Malore per il padre di Serena Mollicone, “Lei aveva litigato con Marco Mottola”
Il servizio de “Le Iene” su Arce, lo spaccio, e le incongruenze legate al cellulare di Serena
Il padre di Serena Mollicone, Guglielo Mollicone, è stato ricoverato ieri, 27 novembre, perché colto da un malore improvviso. Troppo dolore e rabbia per questo papà che da 18 anni aspetta la verità sul brutale omicidio di sua figlia.
Il delitto di Arce è uno dei casi irrisolti nella cronaca degli orrori italiani; la ragazza era stata infatti scomparsa il primo giugno 2001 e ritrovata morta legata e con un sacchetto in testa due giorni dopo. Secondo l'accusa sono stati i carabinieri Marco Mottola con la complicità del padre Franco Mottola a uccidere la ragazza, e il delitto si sarebbe consumato proprio in caserma.
La discussione per droga
Secondo il padre di Serena, intervistato da "Le Iene", sono stati proprio i carabinieri oggi indagati. Secondo la difesa invece, depistaggi e incompetenza hanno viziato l'indagine. Il padre di Serena, racconta che la ragazza prima di sparire aveva vivacemente discusso con Marco Mottola, il figlio del maresciallo, perché voleva che lui smettesse di spacciare, discussione nella quale è intervenuto il padre di Marco per fermarli.
Le incongruenze del cellulare
Alla scomparsa della ragazza, il papà si è subito recato in caserma, anche se pensava che sarebbe stata chiusa in quell'orario, la mattina del 1 giugno intorno alle 11:00, come di solito accadeva. Invece, proprio quel giorno la caserma era stranamente aperta, racconta Guglielmo. E questo per Guglielmo Mollicone era già un' ombra sinistra sugli eventi.
La barista del caffè del paese, prima aveva detto di averla vista distintamente in macchina con un ragazzo, poi dopo la visita del Maresciallo avrebbe ritrattato questa dichiarazione precisa, al punto che molti nel paese hanno in seguito testimoniato di averla vista nel pomeriggio.
La questione del cellulare è poi un'altra incongruenza da brividi: il maresciallo, la notte della veglia di preghiera, chiede a Guglielmo di fornirgli il telefono, proprio mentre il papà era alla veglia per Serena. Guglielmo manda allora il cognato che va a cercarlo per darlo tempestivamente al maresciallo; svuota ogni cassetto, apre ogni mobile senza trovarlo. Quando poi Guglielmo rientra alle 3 del mattino dopo la veglia, il cellulare ricompare facilmente da un cassetto della sua cameretta.
Una volta analizzato emerge che sul cellulare non si trova nessuna impronta…perchè cancellare anche quelle del papà di Serena? Forse per creare confusione o perché una sovrapposizione di bugie e coperture hanno condotto a fare mosse non comprensibili per chi non conosce i depistaggi che si sono accavallati.
Questa vicenda ha forse anche istigato al suicidio Santino Tuzi, il carabiniere che ha detto di aver visto Serena entrare in caserma. Al momento del ritrovamento del cadavere un amico caro dell'agente mostrato dalle telecamere de "le Iene" ha gridato: "gli hanno tappato la bocca…perché tra cani non si mozzicano!"
Quello che è certo è il dolore senza risposte lungo diciotto anni, che sicuramente pesa sul cuore e la salute di un padre.
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