il condottiero Fascetti viene esonerato per incomprensioni con la dirigenza lasciando di stucco tutta la tifoseria laziale che in quegli anni riempiva lo stadio con numeri da capogiro. Erano altri tempi eravamo tutti più giovani e coltivavamo qualche speranza in più .
Oggi pur avendo trovato questa curiosa analogia accaduta una trentina d' anni fa, i tempi sono diversi e soprattutto le persone. Allora Calleri faceva campare la Lazio sui soldi del botteghino e su qualche sponsor che all'occorrenza interveniva per dare ossigeno alle casse della società mentre oggi con i diritti televisivi le cifre sono stratosferiche. Ed è stratosferica anche la pessima figura che ha fatto la Lazio per il "Gran rifiuto" del grandissimo allenatore Bielsa, notizia che in pochissime ore ha fatto il giro del mondo ponendo una lente d'ingrandimento sulla "Questione laziale" e sulla singolare maniera con cui viene gestita. Lotito ha allargato la sua fama. Adesso anche in Patagonia conosco il suo nome e questo forse lo farà felice, ma la Lazio ne esce con le ossa rotte.
La Lazio, anche se Lotito non lo dice, ha una credibilità internazionale molto spiccata, determinata dai successi ottenuti durante la presidenza Cragnotti e l'ambiente internazionale non ha compreso questo rifiuto da parte di Bielsa anzi tutti si attendevano una mossa forte che avrebbe potuto rilanciare la società in breve tempo ai livelli che le competono, (la Lazio, insieme a Juve, Milan, Inter, è la squadra italiana ad aver vinto maggiormente negli ultimi 15 anni). La mossa c'è stata ed è un pessimo autogol ma forse più di un autogol. È talmente surreale questa vicenda da far immaginare quelle scene da film di Totò che vende la fontana di Trevi. Con la telefonata tra Lotito e Bielsa si possono immaginare parodie che superano la comicità di Gianni e Pinotto, Stanlio e Onlio. Invece quello che abbiamo ascoltato ieri è tutto vero ed è stato montato in maniera incredibile, soprattutto nell' ultima settimana.
Bielsa non arriverà e scrive le motivazioni. Lotito minaccia di portarlo in tribunale. Ma come. E' sempre ricorso ai giudici per non pagare gli allenatori, adesso invece querela Bielsa per dovergli dare 3 milioni e mezzo? Anche Lotito ha perso la lucidità e si ritrova come tra l'incudine ed il martello. Non sa dove sbattere la testa. Pensate un po': ha incassato il no di Bielsa, ha voltato le spalle a Prandelli dopo avergli comunicato che sarebbe stato ingaggiato come nuovo allenatore e ricorre in extremis a Simone Inzaghi che stava andando alla Salernitana (secondo squadra di Lotito). Questo è solo il nodo allenatori, poi c'è tutto il complesso quanto indecifrabile rebus del mercato. Mentre vende Candreva al Napoli compra Pato su richiesta di Bielsa che però si dimette prima di arrivare .
Quest' ultimo, dopo qualche ora di attesa, motiva per filo e per segno i perché del suo mancato arrivo alla Lazio, esplicitando il fatto che la società aveva promesso che entro il 5 luglio avrebbe posto in essere atti significativi per l'arrivo di nuovi giocatori e la partenza di un numero sostanzioso di calciatori esistenti già nella rosa ma non in linea con i programmi futuri. Nulla di tutto questo si è verificato e arrivati ad un punto di non ritorno è caduto Sansone con tutti i filistei. Sansone sta per Bielsa ed i filistei non rappresentano Lotito ma tutti i laziali che sono abbattuti e disorientati. Pensavamo di averle già viste tutte ed invece eccoci qua a sottolineare l'ennesimo atto compiuto con i piedi a danno della Lazio. Chi semina vento raccoglie tempesta, recita un detto e mai fu così appropriato. Quello che vorrei sapere è :chi è stato oltre a Lotito il complice di tutto questo scempio?
Perché invece di continuare a vedere le stesse facce, questi personaggi non tirano fuori un rantolo d'orgoglio e si dimettono? Comunque come in tutte le società è sempre il maggior azionista a dover rendere conto e questo Il claudicante presidente lo sa bene (anche se non lo ammetterà mai). Oggi la situazione è come il "the day after". Un territorio da ricostruire in toto. La strategia? Non è mio compito dire come e perché uscire da questo ginepraio ma certamente alcuni punti sono chiarissimi.
Nomina in tempi brevi di un nuovo presidente che sia maggiormente rappresentativo del popolo laziale. Non una figura di cartapesta ma un uomo in grado di trascinare un ambiente attraverso un mandato e dei poteri chiari. Un direttore sportivo che non abbia velleità di allenatore e che non pretenda di mettere bocca su cose non inerenti a compiti per cui è stipendiato. Una squadra ricostruita ,forte sia nell 'immediato che in prospettiva. Una squadra degna di una società che quando si muove rappresenta la capitale del paese da 116 anni e mezzo, (ogni tanto ricordiamolo). Un allenatore anche italiano e magari che abbia militato nella Lazio, visto che la maggior parte dei calciatori che hanno giocato con questi colori hanno abbracciato con successo la professione di allenatore, ( Giordano, Agostinelli, Simeone, Mancini, Gregucci , Oddo, tanto per citarne qualcuno a caso). Insomma una Lazio ai laziali .
Per il pubblico un discorso a parte e vado per punti perché questo discorso mi sta molto a cuore:
1) Concedere a chi ha più di10 anni consecutivi di abbonamento un prezzo speciale per il prossimo anno .
2) Aprire gli spazi vuoti alle scolaresche e alle famiglie regalando i biglietti ai più meritevoli creando una sinergia forte con le nuove generazioni basata sul merito .
3) Rendere utile la Polisportiva, che ha 60 sezioni, scovare i laziali che già abbiamo in casa .
4) Consentire a nonni e nipoti di ritrovarsi intorno ai colori della Lazio incentivando la venuta allo stadio di generazioni che possano ritrovarsi una domenica sotto i colori biancocelesti .
5) Cercare di riallacciare un filo conduttore con decine di migliaia di tifosi sfiduciati e delusi da questa società, una sparuta minoranza divenuta negli anni un vero e proprio esercito, con una sua grande forza che oggi è contraria a questa gestione .
6) Aprire la Lazio agli organi di informazione non ufficiali, (TV e radio non ufficiali), queste hanno sempre favorito la presenza allo stadio ed oggi sono anch'esse messe in un cantuccio. Quasi in un castigo, colpevoli forse di essere laziali?
Ci sarebbero tante altre azioni che possono favorire il ritorno dei laziali allo stadio e della lazialità in città. Per esempio intervenire nelle categorie lavorative (Vigili del fuoco, polizia , tassisti, avvocati, magistrati, liberi professionisti, operatori cittadini di vario genere). Ma questo presuppone impegno costante, tanto amore e qualche investimento economico per riproporre al pubblico una nuova immagine: Lazio=Amore per tutta la gente laziale, anche per chi ora dissente, perché non è necessariamente un nemico della Lazio e perché nessuna società, Lazio compresa, può permettersi di avere i propri tifosi contro. Bisogna aprire la mente, caro Lotito, e in questi 12 anni non l'hai mai fatto se non in sporadiche situazioni che ad oggi sembrano più casuali che volute. Ricordi il discorso fatto ai laziali dopo la vittoria di coppa Italia contro la Roma … Ebbene ora, adesso, immediatamente, agisci. Porta la Lazio oltre ogni cosa. Anche oltre te stesso.
FORZA LAZIO SEMPRE!