#MafiaCapitale, truccati appalti per restauro Aula Campidoglio
Nel mirino alcuni appalti truccati per il restauro dell’Aula Giulio Cesare: sono 6 in tutto gli arresti della GdF
Ancora brutte notizie sul fronte Mafia Capitale. Dopo la seconda ondata di arresti di giovedì scorso, legati alla seconda fase dell’inchiesta denominata, appunto, Mafia Capitale, la Guardia di Finanza ne ha portati avanti di nuovo.
Nel mirino alcuni appalti truccati: sono 6 in tutto gli arresti. Tra le gare sotto la lente degli inquirenti, anche quella relativa al restauro dell’Aula Giulio Cesare, in Campidoglio, deputata a ospitare le riunioni dell’Assemblea Capitolina. Secondo quanto emerge, la gara sarebbe stata affidata a Fabrizio Amore, imprenditore coinvolto in Mafia Capitale.
Tutti i provvedimenti sono stati emessi dal gip di Roma. Agli arrestati (tra cui Amore e un alto dirigente in servizio alla Sovrintendenza dei beni culturali di Roma Capitale), a vario titolo, sono contestati i reati di associazione per delinquere, truffa aggravata e continuata in danno del comune di Roma, falso, turbativa d’asta, emissione e utilizzo di fatture false, indebite compensazioni d’imposta, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte con l’aggravante del reato transnazionale, commesso in Roma, Lussemburgo e altrove. Una ventina sono invece le persone indagate.
L’inchiesta della Guardia di Finanza ha consentito di fare luce su una serie di truffe nel settore degli appalti pubblici. Per quanto riguarda, in particolare, il restauro dell’Aula Giulio Cesare, stando a quanto emerge, l’imprenditore arrestato si sarebbe mostrato più volte sicuro di vincere la gara tanto che avrebbe stipulato contratti ed effettuato pagamenti in acconto ai subappaltatori alcuni giorni prima dell’apertura delle buste contenenti le offerte: l’associazione, quindi, avrebbe fatto in modo che alla gara fossero invitate esclusivamente società riconducibili allo stesso soggetto economico.
Il nome dell’imprenditore Amore emergerebbe anche in relazione ad alcune strutture residenziali in zona Ardeatina. Dalle indagini emerge che Amore avrebbe intrattenuto rapporti con alcuni personaggi all’interno degli Uffici di Roma Capitale: l’imprenditore, tramite le sue società, controllate a loro volta da società lussemburghesi, avrebbe concesso in affitto al Comune due strutture residenziali, appunto in zona Ardeatina, per la gestione delle emergenze abitative della Capitale. Da parte sua, il Campidoglio, per diversi anni, avrebbe pagato circa 2.250 euro al mese per ogni appartamento. Tuttavia, alcune di queste unità immobiliari, anziché essere destinate all’emergenza casa, erano utilizzate da Amore per fini propri.
Infine, i finanzieri avrebbero scoperto un’evasione fiscale per un totale di 11 milioni di euro, sempre a firma di Amore, attraverso un gruppo di società a loro volta controllate “da imprese estere con sede in Lussemburgo”.