Prima pagina » Cronaca » Mafia nigeriana a Roma, i tentacoli dei MAPHITE: prostituzione, tratta e aborti forzati

Mafia nigeriana a Roma, i tentacoli dei MAPHITE: prostituzione, tratta e aborti forzati

L’operazione è un passo decisivo nella guerra contro la mafia nigeriana in Italia, ma resta da smantellare un sistema radicato in più paesi e difficile da tracciare

Polizia 113_2025

Un’operazione senza precedenti quella condotta dal Servizio Centrale Operativo e dalla S.I.S.C.O. di Roma, con il supporto della S.I.S.C.O. di Brescia e altre unità di prevenzione, che ha sradicato un pericoloso gruppo mafioso nigeriano operante in Italia e in altri paesi europei.

Una rete criminale spietata la mafia nigeriana

Sei persone sono state arrestate con accuse pesantissime, tra cui associazione mafiosa finalizzata alla tratta di esseri umani, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, sfruttamento della prostituzione, sequestro di persona, estorsione e procurato aborto. Alcuni reati risultano aggravati dal metodo mafioso e dalla transnazionalità delle attività.

L’organizzazione criminale, identificata come MAPHITE, è nota per la sua ferocia e per la capacità di infiltrarsi nei contesti urbani con un controllo capillare del territorio e delle sue vittime. Le indagini, coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, hanno permesso di ricostruire un intricato intreccio di traffici umani e di sfruttamento sessuale, accompagnato da minacce e violenze estese anche alle famiglie rimaste in Nigeria.

La tratta di esseri umani: il lungo viaggio verso l’inferno

La macchina del crimine si avvia nelle strade polverose della Nigeria, dove le giovani donne vengono ingannate con la promessa di un lavoro dignitoso in Italia. Ma il sogno di un futuro migliore si trasforma presto in un incubo fatto di brutalità e sopraffazione. Le ragazze, accompagnate da “boga” – figure incaricate del trasporto – attraversano il Niger e la Libia, dove subiscono ripetute violenze fisiche, psicologiche e sessuali. Finalmente imbarcate su precarie carrette del mare, raggiungono Pozzallo, in Sicilia, spesso in condizioni disperate.

L’inferno, però, non termina con l’arrivo in Italia. A Roma, ad attenderle, ci sono le cosiddette “madame”, donne che gestiscono l’organizzazione locale e che, insieme ad altri membri dei MAPHITE, sottopongono le vittime a nuovi orrori. Rinchiuse in appartamenti-fantasma, le ragazze sono private di cibo, acqua e contatti con il mondo esterno. Chi osa ribellarsi viene punita brutalmente.

Prostituzione e aborti forzati: la schiavitù moderna

Tra le storie più drammatiche emerge quella di una giovane costretta ad abortire tramite pericolosi farmaci somministrati senza alcuna assistenza medica. Il rischio per la sua vita era altissimo, ma l’organizzazione non poteva tollerare che la gravidanza ostacolasse l’attività di prostituzione. Un atto disumano, sintomo della crudeltà senza limiti dei MAPHITE.

Il gruppo impone alle ragazze un debito insormontabile – la cosiddetta “spesa del viaggio” – che spesso supera i 20.000 euro, denaro che la vittima è costretta a versare sotto costante minaccia e vessazione, anche attraverso ritorsioni verso i familiari rimasti in patria.

La ribellione di una vittima coraggiosa: il grido di libertà

A dare una svolta alle indagini è stata la testimonianza di una giovane donna, che con coraggio ha denunciato i suoi aguzzini. È riuscita a spezzare il muro di paura e omertà, dando voce non solo al proprio dolore ma anche a quello di tante altre vittime ancora intrappolate in questo sistema infernale.

La difficile lotta alla mafia nigeriana

L’operazione rappresenta un passo decisivo nella guerra contro la mafia nigeriana in Italia, ma resta da smantellare un sistema radicato in più paesi e difficile da tracciare. Le istituzioni italiane non devono abbassare la guardia ma continuare a lottare contro questa moderna forma di schiavitù.