Lunedì 8 novembre è sciopero generale dei servizi ambientali
I sindacati rispondono alle proposte avanzate dalle associazioni datoriali
Nell’intera giornata di lunedì 8 novembre, in occasione dello sciopero generale indetto dalle segreterie nazionali delle principali organizzazioni sindacali dei lavoratori del comparto di igiene ambientale, i servizi legati alla raccolta rifiuti e ai Centri di Raccolta potrebbero subire sospensioni o riduzioni.
Solo a Roma saranno circa 7mila i lavoratori coinvolti: si preannuncia un lunedì “nero” per la Capitale, con il rischio di assistere a un paesaggio purtroppo fin troppo noto tra cassonetti che restano pieni, vie sporche, bar, ristoranti e locali costretti ad accatastare scatoloni e scarti agli angoli degli ingressi e delle vetrine.
Le ragioni dello sciopero
Ad indire lo sciopero dell’8 novembre sono stati Fp Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Fiadel:
“Riconoscere il diritto al rinnovo del contratto a questi lavoratori, soprattutto dopo il servizio svolto nel corso della pandemia, è doveroso. Ed è ancora più urgente perché riguarda gli addetti di un settore strategico, che sarà valorizzato dagli investimenti europei legati al Piano nazionale di ripresa e resilienza. Con lo sciopero dell’8 novembre si segnerà il passaggio di una vertenza che andrà avanti finché non raggiungeremo un esito positivo” hanno dichiarato i sindacati.
Le accuse ricadono sulle le associazioni datoriali: Utilitalia per la parte pubblica, Confindustria Cisambiente e Fise/Assoambiente per quella privata, insieme alle tre centrali cooperative, Agci, Confcooperative e Legacoop, responsabili “della rottura delle trattative per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di settore: dopo aver perso tempo lasciando che ben 27 mesi trascorressero dalla scadenza del contratto”.
I sindacati rispondono alle proposte avanzate dalle associazioni e richiedono oltre al rinnovo del contratto, l’evoluzione delle condizioni di lavoro per tutelare la salute dei lavoratori, un accordo economico migliore, che non tenga conto solo delle percentuali inflattive, che sviluppi maggiormente il welfare contrattuale e le varie indennità e infine, il perfezionamento delle relazioni industriali.