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“Ma questi chi li ha invitati?”: il nuovo murales di Laika che ricorda Papa Francesco

E’ comparso nella notte in un luogo simbolo antistante al Vaticano: qual è il messaggio della street artist senza identità

Il nuovo murales di Laika dedicato a Papa Francesco a via Piccolomini

Il nuovo murales di Laika dedicato a Papa Francesco a via Piccolomini

Nel silenzio notturno che avvolge Roma prima di un evento destinato a scrivere una pagina nella storia della città, una figura mascherata si muove veloce. Il volto coperto da una maschera bianca, una parrucca fucsia che scompiglia l’anonimato, e un manifesto arrotolato sotto il braccio. La street artist Laika torna a colpire, questa volta con un murale che, come sempre, non passa inosservato, né per contenuto né per tempismo.

Murales dedicato a Papa Francesco, i nomi degli “invitati”

È comparso nella notte tra il 23 e il 24 aprile in via Nicolò Piccolomini, in una delle vie panoramiche più vicine al cuore simbolico del Vaticano, il nuovo poster della misteriosa artista attiva a Roma dal 2019. Si intitola “Gli invitati” e raffigura Papa Francesco con uno sguardo contrariato, quasi infastidito, mentre osserva l’elenco dei partecipanti alle sue esequie.

I nomi che si leggono non sono casuali: Trump, Milei, von der Leyen, Salvini, Piantedosi. Cinque nomi che bastano da soli a innescare un dibattito acceso. Ciascuno rappresenta un’idea, una linea politica, un approccio al potere. Ma cosa ci fanno su un muro dedicato a un Papa che, nei suoi dieci anni di pontificato, ha ripetuto in ogni sede possibile che la dignità umana non si negozia?

L’opera è tagliente, quasi brutale nella sua essenzialità. Il Santo Padre è ritratto in cielo, con l’aureola, ma non sereno: sta leggendo, riga per riga, l’elenco degli invitati al suo funerale, e la sua espressione dice tutto. Secondo Laika, il suo sguardo è quello di chi avrebbe preferito vedere altri nomi, altri volti.

Il messaggio che si cela dietro il murales di Laika

Chi conosce la scena della street art romana ha imparato a riconoscere il tratto di Laika: opere incisive, sempre firmate da una riflessione politica profonda, mai gratuite, mai didascaliche. Fino a oggi non aveva mai ritratto un Pontefice. «La Chiesa non è il mio mondo, specie per quanto riguarda i diritti civili», ha detto in una dichiarazione diffusa dopo l’apparizione dell’opera. Ma su Francesco ha voluto fare un’eccezione.

Perché? Forse perché, al netto delle distanze ideologiche, anche per una street artist laica e impegnata, Papa Francesco ha rappresentato qualcosa di diverso. Laika lo ha definito attento a chi soffre”: ai migranti, ai palestinesi, alla pace. In una scena pubblica spesso affollata di retorica e parole vuote, Francesco ha portato — secondo lei — posizioni nette, non sempre gradite ai potenti. Ecco il senso del murale: un richiamo alla coerenza, al rispetto della memoria, alla dissonanza tra ciò che Francesco ha rappresentato e chi oggi, per protocollo o calcolo, partecipa al suo commiato.