Magistrati Aosta: “le passeggiate non sono illeciti. cosa dobbiamo sanzionare?”
“Grandi dispiegamenti di mezzi per perseguire illeciti che non esistono”
Parola di 9 magistrati di Aosta: “Con estremo sconforto – soprattutto morale – abbiamo assistito – e ancora assistiamo – ad ampi dispiegamenti di mezzi per perseguire illeciti che non esistono. E’ manifestamente insussistente qualsiasi offesa all’interesse giuridico (e sociale) protetto”. Dov’è l’azione da sanzionare? Le passeggiate non sono illeciti.
Lo affermano nove magistrati di Aosta in qualità di “cittadini”. Sono Eugenio Gramola, presidente del tribunale, i giudici Anna Bonfilio, Maurizio D’Abrusco, Luca Fadda, Davide Paladino, Marco Tornatore, Stefania Cugge (giudice a Ivrea) e i pm Luca Ceccanti ed Eugenia Menichetti.
Reati inesistenti
“Che pericolosità rivestono le condotte di chi, faccia una passeggiata nei boschi?”. Il territorio valdostano – ma anche altrove, in zone di campagna o collinari su tutto il territorio italiano – ove molti comuni hanno una densità di popolazione assai limitata a fronte di un territorio in gran parte esteso in zona rurale.
Di chi per sopravvivere alla situazione pesante in cui tutti viviamo, avendo la fortuna di abitare in comune montano, faccia una passeggiata nei boschi ‘osando’ allontanarsi anche per qualche chilometro dalla propria abitazione?
Laddove superate le ‘quattro case’ del paese – proprio nel raggio delle poche centinaia di metri di spostamento consentito od almeno tollerato – si spinga fino alle zone solitarie di montagna. E dove – se ha fortuna – potrà incontrare forse qualche marmotta, o capriolo o volpe, transitando al più in prossimità di qualche alpeggio, al momento anche chiuso”.
Le passeggiate non sono illeciti, ripetono i giudici.
Tanto spreco inutile di denaro
Quindi “fermo restando che è compito delle Forze di Polizia, e prima ancora dell’autorità politica che ne dirige l’operare, decidere come e dove concentrare i controlli sull’osservanza delle disposizioni emanate dal Governo, è difficile non chiedersi se davvero non si sappia immaginare un modo più utile per spendere il danaro pubblico. In settori ove ce n’è ben più bisogno per le tante necessità urgenti delle strutture sanitarie o per più seri interventi di prevenzione e protezione degli anziani in strutture di accoglienza”.
“Tutto ciò avviene con sacrificio estremo – proseguono i magistrati -manifestamente non necessario, di diritti fondamentali di libertà personale. E anche di circolazione dei cittadini di cui alla parte I della Costituzione, che meriterebbe rinnovata lettura ed attenta meditazione.
Non dimentichiamo che le norme che vengano ad incidere e sacrificare diritti costituzionalmente garantiti, anche a tutela di altri diritti di pari rango che vengano a confliggervi, sono comunque sempre soggette a stretta interpretazione. E perdono ogni legittimazione laddove le condotte sanzionate siano prive di lesività per il bene preminente salvaguardato”.
La finalità dei divieti
Nell’ambito dell’emergenza da coronavirus, in Valle d’Aosta è prevista “in senso ulteriormente restrittivo” rispetto alla normativa nazionale (per via di una ordinanza regionale) la possibilità di svolgere attività motoria e di uscire con l’animale da compagnia. E “solo in prossimità della propria abitazione“, ricordano giudici e pubblici ministeri.
Inoltre “non sarebbe forse ‘strategicamente’ più utile limitare l’applicazione dei provvedimenti in vigore nell’ambito effettivamente necessario per il perseguimento dei fini loro propri di contenimento dei rischi reali – e non immaginari – di diffusione dell’epidemia in atto, salvaguardando il più possibile le libertà fondamentali dei cittadini.
Vinciamo il virus ma perdiamo le libertà
Quest’ultimi sarebbero assai più motivati e spontaneamente disposti al rispetto della normativa vigente, ragionevole ed equilibrata. Non si sentirebbero invece costretti a cercare i più umilianti sotterfugi per sottrarsi ai controlli. Gli accertamenti finiscono per essere percepiti come gratuite persecuzioni di nessuna utilità per l’effettiva tutela del bene della salute pubblica”.
Infine “se superassimo il pericolo da coronavirus lasciando sul tappeto libertà fondamentali e diritti primari di libertà che oggi vengono seriamente posti a rischio da condotte repressive non adeguate rispetto ai fini perseguiti, che risultato avremmo conseguito?”.
Lettera al Governo
La Regione Valle d’Aosta ha inviato al Governo nazionale la lettera aperta sottoscritta dai nove magistrati del Tribunale di Aosta in cui si sostiene che le passeggiate non sono da considerarsi un illecito durante l’emergenza coronavirus.
A trasmettere il testo – secondo quanto appreso dall’ANSA – è stata la Protezione civile valdostana. Per avere un parere sull’interpretazione definitiva del decreto della presidenza del Consiglio dei Ministri che ha introdotto restrizioni sugli spostamenti dalla propria abitazione per evitare la diffusione del contagio. (Agenzia Ansa)