Malinconia d’autunno: le donne ne soffrono più degli uomini
L’autunno porta con sé numerosi cambiamenti tra questi c’è la tristezza autunnale che è legato alla variazione delle ore di buio
Settembre e ottobre sono i mesi più difficili da superare perché la nostra mente è ancora in vacanza, orientata all’estate, al caldo, alle serate con gli amici, al mare, alla montagna. L’idea di dover tornare alla quotidianità fa sentire tristi sia i giovani che gli adulti. Si deve tornare al lavoro con ritmi massacranti, si torna a scuola, catapultati in mezzo al traffico di città stressanti e rumorose che aumentano l’ansia e la stanchezza psicofisica.
È un periodo dell’anno dove ci si propone di fare cose nuove e si fa un resoconto di ciò che si è fatto durante il periodo di riposo. Si poteva fare di più? Indubbiamente sì, ma si è rimandato tutto a settembre. Viviamo la stessa condizione fisica e psichica del periodo precedente alle vacanze. La vacanza doveva servire a ricaricarsi per l’inverno, purtroppo però non siamo riusciti a fare ciò che c’eravamo proposti e siamo tornati insoddisfatti! Gli inglesi chiamano questo disagio “September blues” o sindrome del rientro, caratterizzato da una serie di sintomi facilmente riconducibili alla malinconia d’autunno.
La tristezza autunnale è causata da un aumento di ore di buio che modifica la produzione di serotonina, un neurotrasmettitore detto anche ormone della felicità e del buon umore. La carenza di serotonina provoca malessere, stanchezza, apatia, attacchi di panico, mal di testa e ansia. Il periodo autunnale segna l’inizio di un periodo dove si deve spesso iniziare un nuovo percorso scolastico o lavorativo e non ci si sente pronti.
Cosa si può fare per stare meglio? Innanzitutto fare lunghe passeggiate la mattina presto, regolare il ritmo sonno veglia turbato in estate, darsi semplici obiettivi a breve termine, evitare di ricorrere al cibo spazzatura e non caricarsi di cose da fare. Le donne sono le più colpite dalla sindrome del rientro perché più oberate di responsabilità sia familiari sia lavorative e in generale ne è colpito più del 46% delle persone. Attenzione però a non sottovalutare i sintomi; se il malessere continua e la stanchezza diventa tale da pregiudicare l’intera giornata è necessario chiedere consiglio al proprio medico di famiglia che dovrà indagare sulle cause del malessere molto spesso causate da disfunzioni della tiroide.
“I tre grandi elementi essenziali alla felicità in questa vita sono qualcosa da fare, qualcosa d’amare, qualcosa da sperare”. Josefh Addinson