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Malagrotta: condanna a tre anni per Manlio Cerroni per trattamento rifiuti speciali

La discarica di Malagrotta, chiusa nel 2013 dopo essere stata il principale sito di conferimento dei rifiuti di Roma, è stata al centro di polemiche per la sua gestione

Discarica

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Il tribunale monocratico della Capitale ha emesso una sentenza di condanna a tre anni per Manlio Cerroni, figura centrale nella gestione della discarica di Malagrotta, e per il suo ex collaboratore di fiducia, Francesco Rando. Il verdetto giunge al termine di un processo scaturito da uno dei filoni dell’indagine pluriennale sulla gestione della più grande discarica d’Europa, un’inchiesta che ha sollevato un velo sulle criticità nella gestione dei rifiuti a Roma.

Cerroni, oggi 98enne, è stato riconosciuto colpevole in qualità di amministratore di fatto del consorzio Colari e della E.Giovi srl, due realtà chiave nel panorama del trattamento dei rifiuti nella Capitale. La vicenda giudiziaria coinvolge anche gli altri due imputati, accusati di aver gestito abusivamente e abitualmente ingenti quantitativi di rifiuti speciali, con attività illecite documentate tra il 2006 e il 2018. I legali rappresentanti della E.Giovi srl, operativi fino al febbraio 2014, avrebbero agito, secondo l’accusa, “in concorso tra loro al fine di profitto e con attività organizzata”.

I dettagli della sentenza contro Manlio Cerroni

Il tribunale ha inflitto la stessa pena a Rando, considerato il braccio destro di Cerroni nelle operazioni del consorzio Colari. Sebbene la condanna preveda la sospensione della pena, essa rappresenta un duro colpo all’immagine e alla reputazione degli imputati, protagonisti di un sistema di gestione dei rifiuti che per anni ha sollevato critiche e polemiche.

Oltre alle pene detentive, il tribunale ha disposto una serie di risarcimenti, tra cui uno in favore del Comune di Roma, che si era costituito parte civile nel processo. Questo riconoscimento apre le porte a ulteriori azioni per riparare i danni economici e ambientali subiti dalla città negli anni di presunta cattiva gestione della discarica di Malagrotta.

Un sistema di gestione dei rifiuti sotto accusa

La discarica di Malagrotta, chiusa nel 2013 dopo essere stata per anni il principale sito di conferimento dei rifiuti di Roma, è stata al centro di polemiche per la sua gestione discutibile e per l’impatto ambientale devastante. Gli investigatori hanno rilevato che Cerroni e i suoi collaboratori avrebbero messo in atto un sistema organizzato volto al profitto, ignorando le normative ambientali e gestendo quantitativi ingenti di rifiuti speciali senza le necessarie autorizzazioni.

Secondo gli inquirenti, le attività illecite avrebbero avuto un impatto negativo non solo sull’ambiente, ma anche sulla salute dei cittadini, esponendo le comunità limitrofe ai rischi derivanti da un trattamento inadeguato dei rifiuti.

Con questa sentenza, si accende nuovamente il dibattito sulla necessità di una riforma strutturale del sistema di gestione dei rifiuti a Roma. La vicenda di Malagrotta evidenzia le carenze e le vulnerabilità di un sistema che per troppo tempo ha privilegiato interessi privati a scapito del bene comune.

Il Comune di Roma, costituitosi parte civile, ha accolto con favore la sentenza, sottolineando l’importanza di proseguire sulla strada della legalità e della sostenibilità ambientale. La città resta comunque alle prese con la difficile gestione dei rifiuti, in un contesto caratterizzato da inefficienze strutturali e frequenti emergenze.