Mafia Capitale, al via i primi interrogatori a Regina Coeli
Nel mirino coop La Cascina. Federici: “Reati contestati non legati a mafia”; Cantone: “Appalto irregolare mai revocato”
Al via la prima tornata di interrogatori di garanzia per i destinatari delle ordinanze di custodia cautelare emesse ieri nell’ambito dell’inchiesta Mafia Capitale. Il gip Costantini, autore dell’ordinanza, oggi ascolterà tutti i reclusi a Regina Coeli: tra di loro, Mirko Coratti, già presidente dell'Assemblea Comunale, Francesco Ferrara, dirigente della cooperativa La Cascina, il dirigente comunale Angelo Scossafava e l’ex assessore alla Casa della giunta Marino, Daniele Ozzimo. Domani sarà la volta di tutti gli indagati condotti ieri nel carcere di Rebibbia.
Per quanto riguarda la cooperativa, La Cascina “ritiene di dover evidenziare che i provvedimenti che hanno interessato alcuni propri dirigenti non riguardano in alcun modo reati di mafia”. Questo è quanto afferma il presidente del Consiglio di amministrazione, Giorgio Federici. “Nessuno dei soggetti coinvolti – spiega – è accusato di aver tenuto comportamenti mafiosi. Il fulcro degli addebiti mossi nei confronti de La Cascina riguarda il centro di accoglienza dei richiedenti asilo (Cara) Di Mineo, sito nei pressi di Catania. A tale riguardo è ferma convinzione della cooperativa che le procedure di affidamento si siano svolte nel pieno rispetto della normativa vigente e conformemente ai criteri di evidenza pubblica”. Federici sottolinea che “le autorità coinvolte nelle procedure e nella valutazione dei servizi erogati hanno, nel tempo, confermato la legittimità amministrativa delle gare e l’eccellenza delle prestazioni rese. L’Avvocatura dello Stato, l’Autorità per la Vigilanza sui contratti pubblici (Avcp) hanno evidenziato la coerenza dei percorsi amministrativi con la normativa di settore”. “Da ultimo – continua Federici – il 2 aprile scorso Anne Brasseur, nella sua qualità di presidente dell’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa, la terza carica del Parlamento Ue, recandosi presso il Cara di Mineo nel rilevare la sua impressione sulla gestione del centro, ha dichiarato: ‘Sono rimasta particolarmente colpita dall’umanità con la quale vengono offerti i servizi agli ospiti, in particolare istruzione, assistenza sanitaria e psicologica alle donne e bambine e soprattutto dalla vivibilità che hanno all’interno di un centro con oltre temila ospiti‘ ”.
Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione (ANAC), afferma invece in un’intervista a La Stampa, che “il mio Ufficio dopo gli arresti di dicembre controllò quell’appalto ed emersero palesi e gravi incongruenze. L’appalto, nonostante i nostri rilievi, non è mai stato revocato”. Dopo le nuove indagini, spiega il magistrato, “ho chiesto e ottenuto dalla Procura di Roma la nuova ordinanza di custodia cautelare e stiamo valutando il commissariamento di alcuni appalti. E per primo valuteremo il commissariamento dell'appalto del Cara di Mineo”.
Da Cantone, poi, una riflessione sul giro di tangenti in relazione alla gestione dei migranti. “Vedo con grande apprensione il formarsi di una miscela esplosiva fatta di flussi migratori sempre di più imponenti che arrivano nel nostro Paese, e speculazioni affaristiche criminali nella gestione della accoglienza. L’emersione di questa patologia può produrre pericolosi fenomeni di intolleranza nei confronti dei migranti da parte dell’opinione pubblica”.