Luana D’Orazio, 22 anni, la giovane mamma morta sul lavoro
“Continuare a morire sul lavoro è inaccettabile, oggi e quella di Luana è la storia di troppi lavoratori invisibili”
Ennesimo caso di morte bianca: questa volta in un’azienda tessile nel pratese, un macchinario mal funzionante ha stroncato la vita di una giovane mamma di 22 anni.
Luana D’Orazio, è l’ennesima vittima degli incidenti sul lavoro, finita schiacciata all’interno di un macchinario tessile.
3 maggio 2021- a pochi giorni dalla festa dei lavoratori, in una fabbrica tessile, il nome di Luana D’Orazio (22 anni) si aggiunge alla lunga lista di morti bianche, ovvero avvenute sul posto di lavoro.
Un luogo che dovrebbe garantire sicurezza a chi lavora e che invece, molto spesso, si trasforma in un posto fatto di pericoli, dove gli operai rischiano la vita ogni volta che vi entrano.
Le cause di queste morti sembrano tutte legate al non rispetto delle norme, all’uso di materiali tossici per la salute dell’uomo o a quello di macchinari difettosi. Quest’ultimo caso è quello che ha riguardato la vicenda di Luana.
La vicenda
La giovane lavorava da circa un anno in un’azienda tessile, in provincia di Prato a Oste di Monteruolo. Il 3 maggio si era recata al lavoro come suo solito ma mentre si trovava nella sua postazione di lavoro, è rimasta incastrata all’interno dell’ingranaggio dell’orditoio, il macchinario che permette di preparare la struttura verticale della tela che costituisce la trama del tessuto. Accanto a lei c’era un collega girato di spalle che quando si è girato ha visto quello che era successo, dichiarando però di non aver udito urla d’aiuto. Subito dopo è scattato l’allarme e sul posto si sono presentati oltre ai vigili, anche carabinieri e sanitari ma i soccorsi sono risultati vani.
L’INCHIESTA
Nel frattempo, la procura di Prato ha aperto un’inchiesta sulla morte della ventiduenne, tra gli indagati ci sono già due persone. Si sta indagando inoltre sulla valutazione del funzionamento dei dispositivi di sicurezza del macchinario tessile.
Alcuni colleghi della giovane sono stati ascoltati dai responsabili delle indagini mentre due orditoi sono stati messi sotto sequestro: uno è quello che ha ucciso Luana mentre l’altro è uno identico che servirà per compiere confronti tecnici. La magistratura ha disposto anche l’autopsia sul corpo della giovane.
Intanto il procuratore capo di Prato, Giuseppe Nicolosi, ha rilasciato alcune dichiarazioni sull’inchiesta in atto:
“Siamo al lavoro per capire se e cosa non abbia funzionato nel macchinario, compresa la fotocellula di sicurezza. Abbiamo ricevuto i rilievi e nelle prossime ore nomineremo dei periti per gli accertamenti tecnici sui documenti raccolti dalla polizia giudiziaria”
LUANA LASCIA UN FIGLIO DI CINQUE ANNI E UNA MADRE CHE LA RICORDA E VUOLE GIUSTIZIA
“Luana era bella, buona e umile. Era contenta del lavoro che svolgeva anche se poi tutti i lavori possono pesare, anche i più leggeri ma le piaceva lavorare. Era solare, amava la vita, non litigava… Aveva tanta voglia di costruirsi un futuro perché era fidanzata da due anni…aveva studiato all’istituto professionale di Pistoia poi al terzo anno ha interrotto, è nato il bimbo, era una ragazza-madre.”
I sindacati indicono uno sciopero di 4 ore
La morte della giovane sta generando non solo numerose reazioni sul fronte politico ma anche delle riflessioni sulla necessità di migliorare le misure antiinfortunistiche durante i processi produttivi e sui luoghi di lavoro specialmente più a rischio.
“Morire di lavoro oggi non solo è inconcepibile, è intollerabile”
Queste le parole dei rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil che insieme si sono uniti per proclamare uno sciopero per venerdì prossimo. Nella zona di Prato, quello di Luana è il secondo incidente dell’ultimo periodo: prima di lei, un altro ventenne era rimasto schiacciato da un macchinario in un’azienda tessile di Montale.
Insieme allo sciopero i sindacati hanno indetto un presidio in piazza delle Carceri dalle 10 alle 12.
Queste le parole degli scioperanti:
“Bisogna investire sul futuro dei giovani offrendo loro la possibilità di un posto di lavoro dignitoso e sicuro. E’ inammissibile che oggi si cada sul posto di lavoro come 50 anni fa, con la tecnologia che ha fatto passi da gigante dobbiamo essere in grado di garantire standard minimi di sicurezza. E’ un impegno che ci chiama tutti al più alto senso di responsabilità”
PERSONAGGI NOTI DEL MONDO DELLA POLITICA MA ANCHE DELLO SPETTACOLO SI SONO UNITI AL CORDOGLIO DI UNA MADRE E ALLA RABBIA DEI SINDACATI.
Sui social è scoppiata una protesta che ha coinvolto sia personaggi noti che non. L’ennesima morte bianca che ha sconvolto l’opinione pubblica, c’è chi scrive:
“Il mio bisnonno è morto così nel secolo scorso, com’è possibile che queste cose succedano ancora?”
Oppure
“E’ accaduto ieri a Prato come nelle filande dell’Ottocento”
Tra i messaggi di cordoglio anche quelli di personaggi del mondo politico come il consigliere regionale Iacopo Melio:
“Continuare a morire sul lavoro è inaccettabile, oggi. Quella di Luana è la storia di troppi lavoratori invisibili. Morti bianche e ingiuste e inconcepibili che devono comunque scuoterci le coscienze e riaccendere il tema della sicurezza e della responsabilità collettiva, affinché tragedie simili non si ripetano mai più”
Tra gli altri personaggi politici, ricordiamo anche le parole del presidente del Parlamento Europeo David Sassoli:
“E’ davvero ancora immaginabile, nel 2021, morire “risucchiati da un macchinario”? E un modo in cui spesso, troppo spesso, la sicurezza sul lavoro viene considerata solo un costo mentre è invece un diritto essenziale, basilare. Una cosa che fa la differenza, semplicemente, brutalmente, tra la vita e la morte”
A commemorare la vita di Luana c’è anche l’attore Leonardo Pieraccioni:
“L’ho avuta come comparsa in un mio film nel 2018, “Se son rose” nella scena di una festa. Il ricordo di quella scena di una festa spensierata di ventenni aggiunge ancor più dolore. Perché la vita a vent’anni dovrebbe essere e continuare così, come una festa. E’ una notizia terribile…”
DATI CHE PREOCCUPANO
Secondo i dati Inail, nel primo trimestre 2021 le morti sul lavoro sono aumentate dell’11,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
I morti sul lavoro del 2020 inoltre, sono stati quasi il quintuplo delle vittime di omicidi volontari.
Se nel corso degli ultimi trent’anni gli omicidi volontari sono diminuiti di oltre il 75%, gli incidenti sul lavoro, nonostante la presenza di nuove leggi normative, hanno visto un decremento di appena il 38%.
C’è quindi bisogno di un intervento immediato che possa migliorare la situazione dei lavoratori.
Si dovrebbe smettere di considerare gli operai solamente come essenziali alla produzione ma anche come esseri umani che come tali, hanno il diritto di essere trattati al pari degli altri, garantendogli non solo uno stipendio giusto e delle ore di lavoro che non eccedano rispetto a quante concordate ma anche il diritto di entrare al lavoro e di uscire non come cadaveri ma ancora in vita.
Articolo di Marta Giorgi, Disegni di Chiara Giorgi