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Malagrotta, la versione dei fatti di Manlio Cerroni

Cerroni presenta il suo libro e svela i suoi ‘retroscena’

La versione dei fatti di Manlio Cerroni, il patron di Malagrotta, arriva nero su bianco, nelle pagine di un libro che ripercorre la storia, con il suo nome, dei rifiuti a Roma e nel Lazio. Il libro, dal titolo “Storia e cronaca a volo d'angelo sulla 'monnezza' di Roma e del Lazio” è stato presentato ieri all’hotel Tiber di Fiumicino, con la partecipazione del giornalista Antonello Piroso. Le vicende vanno dal 1944 al 9 gennaio 2014 – come recita anche il sottotitolo – giorno in cui Cerroni è stato arrestato nell'ambito dell'inchiesta sul sistema rifiuti.  
 

COLLEGAMENTI MAFIOSI? "E' LA COSA CHE PIU' MI FERISCE" – Molti i temi toccati da Cerroni durante la presentazione del suo libro, che sono anche alcuni di quelli scritti nel volume. A partire dal collegamento mafioso che “è la cosa che in questa kafkiana vicenda più mi ferisce: è ingiusta e inumana per quanto mi riguarda. Questa è barbarie. Ai tempi dell'inquisizione forse c'erano più garanzie” – si legge. Perché, a suo dire, “è noto a tutti – scrive ancora nel suo libro – e da tutti almeno questo riconosciuto che tra i miei meriti, e sono tanti, vi è anche quello di aver tenuto lontano da Roma le organizzazioni malavitose”.

Relativamente alla vicenda che lo coinvolge, Cerroni dichiara che si dedicherà “con tutte le forze e con tutti i mezzi leciti e consentiti a fare valere in tutte le sedi i miei diritti e a difendermi e dimostrare le buone ragioni e il nostro buon lungo operato, nella certezza di trovare a Roma un giudice sereno che, riscontrate carte, atti e fatti, ci renda giustizia” – scrive ancora.

"PRETENDO CHE ROMA MI RINGRAZI" – Ma i toni non sono stati solo così ‘soft’. “Pretendo che Roma mi ringrazi e pretendo la cittadinanza. Ci sono state persone che hanno avuto questo riconoscimento per i meriti conseguiti e io presenterò i miei. Sto facendo scrivere una richiesta” – ha dichiarato Cerroni dall’hotel. “Abbiamo salvato Roma con un nostro rischio e un nostro investimento. Ce ne hanno dato atto anche gli ex commissari Giuseppe Pecoraro e Goffredo Sottile. Una volta – ha continuato – si dava il merito, a noi è stato dato invece il castigo”.

E allora ecco che Cerroni stesso snocciola un po’ di cifre: “Io ho fatto risparmiare a Roma 70/75 milioni all'anno, il costo del restauro del Colosseo è di 25 milioni, quindi ho fatto risparmiare a Roma ogni anno tre volte il restauro del Colosseo, che in trent'anni fanno 105 restauri del Colosseo”.

"IN 2 ANNI PORTO ROMA A LIVELLI DI ECCELLENZA" – “Che aspettate – chiede – ad affidare al ‘Supremo’, come mi chiamate, al ‘Comandante’, la soluzione di questo problema? Nel giro di due anni sono nelle condizioni di portare Roma a livelli di eccellenza, compreso quel progetto di trasformare in biometano il biogas proveniente dalla materia organica della raccolta differenziata”.

EMERGENZA RIFIUTI? LA REGIONE SAPEVA – Per quanto riguarda l’attuale emergenza rifiuti, di cui in questi giorni si parla molto, Cerroni imputa la colpa alla “carenza delle autorità preposte”. “A ottobre del 2009 – spiega – noi avvertiamo, essendo imprenditori, la Regione. Li avvisiamo che Malagrotta stava andando in esaurimento e che avevamo trovato un sito eccezionale a Quadro Alto. La legge prevede che entro 180 giorni si debba dare risposta e, nonostante le diffide, siamo arrivati al 2011 senza risposte. Donde, la nomina del commissario. In quegli anni c'era Renata Polverini come presidente e Marotta come direttore dell'area rifiuti, che non hanno istruito le pratiche, e con le loro omissioni hanno mandato in crisi il sistema”.

IRREGOLARITA' A MALAGROTTA? – E sulle presunte irregolarità nel conferire i rifiuti a Malagrotta anche contro le indicazioni europee?  “Nei decreti Milleproroghe si prevedeva che le discariche potevano ricevere anche i rifiuti indifferenziati. Davano l'autorizzazione, in violazione della normativa europea. Erano eccezioni autorizzate dalla legge. Che me le prendevo io certe responsabilità?!” – conclude.

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