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Mainetti e Sorgente Group: l’arte per riscoprire Caravaggio e il Seicento

L’evento a Palazzo Montani Leoni si svolge grazie alla collaborazione della Fondazione Sorgente Group di Valter Mainetti

Valter Mainetti

Valter Mainetti

La Mostra “Dramma e Passione – da Caravaggio ad Artemisia Gentileschi”, dopo la pausa dovuta alla pandemia, corrisponde alla ripresa di eventi di grande rilievo a Palazzo Montani Leoni, sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Terni e Narni. In particolare le 33 opere esposte consentono uno straordinario viaggio nella pittura del Seicento, che celebra il nascere e lo sviluppo del caravaggismo, a partire dagli anni della formazione dell’artista, al pieno fiorire della sua arte pittorica, fino alla cultura barocca di Mattia Preti. 

Fino all’8 gennaio p .v. i visitatori potranno ammirare dipinti di grandi maestri da Caravaggio, a Bartolomeo Manfredi, a Orazio e Artemisia Gentileschi, e a Mattia Preti. Tra le opere esposte sarà possibile ammirare anche la Santa Cecilia con l’organo portatile, un’altra Santa e un putto, opera matura di Giuseppe Cesari, detto Cavalier d’Arpino, della Fondazione Sorgente Group, presieduta da Valter Mainetti e da sua moglie Paola.

Il percorso della Mostra si snoda in otto sale tematiche che vedono l’affermazione della pittura naturalista di matrice caravaggesca sino al confronto con il classicismo emiliano di Guido Reni e Guercino, lo scontro con nemici di Caravaggio, come Baglione Salini, e il trionfo della pittura barocca con Bernardo Strozzi e Mattia Preti. 

‘’Oltre a presentare un assoluto inedito di Artemisia Gentileschi – rileva il curatore Pierluigi Carofano – la vera star della mostra è Caravaggio con due opere difficilmente visibili dal grande pubblico. La prima è la Maddalena addolorata, l’altra è la crocefissione di Sant’Andrea’’. 

Il dipinto concesso in prestito dalla Fondazione Sorgente Group raffigura Santa Cecilia che si accinge a suonare un organo portatile. Infatti, Santa Cecilia fu considerata fin dal Medioevo patrona della musica.  L’opera, secondo lo storico dell’arte Herwarth Röttgen, risale al 1630, dunque nell’ultimo decennio di attività dell’artista. Un’immagine senza tempo, che sembra provenire, come rileva Röttgen, dal “cristianesimo delle origini”.

Il Presidente della Fondazione Carit, Luigi Carlini,  sottolinea come per realizzare la Mostra, che segna un punto di partenza delle attività della Fondazione in ambito espositivo, sia stato necessario interagire con altre realtà simili, tra le quali la Fondazione Sorgente, con le quali si è accomunati dalla medesima mission nella diffusione del patrimonio culturale. 

«Rendere fruibili al grande pubblico opere acquisite dalla nostra Fondazione, che fanno parte del patrimonio artistico e culturale del nostro Paese, è per noi un impegno costante – dichiara Valter Mainetti, Presidente della Fondazione –. Per questo accogliamo sempre con favore le richieste di prestiti delle istituzioni museali, nazionali ed internazionali. Vogliamo infatti che la collettività possa ammirare i capolavori di insigni maestri della pittura italiana, come la Santa Cecilia del Cavalier d’Arpino, concessa in prestito alla Mostra di Terni».