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Mafia Capitale, “Odevaine ha sbagliato e lo ha ammesso”

L’avvocato Petrucci dichiara: “Ha sbagliato e lo ha ammesso, ma Odevaine non ha nulla a che fare con la mafia”

“Luca Odevaine nulla ha a che fare con la mafia della Capitale. Sin dall’inizio non gli è contestata l’aggravante di mafia. Prendeva 5mila euro al mese da Salvatore Buzzi, ha sbagliato e lo ha ammesso. La custodia cautelare per lui potrebbe essere già scaduta”.

A parlare è l’avvocato Luca Petrucci, legale di Odevaine, intervenuto ai microfoni di Radio Cusano Campus nel corso del programma ECG Regione Lazio di Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio. Pochi giorni fa, proprio Odevaine ha reso delle dichiarazioni spontanee e Petrucci è allora intervenuto per chiarire la posizione del suo assistito. “La sua vicenda riguarda reati comuni e non riguarda la mafia. Ha spiegato ai pm che lui non aveva nessun ruolo nel tavolo interministeriale, il tavolo non attribuiva posti per gli immigrati, non decideva dove andavano gli immigrati ma era soltanto un tavolo di consultazione di supporto del ministro che si è riunito negli anni prima più volte e poi sempre meno. Il lavoro che Odevaine svolgeva per Buzzi era quello di ‘semplificatore’. Quando Buzzi aveva un problema chiamava Odevaine che conoscendo il mondo dell’amministrazione risolveva i suoi problemi”.

Per questo lavoro di ‘semplificatore’, inoltre, “Odevaine ha preso dei soldi in nero, ha fatto uno sbaglio, lo ha ammesso assumendosi le proprie responsabilità. Il guadagno era di 5mila euro al mese”. Insomma, secondo Petrucci, Odevaine confessando il suo errore si sarebbe redento e soprattutto non avrebbe “niente a che fare con la mafia”.

A Radio Cusano Campus il legale di Luca Odevaine, l’avvocato Luca Petrucci, ha specificato anche i rapporti che il suo assistito ha avuto il commercialista Stefano Bravo. “È una favola quella che è stata scritta, e cioé che trasportava milioni in contanti in Svizzera. Il mio assistito ha spiegato ai magistrati di essersi recato in Svizzera due volte. Ha acquistato una società svizzera per apportare le quote dei suoi beni in Venezuala, Bravo era il suo commercialista, lo ha accompagnato per questa operazione e successivamente è tornato in Svizzera non con pacchi di soldi ma solo con 4mila euro che servivano per pagare le commissioni alla Svizzera di questa società. Comunque siamo intenzionati a rinunciare su questo punto al segreto bancario in modo che si possa vedere con chiarezza che le affermazioni fatte da Odevaine sono vere”.

Infine dall’avvocato Petrucci una previsione sulla pronuncia della Cassazione, fissata per il prossimo 10 aprile. “Il nostro ricorso è sulla configurazione giuridica del reato. C’è differenza tra gli articoli 318 e 319 del Codice penale. Con l’articolo 318 la custodia cautelare è di 3 mesi, con il 319 è di 6 mesi. Se fosse 318, dunque, la custodia cautelare in carcere sarebbe già scaduta. Noi riteniamo comunque che Odevaine non fosse un pubblico ufficiale e non potesse commettere alcuna corruzione, ma questo naturalmente sarà oggetto del processo che si dovrà celebrare. Fino a quel momento il mio assistito, come tutti gli imputati, è da considerarsi innocente”.

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