Macellaio ucciso da maiale, il caso ricorda l’episodio di Corcolle
L’episodio del maiale che ha ucciso un uomo è avvenuto in Cina, ma ricorda molto un altro verificatosi alle porte di Roma qualche anno fa
Un caso che ricorda molto un fatto avvenuto a Corcolle qualche anno fa. E’ capitato in Cina che in un mattatoio, un maiale abbia ucciso un uomo dopo che questi l’aveva stordito.
I fatti
L’animale, apparentemente morto, ha in realtà successivamente reagito al proprio carnefice, inveendo contro di lui e scaraventandolo per terra. Nello scontro, l’uomo si è ferito a un piede con la mannaia che stava utilizzando per giustiziare l’animale.
Una ferita profonda diversi centimetri che, a quanto pare, potrebbe essere risultata fatale. Il macellaio infatti, trasportato successivamente in ospedale, è stato dichiarato morto. Intanto, la polizia ha avviato le indagini per determinare le cause del decesso.
L’episodio a Corcolle di qualche anno fa
La vicenda ha ricordato molto un caso avvenuto circa due anni e mezzo fa quando un suino aveva ucciso un uomo e ferito gravemente un bimbo di due anni. L’animale, lo ricordiamo, apparteneva a un allevamento abusivo a Corcolle, frazione del Comune di Roma, non lontano da Tivoli.
I proprietari erano stati accusati di non aver vigilato sull’animale che aveva morso a morte un operaio cinquantenne e ferito gravemente il minore. L’uomo era entrato nel porcile portando in braccio il piccolo, anche lui al fine di mostrare i maialini appena nati.
La questione legata agli allevamenti intensivi
Solo qualche settimana fa era stato portato all’attenzione un fatto riguardante l’annoso problema degli allevamenti intensivi di maiali. Una situazione denunciata da diverse associazioni tra cui Animal Equality. Gli animali sono spesso tenuti in condizioni di totale degrado con conseguente estrema sofferenza.
Diverse investigazioni hanno permesso di rintracciare all’interno dello stesso allevamento ulteriori sconcertanti problematiche.
Animali tenuti in pessime condizioni igieniche, spesso agonizzanti, con poche e limitate possibilità di movimento privi di accesso ad acqua e cibo. Una situazione drammatica che avviene soprattutto nei all’interno di recinti, luoghi nei quali le scrofe sono prigioniere.
Condizioni che, sovente, comportano successivi ritrovamenti anche di cadaveri di cuccioli appena nati.
Una situazione che causa notevole sofferenza psicologica negli animali che, ovviamente, va a sommarsi a quella fisica, motivata da cure precarie, come attestato da piaghe e ferite disseminate su tutto il corpo.
Ricordiamo che esiste una normativa vigente, atta a sensibilizzare l’osservanza di alcune regole, in tema di smaltimento corretto di animali morti.
Continua pertanto il lavoro di associazioni tra cui la già citata Animal Equality per non fermare la richiesta di interventi incisivi e risolutivi da parte di autorità e organi competenti.