L’uomo gravido su L’Espresso non esalta le differenze ma è manifesto misogino e nichilista
La copertina de L’espresso non è solo una provocazione artistica o una trovata giornalistica ma il manifesto di un programma antropologico
La copertina de L’Espresso (uscito domenica 16 maggio) che ritrae un uomo con il pancione gravido e la scritta “La diversità è ricchezza” non è solo una provocazione artistica o una trovata giornalistica. Si tratta del manifesto di un programma antropologico preciso e in un paradigma strutturato.
La rivoluzione in atto, che ci intimano di non chiamare teoria del Gender, appare di tipo legislativo e socio-culturale ma la vera mutazione è più profonda, come detto, antropologica.
Non solo, siamo quasi di fronte ad un golpe filosofico che porta in sé l’illusione di una nuova ontologia.
La Meraviglia (da cui per Platone e Aristotele ha inizio il filosofare) della differenza tra i sessi, maschile e femminile, diventa un’imposizione biologica, una violenza anagrafica. Maschio e Femmina in base al corredo anatomico-genetico? Un’attribuzione indebita.
Della differenza tra Archetipo e Stereotipo
Peccato che la propaganda Gender faccia molta confusione anche sulla differenza tra stereotipo, che ha a che fare con il pregiudizio, e l’archetipo che ha invece a che fare con l’inconscio e la memoria collettiva.
L’archetipo dunque, del Padre e della Madre, viene degradato a stereotipo costrittivo. Ma siamo sicuri che questo sistema teorico serva ad integrare le minoranze Lgbt e non sia al servizio di pressioni economico-politiche molto più pervasive e interessate?
Si scrive “superamento delle disuguaglianze”, ma si legge trionfo del profitto del biopotere.
Purtroppo in moltissimi sono caduti nella trappola ideologica che spaccia la libertà del mercato per libertà dell’individuo. Tuttavia lo scopo di queste forze economiche è la liquidità delle identità a loro congeniali per sradicare l’individuo da ogni senso di appartenenza, proprio moltiplicando le potenziali definizioni di orientamenti sessuali in cui ci si può riconoscere. Proviamo allora a non farci confondere da chi ci vende vicoli ciechi camuffandoli da ampi orizzonti.
La donna è emancipata…l’utero è in affitto
In ogni caso la nostra breve analisi è di tipo filosofico. E la prima contraddizione onto-logica che salta agli occhi in questo paradigma transumano o post-umano, sta nel fatto che mentre miri dichiaratamente ad esaltare le diversità, le annichilisca. Poiché il maschile viene schiacciato nel femminile e il femminile viene appiattito nel maschile. La potenza erotica, mitologica, archetipica, psichico-affettiva della differenza è celebrata a parole, mentre si trova mortificata nella sua splendida evidenza ontologica.
Nella copertina de L’Espresso la donna ventre di accoglienza e l’uomo seme di vita, vengono annientati nel segno di una confusione infertile, di un amplesso autofagocitante, che dà forma a una gravidanza nichilista. Uomo e donna che procreano da una sola carne cannibale. L’apoteosi della misoginia, mentre contiamo le quote rosa in Tv.
Così il femminile è maschile e il maschile è femminile.
La donna è “emancipata”, l’utero è in affitto. La società è “civile”, la persona in vendita.
Il bambino deve autodeterminarsi dal “genere assegnato alla nascita” (biologico è stato svilito a termine offensivo!) ma è oggettificato nella Gpa, il primo diritto non alienabile, il legame madre-figlio, diventa…surrogabile.
La copertina de L’espresso: D come diversità e le lettere della Creazione
L’educazione sociale e civile contro l’omo-fobia merita pieno sostegno in quanto nessuno deve essere discriminato sul lavoro e nella società per il proprio orientamento sessuale.
Ma questa opera di sensibilizzazione è divenuta una propaganda assillante e capillare. “La diversità è ricchezza”, tuttavia la Diversità più temuta oggi è quella del Mistero dell’Uomo e della Donna.
Secondo alcuni studiosi della Cabbalà, ramo esoterico degli insegnamenti rabbinici, Dio creò l’universo per mezzo delle lettere, le quali sono Viventi e sono Maschio e Femmina.
Questi simboli che nel loro manifestarsi danno origine al cosmo, sono raggruppati per coppie, in modo che ogni lettera legata al maschile, di forma allungata, e ogni lettera legata al femminile, con forma sferica o di apertura, si trovino alternate e combinate.
Se il mestiere del filosofo è rintracciare l’essenza nel caos degli accidenti, è una sola la diversità che oggi viene davvero discriminata. La diversità radicale di Dio, l’assoluta diversità, la totale alterità.
Quella diversità con la lettera D maiuscola (!). La diversità di Dio è l’unica che non può essere accettata, perché il delirio di onnipotenza non ammette Onnipotenza.